Uguaglianza uomo - donna: un bilancio

L'uguaglianza tra uomini e donne fa progressi. Ma è proprio vero? Le differenze salariali a parità di mansioni continuano ad esistere e si riducono troppo lentamente. Conciliare il ruolo di madre con quello di lavoratrice a tempo pieno è ancora difficile, ed anche con un'occupazione a tempo parziale rimane problematico. Persino l'introduzione di un'assicurazione maternità ha richiesto una gestazione mostruosa di oltre mezzo secolo. I progressi, se ci sono, sono millimetrici, lentissimi, quasi insignificanti di fronte alla complessità delle esigenze che la società e l'economia pongono alla donna.

La ricorrenza dell'8 marzo, giornata internazionale della donna, è l'occasione per richiamare all'opinione pubblica ed alla coscienza collettiva la problematica della condizione femminile. Certo, lo fanno un po' tutti. Ma non sempre sindacati, partiti, organizzazioni varie lo fanno con pari consapevolezza e con costante entusiasmo o sincerità. A volte sembra un esercizio retorico, tanto per crearsi un'alibi. Prendete certe ditte o certe organizzazioni economiche, per esempio: regalano mimose, magari fanno fare a un direttore qualche discorso mieloso, ma nella sostanza non cambiano nulla. Il trattamento economico delle lavoratrici rimane invariato, come pure l'indifferenza se non addirittura l'ostilità verso certe loro richieste fondamentali (asili nido, orari flessibili, eccetera).
Oppure prendete, per esempio, i partiti politici. Da sinistra a destra, il loro grado di apertura, di disponibilità e di sensibilità nei confronti della donna è proporzionale al loro orientamento ideologico o programmatico. Così abbiamo, a livello di Consiglio nazionale, su tredici parlamentari del partito ecologista, 6 uomini e 7 donne; su 52 deputati del partito socialista svizzero, 28 uomini e 24 donne; su 28 rappresentanti cristiano-democratici del Ppd, 19 uomini e 9 donne; su 36 parlamentari liberal-radicali del Plr, 31 uomini e 5 donne; su 55 parlamentari dell'Unione democratica di centro, 52 uomini e soltanto 3 donne.
Eppure, sono proprio le donne che siedono in Parlamento a prendere spesso l'iniziativa, in generale tutte d'accordo a dispetto delle diverse appartenenze partitiche, per sollevare il problema e, almeno l'8 marzo, ricordare la condizione della donna in modo non troppo retorico. Quest'anno, poi, c'è una donna, la radicale argoviese Christine Egerszegi-Obrist, a presiedere il Nazionale e, quindi, l'Assemblea federale. C'è una donna quale presidente della Confederazione (la socialista ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey). C'è una donna  a capo della Cancelleria federale (Annemarie Huber-Hotz). Ed è una donna a ricoprire la carica di segretario generale dell'Assemblea federale (Mariangela Wallimann-Bornatico).
Una combinazione che rende complessivamente più attenta la Confederazione alla condizione femminile, e che ha reso possibile organizzare per l'8 marzo un ampio dibattito al Consiglio nazionale. A partecipare a questo dibattito straordinario al quale contribuiranno numerosi parlamentari su temi specifici, la presidente Egerszegi-Obrist ha invitato specificamente sei "attrici ed osservatrici della politica e dell'economia", vale a dire: la presidente della direzione dell'Abb Suisse, Jasmin Staiblin; la segretaria centrale dell'Unione sindacale svizzera, Colette Nova; la consigliera di Stato glaronese, marianne Dürst; la consigliera nazionale ginevrina, Martine Brunschwig Graf; la direttrice del quotidiano „Bieler Tagblatt", Catherine Duttweiler; la responsabile dell'agenzia di collocamento quadri, Doris Aebi.
Naturalmente non potrà mancare la consigliera federale Doris Leuthard, che in veste di ministro dell'economia dovrà dare qualche importante segnale dal profilo della politica dell'uguaglianza. Una relazione su cause e conseguenze delle disparità salariali verrà tenuta dalla ricercatrice bernese Silvia Strub. La manifestazione, inclusa nel programma ufficiale della sessione parlamentare, avrà inizio alle ore 14.00 ed occuperà l'intero pomeriggio.

Pubblicato il

02.03.2007 01:30
Silvano De Pietro