Sui conti sta tornando la scure

Il Preventivo 2008 è uscito dalla commissione della gestione con un deficit di 159 milioni (20 in meno di quando c'è entrato ma, ci scommettiamo, 100 in più di quelli che si registreranno a consuntivo) e con un unico rapporto pieno zeppo di firme con riserva. Prima di Natale sarà votato da destra a sinistra col naso turato. A far discutere sarà in particolare il dimezzamento del rincaro concesso ai dipendenti pubblici l'anno prossimo, l'ennesimo sacrificio che si chiede loro. Sempre meglio del dimezzamento per quattro anni, come proponeva il governo. La sinistra non ci sta e, alla resa dei conti, sembra che appoggerà la proposta del Ppd Beltraminelli di un nuovo contributo di solidarietà. Di Preventivo 2008 e politica finanziaria parliamo in questa intervista con Raoul Ghisletta, capogruppo socialista in Gran Consiglio.

Il nuovo governo ha iniziato la legislatura con, tra l'altro, la proposta di dimezzare fino al 2011 il rincaro riconosciuto ai funzionari cantonali, a tutti i docenti (cantonali e comunali) e agli operatori sociosanitari degli enti sussidiati (ospedali, case anziani, istituzioni sociali, servizi assistenza e cura a domicilio, servizi d'appoggio). Raoul Ghisletta, è d'accordo con chi sostiene che così facendo il nuovo governo si pone in una linea di continuità con l'"era Masoni" in materia di politica finanziaria?
Si tratta di un passo falso del nuovo governo: è stata una scelta dettata da motivi contabili, che è stata contestata da tutti i sindacati e che è stata sconfessata nella misura dei tre quarti anche dalla commissione della gestione (un gremio certamente non sindacale, visto che il Ps è presente solo con 4 commissari su 17). In effetti la commissione della gestione ha stralciato il 2009, il 2010 e il 2011 dal decreto legislativo sul rincaro e il plenum del Parlamento potrebbe ancora stralciare la misura di risparmio sul carovita anche per il  2008 (invero è la posizione del solo gruppo Ps). Oppure il Gran Consiglio potrebbe ridimensionarla fortemente accettando l'emendamento del capogruppo Ppd Paolo Beltraminelli, che sostituisce il taglio del 50 per cento del carovita con un contributo di solidarietà sulla quota di stipendio oltre i 20 mila franchi, una misura questa che non ha un effetto strutturale sugli stipendi e quindi non va ad intaccare i salari degli anni seguenti. Speriamo in ogni caso di non vedere più simili operazioni di risanamento strutturale che colpiscono il potere d'acquisto dei dipendenti, quest'anno messo a dura prova dal rincaro dei prezzi petroliferi.
D'altro canto il presidente del Plr Giovanni Merlini ha proposto in commissione una misura tipica della destra, il taglio lineare dell'1 per cento ai contributi. La proposta è poi stata lasciata cadere perché difficile da attuare tecnicamente, ma anche questo non le sembra un segnale che poco è cambiato rispetto alla passata legislatura?
La mentalità da contabile non è prerogativa di Marina Masoni, ma è ampiamente diffusa in parlamento, purtroppo. Il taglio lineare dell'1 per cento della voce contributi è un'operazione contabile cieca, che colpisce enti e persone fisiche sussidiati dallo Stato e alla quale il Ps è fermamente contrario. La sua attuazione è stata bloccata dal fatto che decine di leggi che danno dei diritti a sussidi alle persone (cassa malati, prestazioni complementari Avs/Ai, eccetera) e di contratti di prestazione avrebbero dovuto essere modificati in tempi improbabili, sollevando un grande numero di opposizioni e sicuramente anche scatenando qualche referendum. Tutto questo per risparmiare meno di 10 milioni. Un modo molto maldestro per avviare la legislatura.
L'impressione è che il confronto fra destra e sinistra sul Preventivo 2008 sia stato in tono tutto sommato minore, e che la battaglia decisiva sarà quella che si giocherà nelle prossime settimane sul Piano finanziario. È anche la sua impressione?
In realtà in commissione si è già discusso in modo vivace sul preventivo 2008, perché la destra voleva imporre sacrifici importanti per ridurre il deficit di almeno 25-30 milioni. Poi vedremo se lo scontro ideologico dell'era Masoni continuerà o se si cambierà finalmente rotta.
Cosa si aspetta dalle Linee direttive e dal Piano finanziario?
Occorre sviluppare sia la progettualità del Cantone, sia risanare le finanze cantonali: non è un'operazione impossibile, a patto di avere il coraggio di fare scelte strutturali sulle entrate, di aumentare la partecipazione dei Comuni forti alla soluzione dei problemi e di migliorare la gestione dello Stato (sprechi, clientelismo, eccetera). Per aver successo occorre lavorare sodo e in profondità, senza pregiudizi: ci sono tre anni di tempo. Dico chiaramente che è interesse della sinistra avere uno Stato risanato, perché altrimenti si crea lo spazio di manovra per la destra stile Udc che fa i tagli con il machete. E a lasciarci le penne allora sarà la popolazione meno abbiente o settori fondamentali come l'ambiente e la formazione.
Nell'ambito del Piano finanziario sarà anche esaminata la proposta del Ps di imporre maggiormente le persone giuridiche che hanno sede in comuni con un moltiplicatore d'imposta inferiore all'80 per cento. Con quali prospettive di successo?
L'hanno chiamata l'iniziativa Robin Hood e può avere le sue chances: si tratta di travasare risorse fiscali inutilizzate dai comuni forti ai comuni debolissimi, esclusi dallo sviluppo economico, sgravando di una quindicina di milioni il Cantone, che ha un deficit strutturale di 120 milioni circa. Il pregio di questa proposta è che è praticamente indolore. Le resistenze ovviamente si trovano sulla destra, perché essa è contraria a qualsiasi aggravio fiscale e addirittura con l'iniziativa popolare leghista all'esame del Parlamento vorrebbe togliere altri 150 milioni di entrate al Cantone (e questo dopo i 200 milioni di sgravi fiscali già accumulati dai vari tagli alle imposte dell'era Masoni).
I dipendenti dello Stato hanno già contribuito in maniera importante al risanamento dei conti pubblici. Stando ai calcoli del sindacato Vpod i funzionari pubblici dal 1992 ad oggi hanno perso il 5 per cento di salario reale. Altre valutazioni parlano addirittura del 10 per cento. A queste condizioni è ancora accettabile, per lei che è anche sindacalista, una compensazione solo nella misura del 50 per cento del rincaro per il 2008?
No, il taglio è inaccettabile, e questo per qualsiasi lavoratore, pubblico o privato. Con questo ulteriore taglio il carovita perso tra il 1993 e il 2008 sarebbe di circa il 5 per cento per i dipendenti cantonali e i docenti comunali della fascia salariale media; per i lavoratori del settore sociosanitario sussidiato sarebbe del 2,4 per cento. La perdita del rincaro non si recupera più, se non ottenendo un aumento reale dei salari: per questo si dice che è un taglio strutturale.
Perché il Ps si dice comunque favorevole al prelievo di un ulteriore contributo di solidarietà per il 2008? Senza ulteriori sacrifici da parte del personale, con un segnale negativo anche per i lavoratori del settore privato, è proprio impossibile risanare i conti?
Il Ps è per la piena compensazione del carovita, la situazione finanziaria non è drammatica a tal punto. Tuttavia, visto che il Ps rappresenta 18 deputati su 90, se perderemo la votazione sulla piena compensazione del carovita 2008 è logico che voteremo il contributo di solidarietà proposto dal capogruppo Ppd Beltraminelli, e questo come male minore, non perché ci piace. Il Ps fa l'interesse dei lavoratori e mi spiace che si possa equivocare sulla posizione del Ps. Sarebbe proprio da idioti non votare l'emendamento Beltraminelli perché esso è nettamente meno doloroso del taglio del carovita, in quanto non intacca in modo definitivo i salari e ha un impatto meno duro sui bassi stipendi. Non per niente l'emendamento è avversato dalla destra Plr-Lega-Udc che vuole un taglio strutturale dei salari.
Vede spazi di manovra per un referendum contro la compensazione solo parziale del rincaro, qualora questa fosse accettata dal Gran Consiglio?
La ritengo un'operazione molto rischiosa, che finirebbe per alimentare una campagna in stile Udc contro le condizioni dei funzionari pubblici, aprendo anche la strada ad ulteriori peggioramenti.  


