Tony Blair, parole di troppo

Lord Robert May non è un cretino, a quanto si sa, ma il presidente eletto della Royal Society di Londra, la più vecchia e famosa accademia scientifica del mondo. Davanti alla quale, il 23 maggio Tony Blair ha pronunciato un discorso copiato su quello fatto da Lord Robert nello stesso posto il 18 maggio, però correggendolo. Lord Robert aveva detto: «nel dibattito sugli organismi geneticamente modificati (Ogm) la cittadinanza ha mostrato scarso entusiasmo per una tecnologia che potrebbe comportare alcuni rischi – più per l’ambiente che per la salute umana – senza offrire per ora prodotti vantaggiosi ai consumatori dei paesi industrializzati. Lo trovo un atteggiamento sensato. Quando arriveranno gli Ogm di seconda generazione e offriranno vantaggi nutritivi o di altro tipo, prevedo che l’opinione pubblica torni a dibattere... con lo stesso buon senso». Tony Blair invece se l’è presa con gli ambientalisti che distruggono le coltivazioni di Ogm e con quella maggioranza della popolazione che non ne vuole sapere di consumarli e così facendo danneggiano la ricerca e l’economia britannica. La correzione conta perché, guarda caso, il presidente George Bush sta girando l’Europa da piazzista di politiche e di prodotti americani tra cui gli Ogm. E si apre a Roma il 10 giugno, guarda caso, il World Food Summit, il vertice mondiale sull’alimentazione in cui si prevede che, incalzati dall’amministrazione statunitense, i paesi ricchi e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) s’impegneranno a combattere la fame e la denutrizione sovvenzionando le vendite di Ogm che verranno fatte ai paesi poveri da certe multinazionali. Pessima idea. Stando a uno studio pubblicato di recente dall’Università dell’Onu per le nuove tecnologie, soltanto l’1% della ricerca sugli Ogm riguarda coltivazioni adatte alle necessità del terzo mondo. Della ricerca, si badi bene, cioè di piante ancora da sperimentare. Quelle già in uso non solo sono inadeguate ma vanno irrorate con erbicidi e pesticidi su misura, circondate da zone-rifugio, cioè fasce di campo coltivato con varietà tradizionali per attirarci i parassiti ed evitare che diventino resistenti agli erbicidi e pesticidi in questione. Un sistema talmente costoso che nessun contadino povero se lo può permettere. E in un rapporto di gennaio pubblicato ora dalla Commissione Europea, si legge che se l’Unione Europea adottasse gli Ogm, per proteggere i propri campi da contaminazioni gli agricoltori organici o convenzionali ci rimetterebbero dall’1% al 9% nel caso del mais e della patata, dal 10 al 40% nel caso della colza. Ci rimettono perfino gli agricoltori americani, mai indebitati come oggi al punto che nel prossimo budget sono aumentati soprattutto i sussidi destinati a mais, cotone, soia e colza, cioè agli Ogm più diffusi in Usa, quelli che il presidente Bush vuol vendere in Europa, magari grazie al suo vice piazzista, Tony Blair. A lui intanto, complimenti: in un colpo solo è riuscito a dare del cretino a Lord Robert, alla Royal Society, all’opinione pubblica inglese, a un’università dell’Onu e alla Commissione Europea. Un record.

Pubblicato il

31.05.2002 13:00
Sylvie Coyaud