Tagli telefonici

Nel 2000 il gigante svizzero delle telecomunicazioni, Swisscom aveva annunciato il taglio di più di 3 mila posti di lavoro. Lentamente, ma inesorabilmente, tali riduzioni d’organico si stanno per trasformare in realtà. La scorsa settimana, sempre nell’ambito di tale ristrutturazione, è stato annunciata la soppressione di 450 impieghi. Un taglio di 400 unità nel comparto Swisscom System e ulteriori 50 in It-Service. Per una volta il primo a perdere il posto di lavoro è stato un manager: il Ceo, ovvero il Chief executive officer, di Swisscom System. Un titolo altisonante inglese per indicare in pratica il direttore esecutivo. Si tratta di Werner Steiner discusso dirigente del gruppo Swisscom sostituito dal trentasettenne René Fischer, ex responsabile delle finanze di Fixnet. Toccherà a lui l’ingrato compito di realizzare il piano di ristrutturazione di System da qui a tre mesi. Un’azienda che si occupa principalmente di centraline di comunicazione per imprese e privati. Tra l’altro, il prodotto venduto e il servizio fornito sono di ottima qualità. «Non è questo che mettiamo in discussione – ci dichiara Angelo Zanetti, segretario cantonale del Sindacato della Comunicazione – ma la strategia di fondo dell’azienda». «Si è partiti alla grande – continua il sindacalista – con obiettivi ambiziosi, quasi irrealistici, e una struttura enorme rispetto al mercato svizzero. Si sapeva che alla lunga poteva creare problemi». Errori di management, dunque, che potevano essere evitati se si fossero ascoltati i sindacati che a loro tempo aveva fatto presente i problemi. «E a pagare ora rimangono solo i dipendenti» conclude Zanetti. La situazione finanziaria di Swisscom System è comunque drammatica. La riduzione del 25 per cento (400 su 1’600) dell’intero organico è un sintomo grave. Molto probabilmente se non facesse parte del gruppo Swisscom sarebbe già fallita da tempo. La liquidità per far fronte ai salari dei dipendenti è infatti assicurata dalla casa madre. «Come ha assicurato il presidente della direzione di Swisscom, Jens Alder – continua il sindacalista – sarà previsto un piano sociale ma non basta anche perché i piani sociali costano e Swisscom cerca di farle senza mettere un “cerotto”». Del problema della soppressione di posti federali in Ticino se ne occupa pure il deputato socialista in Gran consiglio Dario Ghisletta che ha presentato un’interpellanza parlamentare. Già autore di numerose interpellanze che affrontavano la questione della riduzione dei posti di lavoro delle ex regie federali (Swisscom, Ffs, la Posta) nella Svizzera italiana, chiede al governo se è ha avuto informazioni da Swisscom sulle recenti decisioni; in caso negativo chiederà spiegazioni; quali saranno per il Ticino le conseguenze occupazionali; e infine se il Consiglio di Stato intende fare sentire la sua voce presso le istanze competenti in difesa dei legittimi interessi economici regionali. Domande a cui l’Esecutivo dovrà rispondere nella prossima seduta del Parlamento cantonale.

Pubblicato il

30.08.2002 04:30
Generoso Chiaradonna