Tutti protagonisti siamo!

Ciao, sei anche tu un protagonista? (…) Come di cosa? Di qualcosa siamo tutti protagonisti. E’ un segno dell’iperbole del linguaggio dei nostri giorni. Finiti i bei tempi in cui c’era l’autore di una fortunata serie televisiva, lo scrittore di elzeviri, la mente di un furto, la vittima di una truffa, l’esponente di un movimento politico, musicale o letterario. Tutti questi personaggi sono stati promossi e omologati alla categoria di “protagonisti”. Poco male se non si capisce se i “protagonisti” di una sparatoria sono quelli con la rivoltella o quelli che si sono fatti impallinare. Tutti protagonisti siamo! Gente normale, non ce n’è più. Siamo circondati di personaggi superlativi. Questo qui è un mito, quello là è una leggenda, questa è “la regina del Blues”, quell’altra è “l’imperatrice della musica africana” quest’altro è l’ambasciatore del popolo tal dei tali. È un continuo flusso di celebrità. «Quando qualcuno muore poi – non so com’è – ma si scopre che era “dei più brillanti”, o “fra massimi esponenti». In ogni caso: protagonisti. Una bella consolazione in questo periodo di incertezze, pieno di pericoli che incombono da ogni parte: i terroristi sempre più vicini all’Europa, le casse malati che coi loro aumenti di premi ti fanno perdere la salute, le casse pensioni che se andiamo avanti di questo passo quando sarà il momento di riscuotere ci manderanno una cartolina con su “Cippalimerli”. L’unica certezza sono i bollini della padelle. Che almeno lì, qualche soddisfazione rimane. Ti dicono che sono prodotti svizzeri, in realtà le fanno i cinesi ed è meglio non domandarsi troppo in quali condizioni, ma quando stringi nella mani la tua “inox” col coperchio lucido e quell’aria così solida, non puoi non pensare: “questa è per la vita”. Non te le danno mica gratis, ma quasi: il 70 per cento di sconto sul prezzo originale non lo trovi neanche ai saldi degli ultimi giorni. Allora alegher! Siamo stati “protagonisti” di una delle campagne più riuscite della Coop e di altri grandi magazzini che hanno trovato il modo di venderci il superfluo dandoci l’illusione di regalarcelo. “La sindrome del bollino” adesso che è scoppiata, non la fermerà più nessuno. Tutti con la preziosa striscia nel borsello e vigili al cliente successivo alla cassa. Preda ideale è l’ignaro turista che non sa cosa sta per dare via. Balzo ferino e zac: «non li vuole i bollini? Li prendo io!» La cassiera non può rifiutarti l’immeritato malloppo. Eh sì. Sono soddisfazioni queste! Ma vuoi mettere il bollino contro la carta magnetica sulla quale accumuli i punti ? Hanno un bel chiamarli superpunti: sono una noia. Automatici, senza odore né tatto. I bollini invece sono “fisici”con sotto la loro bella cartina lucida, li stacchi e li posi a uno a uno con la parte autocollante sulla tessera. Che si riempie, spesa dopo spesa. La vedi crescere, e quando è completa ti dispiace staccartene… Scusate, devo andare. Mi sono accorta che dal frigo mi mancano un paio di cosette…

Pubblicato il

05.12.2003 13:00
Cristina Foglia
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