4250 tagli di organico annunciati, bisogno immediato di 3 miliardi di franchi di nuove risorse, più di 15 miliardi di debiti. Serve un piano coraggioso per salvare Swissair. La fusione tra la compagnia rossocrociata e la controllata Crossair, nella nuova Swiss Air Lines, costituisce la prima dolorosa tappa della ristrutturazione in corso. L’unione delle due flotte porterà ad un incremento degli esuberi. Altri tagli di personale si aggiungeranno ai 1250 del mese scorso e ai 3mila annunciati questa settimana – quasi tutti negli Usa, con effetto immediato – per la filiale Gate Gourmet, attiva nel catering (ristorazione a bordo). A causa degli attentati questo settore ha subìto un tracollo delle attività negli Stati Uniti, anche a causa della psicosi da «oggetti contundenti», coltelli e forchette in metallo in dotazione della filiale elvetica.
Le conseguenze delle nozze
Fino a ieri il gruppo era riuscito ad operare dei tagli relativamente indolori. La soppressione di 1250 posti di lavoro si articola infatti su rotazioni di personale, sospensione sine die delle assunzioni e integrazione dei servizi.
I sindacati del personale piloti, cabina e terra (con l’eccezione del Vopd ginevrino) si sono schierati con questo primo piano di riduzione dell’organico.
L’unione di Swissair e Crossair avrà come conseguenza un nuovo annuncio di esuberi. Più di un quarto dei voli lungo raggio, intercontinentali e oceanici, sarà soppresso. I voli a medio raggio (o breve distanza) di Crossair e Swissair saranno accorpati, ma i marchi dei due vettori non saranno cancellati.
Le nuove misure produrranno anche in Svizzera effetti negativi per il personale. Il numero, non ancora precisato, dovrebbe aggirarsi attorno ad almeno 2mila posti, stimano alcuni analisti. In attesa di cifre ufficiali i sindacati avanzano le proprie stime. A Ginevra, città in cui la società impiega 2800 persone, il sindacato dei servizi pubblici (Ssp/Vpod), competente per il personale a terra, prevede licenziamenti per circa 400 collaboratori a fine anno, afferma Béatrice Enggist, presidente del settore aereo del sindacato ginevrino. A Zurigo e a Basilea, sempre per il personale a terra, il sindacato preferisce «non avventurarsi in stime improbabili», spiega un sindacalista. «Non sono ancora chiare le modalità di riduzione dei voli». Incontri con la direzione del gruppo sono previsti nei prossimi giorni al fine di precisare i dettagli. Per quanto concerne il personale di cabina, il sindacato di competenza, Kapers, per bocca di Jorg Drittenbass, valuta a 800 il numero di posti che verranno tagliati. «Grazie alle fluttuazioni naturali di personale, non ci saranno licenziamenti se la riduzione della flotta si farà nell’arco di tre anni», spiega il portavoce del sindacato. Ogni tre anni infatti, circa 1000 persone lasciano spontaneamente il lavoro nel ramo del flight attendant. L’incognita risiede nel numero di voli che saranno depennati dall’orario della compagnia. In caso di accelerazione delle misure – riduzione dei voli in due anni e non in tre ad esempio – si potrà ricorrere al tempo parziale per circa mille dipendenti, «le richieste di riduzione dell’orario di lavoro non mancano», afferma Jurg Drittenbass. Il portavoce precisa infine che sono in tutto 250 i collaboratori di cabina ticinesi che lavoranno per il vettore rossocrociato.
Questa fase della ristrutturazione porterebbe anche alla riduzione dei salari del personale viaggiante (non a terra), che verrebbero allineati su quelli di Crossair, circa 20-30 per cento in meno rispetto a Swissair. Ma su questo punto si annunciano aspre battaglie tra la direzione e i rappresentanti del personale.
Garanzia della Confederazione
Restano infine i nodi finanziari. Mimando gli esecutivi europei, il governo svizzero ha sbloccato un intervento di circa tre miliardi di franchi come garanzia assicurativa straordinaria per «atti di guerra e di terrorismo». Gli interventi degli Stati Uniti e dell’Unione europea (inclusa la Gran-Bretagna) a favore delle rispettive compagnie di bandiera hanno contribuito a sciogliere la riserva del Consiglio federale riguardo ad aiuti diretti.
È stato necessario ricorrere ad un espediente giuridico (interpretazione incrociata di un articolo sull’aviazione civile e di uno sulle finanze pubbliche) poiché non vi è una base legale che permette alla Confederazione di intervenire al di fuori della partecipazione del 3 per cento che detiene nel capitale azionario del vettore rossocrociato (se non nel caso in cui un interesse generale lo giustifichi). A dicembre il parlamento si pronuncerà sulla garanzia assicurativa avanzata dal governo.
Inoltre, dopo mesi di inerzia, i vertici dell’azienda si sono infine decisi ad operare una ricapitalizzazione. Un gruppo di lavoro, costituito con il sostegno della Confederazione, si compone della direzione e personale di Swissair, dal presidente dell’associazione degli imprenditori svizzeri Economiesuisse, Andres Leuenberger, e da una cordata di banche.
Un piano sarà presentato agli inizi di novembre all’assemblea degli azionisti. L’obiettivo è il risanamento finanziario della compagnia sul lungo periodo. Ma i nodi finanziari saranno sciolti a condizione che l’azienda e gli istituti di credito decidano di ridiscutere termini e scadenze del rimborso dei prestiti. Analisti e operatori finanziari sperano che le parti aprano questa fase in tempi brevi.
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