Tasse uguali per tutti

La Svizzera vota sull’abolizione dei privilegi fiscali per i ricchi stranieri

I ricchi stranieri, multimilionari o persino miliardari, si sono sempre trovati bene in Svizzera. Anche grazie alla cosiddetta “imposizione forfettaria” concessa loro da molti cantoni. Non per nulla la sponda orientale del lago di Zurigo viene da tempo chiamata “Goldküste”, proprio per l’intensa presenza di ville in cui vivono tanti “Paperoni”, tra i quali numerosi sono gli stranieri, o lo erano almeno fino al 2009.


Quell’anno, infatti, gli elettori zurighesi decisero con votazione popolare di abolire questa particolare forma di imposizione, che favorisce enormemente i ricchi stranieri desiderosi di “prendere casa” in Svizzera. Altri quattro cantoni nel frattempo hanno voluto seguire l’esempio di Zurigo; la maggior parte di essi continua però ad applicare l’imposizione forfettaria, ritenendola vantaggiosa per il fisco. Ma adesso, un’iniziativa sulla quale si voterà il prossimo 30 novembre, vuole imporne l’abolizione in tutto il Paese.


In breve, di che cosa si tratta? L’iniziativa popolare “Basta ai privilegi fiscali dei milionari (Abolizione dell’imposizione forfettaria)” chiede che si rinunci all’imposizione secondo il dispendio, la quale si fonda su una modalità di calcolo particolare. Con questa formula, le imposte cantonali e l’imposta federale diretta sono calcolate non già in base al reddito e alla sostanza effettivi, ma in base alle spese sostenute, in Svizzera e all’estero, in funzione del tenore di vita del contribuente e delle persone a suo carico. Possono beneficiare dell’imposizione secondo il dispendio i cittadini stranieri che si stabiliscono in Svizzera (domicilio fiscale) per la prima volta o dopo un’assenza di almeno dieci anni e che non vi esercitano un’attività lucrativa.


Questo non vuol dire che i ricchi stranieri debbano scrivere nella dichiarazione d’imposta ogni capo d’abbigliamento o quante confezioni di caviale acquistano. Il loro tenore di vita viene presunto con un calcolo molto semplice: si moltiplica per cinque il valore locativo, o eventualmente la pigione, della loro abitazione. E qui si capisce che, per quanto grande possa essere la villa acquistata o presa in affitto, il quintuplo del rispettivo valore locativo o della pigione  potrebbe essere una bazzecola in confronto al reddito reale e al valore del patrimonio di cui dispongono questi nababbi. Inoltre, poiché non sono tenuti a presentare la dichiarazione fiscale, essi hanno il vantaggio di non dover neppure rivelare la composizione e il valore dei loro redditi e dei loro patrimoni.


Che in Svizzera 5630 ricchi stranieri (dati di fine 2012) siano tassati su base forfettaria invece che sul reddito e sulla sostanza effettivi, sembra chiaramente un fatto ingiusto e inaccettabile. Non soltanto nei confronti degli svizzeri altrettanto ricchi, ma di tutti i contribuenti, poiché una tale ridicola tassazione avviene in palese violazione del principio di uguaglianza giuridica, per il quale tutti devono pagare le imposte in funzione della loro capacità economica. È una pratica, questa, che ha tutta l’apparenza di un abuso del federalismo (cioè dell’autonomia fiscale dei cantoni) e che si sospetta possa essere fonte di corruzione.
Finora questa situazione è stata giustificata non tanto con i benefici per le casse pubbliche prodotti dall’imposta forfettaria (oggettivamente non proprio stratosferici: 695 milioni di franchi in tutto, tra Confederazione, cantoni e comuni). Piuttosto, a venir messo in evidenza è invece il danno che l’abolizione  di tale imposta causerebbe alle entrate fiscali ed all’economia di alcuni cantoni, nonché la presunta minore attrattività che ne avrebbe la piazza economica elvetica.


Tale debole giustificazione, unita alla violazione del principio di parità, ha suscitato finora continue discussioni. In parlamento ci sono stati diversi tentativi di abolirla a livello federale; nel 2008 il canton San Gallo ne fece persino una iniziaziva cantonale in sede federale. Sempre senza successo. Adesso è la Lista Alternativa (formazione politica di sinistra, attiva soprattutto a Zurigo) che ci prova con l’iniziativa popolare in votazione tra poco più di un mese. A motivare la Lista Alternativa è stato soprattutto il successo ottenuto nel 2009, quando le riuscì di far abolire nel cantone di Zurigo, con il 53 per cento dei voti popolari, l’iniqua tassazione forfettaria. Prontamente, negli anni successivi, Sciaffusa, Appenzello Esterno, Basilea Città e Basilea Campagna hanno seguito l’esempio di Zurigo.