Il commento: Fragile tregua

L'accordo pieno di riserve sul Preventivo 2008 è una fragile tregua. I partiti cercano di salvaguardare la quiete prima della tempesta per portare a casa senza troppi strappi almeno quello. Ma la tempesta è già all'orizzonte. È il Piano finanziario, da tempo atteso, promesso per la prossima settimana ma destinato a slittare ulteriormente. Per salvare il Preventivo c'è anche chi ha chiesto al governo di rimandarne la presentazione addirittura a dopo Natale. Che almeno si brindi e ci si ingozzi di panettone in santa pace. Perché col Piano finanziario arriveranno anche i dolori. C'è da trovare almeno 150 milioni all'anno. Che il governo proprio non riesce a far saltare fuori. Ed è grave, perché in piena congiuntura positiva il Ticino è uno dei pochi cantoni ad avere i conti in rosso e a non riuscire quindi a cumulare quegli spazi di manovra da sfruttare quando sarà crisi. Il fatto è che oggi mancano i soldi troppo facilmente regalati nell'era Masoni con sgravi fiscali scriteriati (i 150 milioni equivalgono più o meno agli sgravi introdotti dall'iniziativa della Lega e non combattuta dall'allora ministra delle finanze). E, quel che è più grave, non sembra che la maggioranza di centro-destra intenda cambiare di molto il metodo avuto negli ultimi anni per risanare le finanze. Di nuove entrate non se ne parla nemmeno (il giochetto con i riversamenti da Bancastato e Aet dà quel che dà ed è estemporaneo). Tutto quel che si riesce a pensare è di continuare a tagliare sulle uscite. È questa l'impostazione del Preventivo 2008 così come uscito dal governo, è in questa direzione che il Consiglio di Stato sta lavorando per allestire il piano finanziario. Così, dei 150 milioni che mancano, se ne vorrebbero far saltare fuori 100 dalla voce "contributi" erogati dal Dipartimento sanità e socialità (Dss), che oggi ammonta a 1,2 miliardi. Solo che di questi, circa la metà sono dovuti fino all'ultimo centesimo da norme federali. I 100 milioni dovrebbero quindi emergere dagli altri 600. Tagliando dove? Sui sussidi di cassa malati? Il referendum è già lì, pronto a farsi firmare e poi a trionfare in votazione popolare. Godiamoci allora questa tregua piena di riserve. L'anno nuovo ci riporterà probabilmente le vecchie lotte.

Pubblicato il

07.12.2007 03:00
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