Tutti i trucchi di Re Pascal

Finché c'era Ruth Dreifuss in Consiglio federale era lei a presentare ogni autunno i premi di cassa malati per l'anno seguente – e ad accollarsi la responsabilità politica dei relativi aumenti. Poi al Dipartimento federale degli interni è arrivato Pascal Couchepin. Che nei quattro anni passati s'era sempre limitato a pubblicare un comunicato stampa negandosi però al confronto. Diceva che i premi di cassa malati li decidono le casse stesse e non lui. Quest'anno – oh miracolo! – l'apparizione. Couchepin ieri s'è presentato alla stampa riunita per annunciare la lieta novella: i premi per il 2008 – oh miracolo! – in sostanza non aumenteranno. Applausi.
Couchepin ha dunque trovato la risposta al vertiginoso aumento dei costi della salute? No, Re Pascal ha soltanto accumulato stratagemmi su stratagemmi per contenere l'aumento dei premi. Da cinque anni Couchepin combatte i sintomi, ma non le cause della malattia. In altre parole, si limita a fare cosmesi. Fin che può. L'ultima misura davvero incisiva contro l'aumento dei costi della salute l'aveva decisa ancora Ruth Dreifuss: è la moratoria contro l'apertura di nuovi studi medici, che tanto fece gridare allo scandalo la destra compatta perché inibisce il mercato, ma che Couchepin ha mantenuto in quanto sa perfettamente che nella sanità il mercato non funziona. Da allora, sotto il regno di Pascal, soltanto mezzucci: franchigie più alte, aumento della partecipazione ai costi, prestazioni stralciate dal catalogo dell'assicurazione obbligatoria. Tutti stratagemmi che permettono in sostanza di contenere i costi della salute per le persone sane a scapito di quelle malate – desolidarizzando il sistema. Poi l'ultima grande trovata: obbligo per le casse malati di sciogliere le loro riserve in grande stile. Cumulando tutte queste misure i premi del 2008 non aumentano – ma si tratta di premi drogati, perché non riflettono il reale andamento dei costi. Che per quest'anno, stimano gli assicuratori, aumenteranno in realtà del 7,6 per cento. La grande batosta ci sarà dunque l'anno prossimo, quando le riserve saranno giunte al minimo legale.
Non ha molto di cui andare fiero dunque Couchepin. Eppure fiero si presenta. Perché in campagna elettorale fieri si dev'essere. Lui poi ha molto da temere. Perché se il suo partito, il Plr, sarà superato dal Ppd alle elezioni del 21 ottobre è possibile che debba cedere un seggio in governo proprio ai democristiani. Con una popolarità ai minimi termini, Couchepin fa di tutto per cementare la sua rielezione, sperando di fare le scarpe al collega di partito Merz. Poi, se rieletto, potrebbe anche lasciare il suo dipartimento a Blocher, che tanto lo vorrebbe. Re Pascal questi ragionamenti fa. E nümm a pagum, pori bao.

Pubblicato il

28.09.2007 00:30
Gianfranco Helbling
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