Tar Med e bugie, la conferma (di parte)

“In un qualche modo il settore ambulatoriale degli ospedali pubblici viene finanziato con i soldi dello Stato”, dicono le cliniche private. “I sussidi dello Stato interessano solo il settore stazionario degli ospedali pubblici, non quello ambulatoriale”, conclude in sostanza una verifica commissionata dal governo. I risultati della verifica – noti dalla prima metà di febbraio al Consiglio di Stato che li custodisce con gelosia – smontano una delle argomentazioni principali del ricorso preparato dall’avvocato, consigliere nazionale e membro del Cda della Ars Medica Clinic Sa Fulvio Pelli per conto dell’Associazione cliniche private ticinesi (Acpt). L’Acpt aveva impugnato la decisione del Governo di fissare il valore del punto TarMed a 1 franco per le prestazioni ambulatoriali fornite dalle cliniche private. Invocando la neutralità dei costi rispetto al sistema di fatturazione anteriore, l’associazione chiede che lo stesso sia portato a 1 franco e 18 centesimi. «Le cliniche private hanno un mandato e delle prestazioni diverse rispetto al pubblico», aveva detto la presidente Mimi Lepori Bonetti sottolineando che «molte sovvenzioni erogate per lo stazionario affluiscono nel settore ambulatoriale (degli ospedali Eoc, ndr)» (area, n. 8-9, 20 febbraio 2004). La tesi dell’Acpt è stata però smentita da una verifica che il Consiglio di Stato ha commissionato all’Ispettorato delle finanze del Dipartimento delle istituzioni. La verifica – che avrebbe potuto (dovuto?) portare acqua al mulino delle cliniche – ha in effetti escluso che i sussidi statali all’Eoc vadano a finanziare in un qualche modo oltre che il settore stazionario anche quello ambulatoriale degli ospedali pubblici. Dal canto suo, Santésuisse Ticino già il 12 febbraio aveva richiesto i risultati della verifica. «Non ci hanno ancora risposto. Ma so già che non me la daranno», dice ad area il direttore Gian Paolo De Neri. Nelle osservazioni sul ricorso Acpt che invierà al Consiglio federale entro mercoledì, De Neri chiederà che il Consiglio di Stato presenti le conclusioni alle quali è giunto l’Ispettorato delle finanze. Conclusioni che, se prodotte, potrebbero ipotecare le possibilità di successo del ricorso Acpt preparato dall’avvocato, consigliere nazionale Prd e membro del Consiglio di amministrazione dell’Ars Medica Clinic Sa di Sorengo Fulvio Pelli, ertosi più volte negli ultimi anni a paladino del contenimento dei costi della salute. «È scandaloso – dice a questo proposito il consigliere nazionale socialista Franco Cavalli – che per soddisfare interessi personali un politico che da anni predica la necessità di contenere i costi della salute, allo stesso tempo si dia da fare per far pagare le stesse prestazioni quasi il 50 per cento in più nelle cliniche private rispetto agli ospedali pubblici. E questo ben sapendo che oggettivamente le condizioni di fatturazione sono le stesse nelle prime e nei secondi, poiché il settore ambulatoriale degli ospedali dell’Eoc non è oggetto di sovvenzionamento pubblico». Intanto, Berna ha negato l’effetto sospensivo chiesto da un ricorso di Santésuisse Ticino contro il valore del punto TarMed per le prestazioni ambulatoriali fornite dalle cliniche private. Fino alla decisione definitiva del Consiglio federale resteranno quindi in vigore i valori iniziali stabiliti dal governo cantonale (91 centesimi per gli studi medici privati; 1 franco per le cliniche; 83 centesimi per Eoc e Osc). Tali importi erano stati fissati dalla maggioranza di governo (Patrizia Pesenti contraria) ignorando i pareri di Mister Prezzi, della Conferenza dei direttori cantonali della sanità e dell’Ufficio assicurazione malattia, concordi – anche per uno scrupolo di contenimento dei costi della salute – nel raccomandare l’adozione di una comunità tariffale unica (valore del punto di 83 centesimi sia per le cliniche sia per gli ospedali pubblici).

Pubblicato il

05.03.2004 01:00
Stefano Guerra