Dopo l’approvazione a larga maggioranza popolare del principio di una 13esima rendita AVS nella storica votazione del 3 marzo scorso, un messaggio politico chiaro in favore di pensioni dignitose ma anche un grido d’allarme, c’è da chiarire una questione non certo di poco conto: le pensionate e i pensionati di questo paese quanto tempo dovranno attendere per ricevere questa rendita supplementare? Al più tardi fino al 2026 è la risposta contenuta nel testo dell’iniziativa votata. Ma per troppi quest’attesa sarebbe troppo. Di qui la necessità di accelerare e iniziare a versare la 13esima già a partire dall’anno prossimo. Lo si può fare: basta la volontà politica. Domenica 3 marzo 2024 non è stata solo una giornata storica perché è la prima volta che si rafforza l’AVS con un voto popolare e grazie a un’iniziativa di provenienza sindacale e perché la decisione va in controtendenza rispetto alle politiche pensionistiche di smantellamento sociale portate avanti nella gran parte dei paesi europei negli ultimi 20 anni. Se a livello nazionale (senza spaccature regionali, generazionali, di genere e persino di orientamento politico) quasi 6 cittadini su 10 (e 4 su 10 nei Cantoni che hanno respinto l’iniziativa) si sono espressi per la 13esima AVS, significa anche e soprattutto che siamo di fronte a un’urgenza. Un’urgenza data dall’erosione del potere d’acquisto della popolazione pensionata e delle lavoratrici e dei lavoratori in generale, sempre più stretti nella morsa del rincaro generale, dell’inarrestabile ascesa dei premi per l’assicurazione malattie, dell’esplosione degli affitti e della mancata compensazione dell’inflazione. Una situazione di miseria diffusa su cui la destra ha sempre chiuso gli occhi e che anche durante tutta la campagna di votazione, ben coadiuvata dalla lobby delle assicurazioni e dalle organizzazioni padronali, ha cercato di relativizzare nel tentativo di impedire quel piccolo progresso sociale che rappresenta la 13esima AVS. Una misura semplice, facilmente attuabile, oltre che necessaria e urgente. Un’urgenza che ora la politica tutta deve finalmente riconoscere, impegnandosi per una rapida attuazione dell’iniziativa, anticipando il più possibile i tempi. Di fronte alla crisi del potere d’acquisto della popolazione pensionata, che costituisce una vera e propria emergenza sociale, servono decisioni immediate. Così come si è fatto durante la pandemia per l’emergenza sanitaria o con Credit Suisse di fronte allo spettro della crisi bancaria. A rigor di logica, il Consiglio federale avrebbe dovuto emanare il giorno dopo la votazione un decreto federale urgente e mettere immediatamente in vigore la 13esima AVS. Questo non è successo, ma ora lo stesso governo e le forze politiche in Parlamento hanno il dovere di far sì che la 13esima arrivi nelle tasche dei pensionati il più presto possibile. La cosa s’intreccia ovviamente con la questione del finanziamento della misura sul lungo termine, su cui andranno trovate soluzioni equilibrate e il più indolori possibili per le salariate e i salariati, ma che non potrà essere usata per sabotare l’attuazione dell’iniziativa. Una legge che stabilisca le modalità di versamento della rendita supplementare si può fare in fretta. E ci sono i soldi per farlo subito e concedere così una boccata d’ossigeno alle molte persone che fanno fatica a vivere della loro pensione e che non possono aspettare. Il bisogno è qui e ora!
|