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Tanta voglia di votare nonostante tutto
di
Dino Nardi
Nonostante che il governo italiano, in questa prima applicazione della legge sul voto all’estero (per corrispondenza) per il referendum sull’articolo 18 e sull’elettrosmog, abbia deciso di far votare gli italiani all’estero utilizzando, stranamente, le vecchie ed incomplete Aire (Anagrafi degli italiani residenti all’estero), invece delle più aggiornate Anagrafi consolari, per la cui bonifica lavorano da molti mesi oltre 350 contrattisti assunti a tale scopo nei vari consolati italiani di tutto il mondo, impedendo così a circa 800 mila emigrati di poter votare. Nonostante la confusione sulla data di scadenza del voto per corrispondenza: prima era stato indicato il 5 poi il 12 giugno. Nonostante la Rai abbia mancato di informare gli italiani in Europa sul voto per corrispondenza per i referendum (solo Rai International lo ha fatto, ma il segnale non è ricevibile in Europa dove vivono oltre due milioni di italiani). Nonostante l’assenza di pubblicità istituzionale sui referendum nella stampa degli italiani all’estero, come richiesto dallo stesso Cgie. Nonostante che i quesiti referendari non potessero appassionare gli emigrati. Nonostante che, in tutto il mondo, si siano verificate stramberie ed inconvenienti di ogni genere: nello stesso nucleo familiare, chi ha ricevuto e chi no il plico elettorale; plichi spediti a persone defunte da anni; chi pur avendo fatto l’opzione per continuare a votare in Italia ha poi ricevuto ugualmente il plico dal consolato; chi ha ricevuto la cartolina per il voto in Italia pur non avendo fatto l’opzione; chi ha ricevuto la cartolina per il voto in Italia ed anche il plico dal consolato; chi non ha ricevuto né l’una né l’altro; chi ha ricevuto ben due plichi identici dallo stesso consolato; chi, chi, chi…. Ebbene, nonostante tutto ciò e nonostante che, con tutta probabilità, moltissimi emigrati non abbiano voluto votare di proposito seguendo l’indicazione del proprio schieramento politico-sindacale, dai dati conosciuti risulta che abbiano comunque votato, in tutto il mondo, oltre mezzo milione di emigrati sui 2’200’000 che ne avevano il diritto secondo l’Aire. Un numero sicuramente notevole a dimostrazione della tanta voglia di votare a lungo repressa degli emigrati italiani. Basti pensare che per molti cittadini italiani all’estero, anche anziani, questa è stata la prima volta in cui hanno votato nella loro vita! Nella sola Svizzera, tanto per commentare il voto in un Paese in cui l’emigrazione italiana, anche per la vicinanza geografica, segue quotidianamente le vicende politiche e sociali italiane, la risposta degli emigrati al voto per corrispondenza è stata tra le più alte considerato che i votanti sono stati complessivamente il 31,7 per cento (su 298’098 plichi spediti dai consolati hanno votato 94’635 elettori) con la percentuale più bassa (21,8 per cento) a Coira e quella più alta (41,4 per cento) a Zurigo. Ovviamente c’è da sperare che tutte le stramberie e gli inconvenienti, che si sono verificati in questa prima occasione, nella gestione politica e burocratica del voto per corrispondenza, servano da esempio affinché non si ripetano nelle prossime, e certamente più importanti, elezioni politiche del 2006. Altrimenti sarebbero veramente dolori, soprattutto per il governo italiano!
Pubblicato il
20.06.03
Edizione cartacea
Anno VI numero 25
Rubrica
Economia
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