Giustizia

Tangenti svizzere in Angola: che brutta (Tra)figura

Il gigante del commercio di petrolio Trafigura a processo per un patto di corruzione avvenuto a Ginevra e portante su dei contratti milionari ottenuti nel Paese africano. Il dibattimento si apre oggi 2 dicembre al Tribunale penale federale di Bellinzona

Per la prima volta un colosso del commercio di materie prime finirà davanti ad un tribunale in Svizzera. L’“onore” spetterà a Trafigura, una delle più importanti società del settore, con casa madre a Singapore, ma operativa da Ginevra. Ed è proprio in riva al lago Lemano che ha avuto luogo la buona parte degli atti corruttivi contestati alla società dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC). Il processo inizia oggi 2 dicembre al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona.

 

Trafigura Beheer BV, l’allora casa madre del gruppo, è accusata di carente organizzazione d’impresa, per non avere impedito degli atti di corruzione. Al suo fianco compariranno anche il suo ex numero due, Mike Wainwright, un intermediario svizzero basato a Dubai e un ex funzionario pubblico angolano. Per tutti vale la presunzione d’innocenza.

 

area ha potuto consultare l’atto d’accusa, dal quale emerge il ruolo di una persona che non può essere processata: l’ex numero uno Claude Dauphin, deceduto nel 2015.

 

Un patto corruttivo


Quando Paulo Gouveia Junior è arrivato a Ginevra il 7 aprile 2009 su invito del gruppo Trafigura, tutto era quasi pronto. Le società offshore erano già state create e una lettera di raccomandazione su carta intestata della società di trading era stata inviata alla banca Crédit Agricole. Restava solo da espletare una manciata di formalità amministrative.

 

Paulo Gouveia Junior è all’epoca l’amministratore delegato e membro del Consiglio di amministrazione di Sonangol Distribuidora, una filiale della compagnia petrolifera nazionale angolana Sonangol EP. L’uomo alloggia nel prestigioso Four Seasons Hôtel des Bergues, un hotel a cinque stelle. La sua camera è stata prenotata dall’assistente personale del CEO e fondatore di Trafigura, Claude Dauphin.

 

Il giorno del suo arrivo, l’ospite si reca presso gli uffici del Crédit Agricole dove firma i moduli per l’apertura di un conto a nome di Wyland Group Limited, una società costituita qualche mese prima nelle Isole Vergini britanniche di cui era beneficiario. Ha poi visitato la sede di Trafigura e la casa di Claude Dauphin, per una cena privata. Il suo breve soggiorno a Ginevra, costato circa 800 franchi, è stato interamente pagato dal gruppo.

 

Secondo il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), è in questo periodo che ha avuto inizio un patto corruttivo messo in piedi da Trafigura per ottenere lucrosi contratti in Angola. Sul conto bancario di Wyland, il funzionario angolano ha ricevuto dalla società un totale di 5,8 milioni di dollari. Secondo il procuratore federale Grégoire Mégevand, si tratta di tangenti promesse da “uno o più rappresentanti del gruppo Trafigura, almeno dal defunto Claude Dauphin”. Secondo l’accusa, queste tangenti hanno permesso al gigante del commercio petrolifero di ottenere contratti che hanno generato profitti per oltre 140 milioni di dollari.

 

Il ruolo dell’ex amministratore delegato

 

All’epoca dei fatti, tra il 2009 e il 2011, Claude Dauphin era una delle figure chiave di Trafigura, responsabile delle relazioni commerciali e delle decisioni relative alle attività del gruppo in Angola. Per questo motivo, secondo il Procuratore federale, “deve essere stato necessariamente coinvolto nella decisione di concedere vantaggi indebiti a Gouveia”. Anche perché l’uomo è stato direttamente coinvolto nella creazione di questo schema di corruzione.

 

Il 10 luglio 2009, sul conto svizzero di Paulo Gouveia Junior sono stati accreditati 500.000 dollari. Il denaro proveniva da un conto presso il Credit Suisse di Zurigo intestato a Enelmer International LTD, una società costituita sei mesi prima nelle Isole Vergini britanniche e controllata da Mariano Marcondes Ferraz. All’epoca, Ferraz era conosciuto come “Mr Angola” all'interno della società di trading. Secondo la Procura federale, Enelmer è stata creata “su istigazione del defunto Claude Dauphin”. È stato lo stesso amministratore delegato a dare l’ordine di trasferire il denaro al funzionario angolano.

