Agli inizi di luglio, il DFE ha presentato una proposta di modifica della Legge sulla stima ufficiale della sostanza immobiliare del 13 novembre 1996, volta a rivedere le attuali stime vigenti per adeguarle ai valori di mercato. In buona sostanza, se la proposta di legge del Consiglio di Stato passerà, il valore ufficiale complessivo del patrimonio immobiliare potrebbe raddoppiare. Se per i proprietari questo incremento del valore di stima potrebbe essere neutralizzato grazie ad una parallela riforma fiscale, invece per gli inquilini le conseguenze potrebbero essere amare. L’Associazione svizzera inquilini non può infatti fare a meno di esternare la sua preoccupazione per gli effetti che tale riforma potrebbe avere per gli stabili sussidiati, ossia quelli assoggettati alla cosiddetta WEG, occupati da locatari che beneficiano sia degli aiuti federali sia dei sussidi cantonali. Infatti in queste abitazioni, il proprietario può mettere a carico dei propri inquilini, nel calcolo delle spese accessorie, l’intera imposta immobiliare da lui pagata. Ciò significa che proprio gli inquilini più svantaggiati che, per forza di cose, sono già a beneficio di aiuti pubblici, si vedrebbero costretti a sostenere un forte aumento delle spese accessorie, nonostante che, in definitiva, poi il proprietario, grazie agli sgravi fiscali, potrebbe vedersi neutralizzato l’incremento dell’imposta sulla sostanza immobiliare. Per le altre abitazioni, non assoggettate alla WEG e quindi poste sul libero mercato, un eventuale aumento della pigione, giustificato dal proprietario con l’incremento dell’imposta sulla sostanza immobiliare, potrebbe essere contestato, chiedendo al locatore il calcolo del reddito da lui ottenuto dall’immobile. In tali casi infatti, si potrà facilmente verificare se l’incremento dell’imposta immobiliare ha un effettivo impatto sul reddito che il proprietario percepisce dal suo stabile o se tale reddito non sia al contrario sproporzionato, tanto da giustificare addirittura una riduzione dell’affitto.
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