Stop all'esclusione

Il motto proposto dall'Organizzazione svizzera di aiuto ai Rifugiati (Osar) per la Giornata internazionale del Rifugiato per il 2007 suonava: "Stop all'esclusione".
È stato un modo di ricordare alla popolazione e alle autorità svizzere come i rifugiati che bussano alle nostre porte, hanno bisogno di protezione e accoglienza, non di discriminazione e criminalizzazione. Porre fine all'esclusione è il presupposto di una politica dell'integrazione davvero efficace e non aleatoria.
La Giornata del 20 giugno dev'essere anche per tutti noi l'occasione di riflettere sulla realtà delle migrazioni: secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono almeno 40 i milioni di persone in fuga a causa della guerra, della persecuzione politica, culturale, etnica o religiosa, a causa di condizioni di vita disperate, ecc. Sono sotto i nostri occhi le immagini dai campi profughi del Darfur o del Medioriente. Non possiamo quindi accettare l'omertà di fronte alle ingiustizie e l'ignoranza delle cose, fare finta di niente o ancora affermare che la politica dei rifugiati è un problema di altri. Pure nel nostro paese dalla pretesa di lunga e navigata tradizione democratica, mi sembra urgente rafforzare la vigilanza civile sull'agire sociale e politico. "Stop all'esclusione" non è solo uno slogan ma  è anche un invito ad aprire gli occhi, il cuore e la mente; "Stop all'esclusione" è un appello a lottare ogni giorno, nelle modeste o grandi occasioni, contro qualsiasi forma di distinzione arbitraria, emarginazione, discriminazione razziale, culturale o religiosa; "Stop all'esclusione" vuol dire assumere un ruolo attivo nella vita pubblica e non accontentarsi di una cieca delega di responsabilità, in particolare nel campo dell'immigrazione.
Occorre una cultura politica diversa dall'attuale, fondata sulla capacità di riconoscere all'altro la sua dignità di essere umano. Che la critica si faccia costruttiva e l'opposizione rispettosa del pluralismo! Questo significa essere fedeli, sul piano istituzionale e collettivo, alle nostre radici storiche!



* Frate cappuccino. Questo testo è la sintesi del discorso pronunciato a Festate di Chiasso sabato 23 giugno in occasione della Giornata del rifugiato.

Pubblicato il

29.06.2007 00:30
Martino Dotta