Il generale Mudry ha confermato il colonnello Frehsner, un mercenario austriaco scappato all’imperatore Francesco Giuseppe, il cui valore e la cui lealtà viene messa fortemente in dubbio dal “Fulmine dell’Elvezia”, un giornale che difende i valori patriottici in un momento di grande confusione. Mudry, salvando Frehsner, ha salvato sé stesso; finalmente ha vinto una battaglia, dopo averne persa una, clamorosa, 2 anni fa, contro lo stesso “Fulmine” che gli aveva imposto un improvviso dietro-front. In un Motel alla periferia di Coira, 2 giorni prima della discesa di Lenzerheide, Mudry licenziò Pieren, direttore tecnico dello sci femminile: a colazione, secondo l’uso militare: le impiccagioni e le fucilazioni si eseguono all’alba. Vedemmo Marie-Thérèse Nadig, che non è certo una tenerella, con le lacrime agli occhi, e altre ragazze piangere. Per la maniera forse, più che per la sostanza. Mudry promosse Maurice Chevalier, capo dell’istruzione, una specie di “ideologo” responsabile della tecnica di combattimento in guerra. Era un venerdì. Insorse il “Fulmine delle Alpi” che scrisse letteralmente: «Generale, dimostri grandezza umana, non promuova quella nullità d’un Chevalier!». Fu di domenica. Il lunedì Mudry scaricò Chevalier e assunse Maina. Ora il “Fulmine delle Alpi” è stato sconfitto, dopo aver invitato il popolo a esprimersi e dopo aver pubblicato lettere tipo “Frehsner sorride sempre perché è una manovra austriaca: è stato mandato da noi per distruggere lo sci svizzero”. Da notare che Frehsner dopo 10 anni di successo era stato licenziato dal direttore Brudermann nel 1991 a due giorni (e ridajje) dalla discesa mondiale di Saalbach-Hinterglemm. I discesisti minacciarono lo sciopero: Frehsner doveva dirigerli almeno un’ultima volta, nella prova mondiale. Così fu: Heinzer vinse l’oro, Mahrer il bronzo! Il nuovo direttore/generale Zenhäusern promosse il marito di Erika Hess, Jaques Raymond, che sparì ben presto facendo la fine di Fournier che l’aveva preceduto. Nel frattempo però il migliore, Didier Bonvin, era stato licenziato. Sarebbe diventato direttore tecnico della Francia! E venne l’uomo forte, quel Theo Nadig, licenziato dal grande Adolf Ogi, passato poi alla politica. Nadig era diventato direttore tecnico degli Usa vincendo il titolo olimpico a Sarajevo, 1984, con un ragazzo brufoloso che passava più tempo sulla spiaggia di Santa Monica a caccia di bionde che sulla neve (Johnson). Un miracolo, di San Theo, che al Sestrière nel 1997 vinse con Kernen e von Gruenigen. Nel 1999 a Vail decide di non portare Cavegn e Herrman per insufficienti risultati in stagione. Il presidente Eggenberger lo smentisce, carica i due su un aereo (casualmente quello della stampa) e li manda a fare selezione sul posto. Nadig se ne va, arriva Bertsch, che se ne va a Salt-Lake City. Ritorna Frehsner che licenzia il tecnico dello slalom e quello della discesa: “faso tutto mi!”. Il cerchio (quello dei matti, non quello di Eraclito) è chiuso. Ma siccome anche ai matti ogni tanto scappa un gesto sano, ecco che “Swiss Ski” ha nel frattempo recuperato Bonvin, che in 3 anni ha sfornato 5 campioni del mondo juniores. E se si parlasse di sci e di come si impara a sciare?

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16.01.04

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