Ancora Hannah Arendt e Le origini del totalitarismo. Perché, in tempi d'indifferenza, di episodi razzisti (c'è addirittura chi sostiene che gli abitanti del sud Italia siano meno intelligenti di quelli del Nord), di rigurgiti antisemiti, è meglio stare all'erta. Nella seconda parte del suo libro, la filosofa analizza le componenti delle ideologie totalitarie che hanno dominato sinistramente nella prima parte del Novecento: hitlerismo e stalinismo. Non ideologie che hanno dato vita a dispotismo, tirannide, dittatura, ma molto peggio: movimenti – retti su partito unico, élites fanatizzate, indottrinamento, polizia segreta, terrore, isolamento e estraniazione degli individui – che si proponevano di cambiare la natura umana e di conquistare il mondo. Tragici tentativi di disumanizzare l'uomo con il favore della notte e della nebbia, mai visti prima nella storia. I campi di concentramento dove tutto è possibile, dove si sopprime l'unicità della persona, oltre alla sua personalità giuridica e morale, dove domina il male radicale amministrato da burocrati dell'assassinio. I luoghi infernali dove avviene la distruzione fredda e sistematica di corpi umani ridotti a rifiuti, a cadaveri viventi. Dove gli ebrei sono parassiti da sterminare, zanzare. In uno di questi luoghi è morta l'ebrea Anna Frank, la ragazzina di Amsterdam, autrice del noto Diario, deportata a Auschwitz e poi a Bergen Belsen. Sono cose che ognuno dovrebbe sapere, fin dalla scuola. Ma i leghisti d'Italia se le sono già scordate. Oppure la scala dei loro turbamenti è sballata. Infatti, un parlamentare leghista di Monza è stato turbato da una pagina del Diario di Anna Frank in cui la ragazzina «descrive in modo minuzioso le proprie parti intime». Si tratta di uno dei passi esclusi dalla prima edizione e reintrodotti dal padre di Anna tornato da Auschwitz. ll turbamento ha portato l'uomo politico, sollecitato dai genitori brianzoli di una scolaresca di Usmate Velate, a rivolgere un'interpellanza al ministro della Repubblica e a chiedere una sanzione per la maestra colpevole di aver letto in classe pagine di quel libro: un piccolo classico delle letture scolastiche, che tutti abbiamo conosciuto o fatto conoscere in classe. Dunque, si è turbati non da una testimonianza che richiama alla memoria il male indescrivibile operato dal potere totalitario di Hitler e Stalin, ma da una ragazzina che scopre il proprio sesso. Invece di volere una scuola che -a tempo debito, certo- abbia il coraggio di affrontare i temi fondamentali del nostro tempo e di formare uomini consapevoli, il leghista invita alla censura e all'ignoranza. Un altro segno di decadenza della società italiana.
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