 

All’inizio di luglio 2009, il conto di Enelmer è stato a sua volta alimentato da 1,25 milioni di dollari versati direttamente da Trafigura alla Deutsche Bank di Londra. Enelmer e Wyland erano stati costituiti al solo scopo di “attuare il patto di corruzione”. Nell’ottobre 2009, tuttavia, Claude Dauphin decise che i favori concessi al funzionario angolano dovevano passare attraverso un altro canale.


Mister Non-Compliant

 

È così che entra in scena un’altra società, la Consultco, costituita nel 2006 nelle Isole Vergini britanniche ma operante da Dubai. Quest’ultima era gestita e posseduta al 50% da T.P.* un cittadino svizzero che aveva lavorato per molti anni per Trafigura in Angola e poi era diventato una sorta di intermediario per il gruppo nel paese africano, considerato uno dei più corrotti al mondo.

 

Consultco versava il denaro sul conto ginevrino di Wyland attraverso una banca di Dubai. Tra agosto 2009 e ottobre 2011 sono state effettuate sedici transazioni per un totale di 5,3 milioni di dollari. Il denaro è stato poi trasferito sul conto personale di Gouveia Junior presso l’Union Bancaire Privée a Ginevra, dove sono attualmente sequestrati 9 milioni di dollari.

 

Consultco aveva precedentemente ricevuto il denaro da un conto appartenente a DT Trading LTD, di cui Mike Wainwright e Mariano Ferraz erano all’epoca direttori. DT Trading era parte di DT Group, una galassia societaria basata a Singapore utilizzata da Trafigura per le sue attività in Angola.

 

DT Trading e Consultco avevano precedentemente firmato un contratto che, secondo l’MPC, aveva lo scopo di “dare un’apparenza di legittimità ai trasferimenti di fondi da DT Trading LTD a Consultco, che erano in gran parte destinati a corrompere Gouveia”. Per gestire queste transazioni, Trafigura aveva imposto la presenza di un intermediario incaricato di monitorare le attività di Consultco.

 

L’intermediario era J.H.*, un altro ex dipendente di Trafigura e fondatore di una società di Ginevra il cui unico cliente era proprio il gruppo di trading. Claude Dauphin soprannominò J.H. “Mr Non-Compliant”. Perché “faceva cose che non potevano essere fatte internamente al gruppo Trafigura”.


Il pentito Mariano Ferraz

 

In Svizzera, l’indagine è stata aperta solo nel 2020 e gli uffici di Trafigura sono stati perquisiti solo nell’aprile 2021. Il procedimento è iniziato grazie a una soffiata dal Brasile, dove Mariano Ferraz, condannato per corruzione nel caso Petrobras, aveva iniziato a collaborare con le autorità giudiziarie rivelando il suo coinvolgimento – e non solo il suo – nei pagamenti corrotti effettuati da Trafigura in Angola.

 

Mariano Ferraz è stato interrogato quattro volte dalla Procura federale svizzera, che lo aveva già a sua volta condannato nel 2019 per il suo coinvolgimento nel caso Lava Jato. È sulla base di questi interrogatori – a cui l’atto d’accusa fa spesso riferimento – che l’MPC ha potuto comprendere meglio il ruolo dell’azienda e dei suoi ex dirigenti, come Mike Wainwright e Claude Dauphin. Trafigura aveva cercato senza successo di escludere questi verbali dall’indagine.

 

Tramite il suo legale, Roman Pinösch, la famiglia di Claude Dauphin ha preso posizione affermando che si sarebbe di fronte a un tentativo, “all’interno del management di Trafigura, passato e presente”, di fare dell’ex capo una sorta di capro espiatorio. Gli altri avvocati delle persone coinvolte – Mike Wainwright, Paulo Gouveia Junior e T.P., tutti accusati di corruzione d’agenti pubblici stranieri – hanno preferito non esprimersi. Il servizio di comunicazione di Trafigura ha invece specificato che il gruppo “respinge tutte le accuse e si difenderà davanti al tribunale”.

 

* Nomi noti alla redazione.

Foto: TommyTrenchard_Panos/Public Eye

Pubblicato il

28.11.2024 15:46
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