La maggioranza dei cantoni sembra però intenzionata a mantenere l’imposta forfettaria. A cominciare dal Vaud, che nel 2012 di ricchi stranieri così tassati ne contava ben 1396; il Vallese ne aveva 1300, il Ticino 877, Ginevra 710, i Grigioni 268, Berna 211, Lucerna 130, Zugo 110, Turgovia104; meno di cento per tutti gli altri (tranne Sciaffusa e Zurigo, dove nessuno più è tassato a forfait). Cinque cantoni (Appenzello Interno, Berna, Lucerna, San Gallo e Turgovia) hanno inasprito le condizioni alle quali l’imposizione forfettaria viene accordata. Berna, per esempio, ha fissato a 400.000 franchi l’ammontare minimo dell’imposta forfettaria; San Gallo l’ha elevata da cinque a sette volte la pigione o il valore locativo, ed ha stabilito il minimo a 600.000 franchi.


Dopo il risultato della votazione popolare zurighese del 2009, le pressioni favorevoli all’abolizione dell’imposizione forfettaria sono aumentate. Il Consiglio federale si è espresso a favore del suo mantenimento, ma ha presentato alle Camere federali una proposta per inasprirla. Il 28 settembre 2012 il Parlamento ha approvato tale proposta, in base alla quale dal 2016 tutti i cantoni dovranno applicare le stesse regole: i ricchi stranieri tassati secondo il dispendio dovranno pagare il settuplo della pigione o del valore locativo; la base minima di calcolo sarà (almeno per l’imposta federale diretta) di 400.000 franchi; verrà inoltre tassata la sostanza (calcolata forfettariamente, ma ritenuto che sia di almeno 4 milioni di franchi). I cantoni saranno tuttavia liberi di fissare limiti più alti.

 

No forfait? Va bene lo stesso


Nei cinque cantoni (Zurigo, Sciaffusa, Basilea Campagna, Basilea Città, Appenzello Esterno) che tra il 2009 e il 2012 hanno rinunciato all’imposta forfettaria, erano 261 i ricchi stranieri che approfittavano di questo vantaggioso trattamento fiscale. Nel frattempo, secondo un conteggio pubblicato recentemente dal SonntagsBlick, 141 di loro sono rimasti in Svizzera, accettando di assoggettarsi al medesimo regime fiscale valido per tutti gli svizzeri. Quelli che invece hanno deciso di andarsene, traslocando in altri cantoni o trasferendosi all’estero, sono stati 120. La fuga più consistente, in proporzione, è stata quella da Basilea Campagna, dove di 16 contribuenti tassati col sistema forfettario ne sono rimasti solo 3. Da Basilea Città, invece, pare che se ne sia andato un solo riccone su 19.


Conseguenze sul piano delle finanze pubbliche? Una ricerca fatta dal Tages-Anzeiger ha accertato che dei 201 ricchi stranieri tassati a forfait residenti nel cantone di Zurigo prima del 2009, un anno dopo poco più della metà, 102, erano rimasti, accettando l’imposizione fiscale ordinaria e versando alle casse pubbliche, tutti insieme, 30 milioni di franchi all’anno, appena 2 in meno del totale pagato in precedenza da tutti i milionari tassati a forfait. A Sciaffusa le entrate fiscali prodotte dall’imposizione  normale dei ricchi stranieri sono invece aumentate di 700.000 franchi. Negli altri tre cantoni che hanno abolito l’imposizione forfettaria non è ancora possibile un bilancio definitivo, ma nei due semicantoni di Basilea Campagna e Basilea Città il gettito fiscale sarebbe diminuito, rispettivamente, di 900.000 e di 115.000 franchi. Variazioni poco significative, insomma.


Se si va però a guardare in dettaglio cosa è successo nei comuni della “Goldküste” zurighese, le sorprese non mancano. Esemplare è quanto accaduto nei comuni di Zollikon, Küsnacht ed Herrliberg, tutte rinomate località sulla sponda orientale del Lago di Zurigo. Zollikon ha perso 11 dei 13 milionari stranieri tassati a forfait; e se prima ricavava da tutti insieme 526.000 franchi all’anno, adesso dai due rimasti ne incassa, con l’imposizione  ordinaria, 700.000. A Küsnacht il gettito fiscale proveniente da questi particolari contribuenti è a aumentato addirittura di oltre il 50 per cento. Herrliberg, pur avendo perso metà dei ricchi stranieri, ha mantenuto inalterato il livello del gettito da imposizione forfettaria. Nessun comune ha denunciato una riduzione di questa particolare entrata fiscale.


Non diversamente è accaduto nella città di Zurigo, dove prima della votazione popolare del 2009 erano 105 le persone tassate a forfait. Nel frattempo, 49 di esse sono partite o decedute. Ma, a detta del dipartimento comunale delle finanze, anche se non c’è ancora un conteggio definitivo, sembra che il livello del gettito fiscale prodotto da queste persone non sia né aumentato né diminuito. In tutto il cantone, dei 102 milionari stranieri rimasti, 47 adesso pagano persino meno imposte di prima. Questo dimostra che tanti multimilionari stranieri preferiscono pagare di più con il sistema forfettario, che non rendere pubblico con una dichiarazione fiscale l’ammontare dei propri redditi e patrimoni. Ma prova anche, come ha dichiarato uno di loro, che per le persone molto benestanti non è unicamente il denaro ad influire sulla decisione di andarsene o di restare.

Pubblicato il

23.10.2014 15:21
Silvano De Pietro