L’ultimo sforzo dell’Ufficio federale di statistica (Ust) è passato piuttosto inosservato sulla stampa ma merita sicuramente più attenzione. Stiamo parlando della nuova raccolta di dati che riguarda la statistica sulla demografia delle aziende elvetiche. Per la prima volta l’Ust è infatti in grado di fornire i numeri dei “decessi reali d’imprese” e della loro creazione “ex nihilo” (nuove imprese). Queste cifre rispecchiano molto più fedelmente la vera situazione dell’economia elvetica in quanto vanno al di là del semplice numero di esecuzioni e fallimenti. La statistica sui decessi reali di aziende considera le imprese realmente scomparse e non conta più – come avveniva finora – la cessazione di attività a causa di operazioni di fusione, di ripresa o dissoluzioni di imprese preesistenti. Ma neppure semplici riordinamenti aziendali come cambio di gerenza, di proprietario, traslochi o forma giuridica. Tutti elementi che fino ad oggi falsavano il termometro della salute delle imprese rossocrociate. Lo stesso discorso vale per l’altra faccia della medaglia, cioè la creazione “ex nihilo” di attività economiche produttive su territorio svizzero. I primi risultati di questa indagine che sarà svolta annualmente offrono risultati davvero interessanti che rappresentano una novità: nel 2003 in Svizzera sono “morte definitivamente” 11 mila 699 imprese, mentre ne sono nate “ex nihilo” 11 mila 164. Un saldo negativo di 505 decessi. Se poi si spulciano gli stessi dati si scopre che l’impatto sul mondo del lavoro è stato molto pesante. Le 11’699 chiusure hanno provocato la perdita di 45 mila 943 posti di lavoro. Le nascite hanno invece portato solo 23 mila 237 impieghi. Sono quindi spariti nel 2003 ben 22 mila 706 posti di lavoro. L’indagine dell’Ust è svolta anche su base regionale. Un dato su tutti salta all’occhio: il Ticino è la regione meno dinamica della Svizzera. Il Ticino è fanalino di coda nel 2003 Da un’indagine dell’Ufficio federale di statistica: «due Grandi Regioni si caratterizzano tuttavia per dei risultati meno brillanti: si tratta del Ticino (tasso di decesso: 4,5 per cento e meno 2,3 per cento per il numero di addetti) e della Regione Lemano....». Poi di nuovo: «tra i cantoni con un saldo negativo (di creazione di imprese, ndr), i risultati peggiori sono stati ottenuti in Ticino (meno 228)...». Se non bastasse: «non sembra affatto sbagliato affermare che la Svizzera romanda e il Ticino sono i grandi perdenti di questo raffronto tra creazioni e chiusure di imprese». Fate un respiro e leggete ancora: «il Ticino è la sola Grande Regione di dimensioni limitate ad avere conosciuto un dinamismo molto scarso. Si è inoltre trattato della Regione meno dinamica nel 2003». Toglie davvero il fiato la lettura dell’ultimo sforzo dell’Ufficio federale di statistica che ha pubblicato la settimana scorsa uno studio – passato inosservato ai più – che rappresenta una primizia per quanto riguarda la statistica sulla demografia delle imprese e sulla misurazione della reale dinamicità della piazza economica elvetica. Per la prima volta infatti si è in grado di conoscere il numero dei “decessi reali” d’imprese e della creazione “ex nihilo” di aziende, cioè l’avvio di una vera e propria attività economica su suolo elvetico (vedi anche articolo in prima pagina). Numeri che non erano finora noti in quanto falsati da fusioni, nuove gestioni, cambi di proprietari o semplici trasformazioni di forma giuridica o traslochi fra i vari Cantoni. Sono cifre che la semplice statistica di esecuzioni e fallimenti non era in grado di fornire. L’indagine, che sarà annuale e verrà presentata nei primi mesi dell’anno, riguarda per ora unicamente il 2003. Ma le prime indicazioni che scaturiscono dallo studio lasciano già l’amaro in bocca. A livello dell’intero tessuto economico elvetico nel 2003 il saldo è di 409 decessi d’impresa (11’699 scomparse contro 11’164 nascite). La differenza è nettamente più marcata per quanto concerne gli impieghi persi: meno 22 mila 706 unità (la differenza si spiega con l’esiguo numero di lavoratori impiegati nella creazione di imprese in un paese composto per la maggior parte da piccole aziende). Ma se la Svizzera ha la lacrimuccia per la medicina amara, il Ticino decisamente ha di che piangere a dirotto. Non ci sono mezzi termini, il Ticino è il cantone con un certo peso economico che ha i risultati peggiori. Detiene il record per quanto riguarda la perdita di imprese (il saldo è di meno 228 aziende nel 2003) ed è in buona posizione per numero di posti di lavoro scomparsi, meno 1’427 unità (vedi grafici qui sotto). Se poi si raffronta questo ultimo dato con il numero di addetti in Ticino (cioè rapportato con il suo peso economico) la delusione si fa ancor più cocente poiché si resta ancora più indietro con un meno 1,27 per cento. Che forse la politica economica del Cantone non è poi così brillante come continua a ripetere la direttrice del Dfe Marina Masoni? Lo studio si trova sul sito internet dell’Ufficio federale di statistica: www.bfs.admin.ch

Pubblicato il 

23.12.05

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