Taser, ecco la pistola a elettochoc

Una scarica elettrica di 50 mila volt vi scuote per cinque secondi. Cadete a corpo morto, perdete i sensi per un minuto o poco più. Quando vi risvegliate, un signore in divisa si sta prendendo cura di voi. È il prodigio di Taser, la nuova arma “meno che letale” di cui si doteranno nei prossimi mesi i reparti speciali delle polizie svizzere. È arrivato nel cuore dell’estate l’annuncio della Commissione tecnica (Sptk), l’organo intercantonale che consiglia le nostre forze dell’ordine sulle armi da usare. Hanno testato i sistemi Taser in laboratorio e nei poligoni di tiro e deciso che possono essere adottate anche nella Confederazione. Taser fa rima con tortura, ha spiegato Amnesty International: dall’inizio degli anni novanta manganelli, pinze e pistole per l’elettrochoc sono impiegati in almeno 76 paesi al mondo come strumenti repressivi. Per esempio nelle carceri cinesi, nel corso di interrogatori che il rispetto dei diritti umani non lo prendono neanche in considerazione. Negli Usa molti corpi di polizia la utilizzano per immobilizzare persone recalcitranti all’arresto. Ed è in questa chiave che la vogliono provare le polizie svizzere, habituées delle “armi meno che letali” (vedi area n.28 dell’11.7) La polizia di Basilea-campagna ha colto l’occasione dell’annuncio dell’Sptk, per fare sapere che un paio di pistole Taser sono a disposizione da gennaio 2003 del gruppo di intervento Barracuda, che «le ha usate una volta con risultati eccellenti». Zurigo non si fa pregare: il portavoce Marco Cortesi dichiara al Tages Anzeiger che ne compreranno un tot (una costa 1000 franchi). Ma precisa: «Per il momento non pensiamo di usarle in manifestazioni di piazza». Interessata anche Lucerna, mentre a Berna ci vogliono pensare un po’ su. L’unica voce fuori dal coro è stata quella di Laurent Krügel, comandante della polizia cantonale di Neuchâtel, che ha confidato a Le Temps: «Mi sconvolge l’idea di 50mila volts scaricati su un corpo umano». Come tutte le armi “meno che letali” - in effetti - Taser non è esente da rischi. Peter Diethelm dell’Sptk, nel presentarla ai media, ha dichiarato: «Può essere molto pericolosa se colpisce negli occhi». Ammettendo che «non siamo in grado di dire che effetti potrebbe avere su una persona cardiopatica o su una donna incinta». E in Ticino? «Siamo a conoscenza delle qualità e dei difetti dell’arma», spiega ad area il commissario Mario Ritter, responsabile dell’ufficio stampa della polizia cantonale. «Ma è l’autorità politica che dovrà pronunciarsi sull’eventuale utilizzo nel nostro cantone». Per scoprire cosa ci aspetta, basta una passeggiata in Internet. Nel sito www.taser.com ci sono i video girati al seguito della polizia americana e durante i test effettuati su vittime volontarie, poliziotti per lo più. Ecco un agente corpulento che sorride, in una palestra piena di curiosi. Due colleghi lo tengono per le braccia, per evitare danni collaterali con la caduta. Un sibilo e un urlo selvaggio squarciano il silenzio della stanza. L’agente-cavia cade a terra inanimato, si rialza stordito e scoppia in una risata isterica, fra gli applausi degli addetti ai lavori. A Londra è in sperimentazione dall’autunno del 2002 e chi l’ha provata ha dichiarato ai giornali di «non avere mai immaginato di poter provare un dolore così intenso». La WochenZeitung è andata a curiosare in una conferenza internazionale sulla Taser e rivela che dei 40mila volontari nessuno ha voluto ripetere il test. Il prossimo incontro mondiale sarà ad ottobre: ingresso riservato a polizia, magistrati, scienziati ed avvocati www.janes.com/security/conference/llw2003/overview.shtml.

Pubblicato il

05.09.2003 01:00
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