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St. Louis Bush
di
Flavia Parodi
Gli Stati Uniti sono un grande paese in cui si può scegliere tra un candidato alla presidenza di destra e uno leggermente meno di destra. Ed è questo che ha generato sentimenti anti-americani nelle sinistre di mezzo mondo. Un pregiudizio che ben presto si è saldamente radicato in Europa. In quest’Europa conformista mi pare lampante: se potessero voterebbero tutti John Kerry. Perché George W. Bush è cattivo, perché è un imbecille. Lo dicono anche i cineasti benpensanti e partigiani. Io no, preferisco parlare fuori dal coro (che è sempre sintomo di spirito critico e di intelligenza). Fossi americano voterei per Bush. Innanzitutto è figlio d’arte. Se questa garanzia vale per musicisti e attori perché non dovrebbe valere per i presidenti? Bush junior sarebbe un mentecatto? Mi ribello a questa calunnia. Veniamo all’attualità. Avete visto l’ultimo confronto televisivo tra i due sfidanti che si è tenuto a St. Louis? Ebbene, ho visto Bush che prendeva appunti mentre il suo avversario parlava. Dunque sa scrivere! Scusate se è poco. Migliaia di americani sono analfabeti. E Bush riusciva anche a rispondere alle domande del pubblico. Poveretto, pensate alla pressione psicologica che ha dovuto subire. Chiuso in uno studio televisivo, lui che è abituato a rilasciare dichiarazioni all’aperto, preferibilmente sui campi da golf. Bush ha quel faccino simpatico da koala. Ma non è soltanto simpatico e alla mano. È anche un amico fedele, uno che sa mantenere le promesse. Ha saputo ottenere alleggerimenti fiscali per i suoi amici ricchi. E i ricchi sono meno dei poveri quindi sono poche le persone che hanno potuto beneficiare di questi tagli che non possiamo dire generalizzati ma mirati. Bisogna saper interpretare le cifre: avesse concesso sgravi fiscali ai poveri – che sono un esercito – non avrebbe favorito solo una cerchia ristretta di pochi intimi e avrebbe dunque sostenuto un’iniziativa più onerosa. Chiaro? Sempre durante il faccia a faccia di St. Louis ho visto Bush rivolgersi veemente a Kerry: «voi vorreste creare un sistema sanitario gestito dallo Stato». Orrore! Dove siamo? A Cuba? Anche la sanità è giusto che si sottometta alle sante leggi della libera concorrenza. Perché mai lo Stato dovrebbe mettere il naso ovunque? Pensate forse che i medici, o gli ospedali o le compagnie assicurative siano tanto sprovveduti da non riuscire a sopravvivere in aperta concorrenza? O pensate forse che i cittadini non possano inchinarsi allo stesso principio? D’accordo, non tutti avranno i mezzi per curarsi. Può sembrare ingiusto. D’altra parte la natura stessa è ingiusta e crudele. E i poveri sono tanti e non rischiano di certo l’estinzione. Ditemi voi se questi non sono argomenti convincenti. C’è un’unica raccomandazione da fare: chi può voti Bush anche per il resto del mondo. E poi Kerry è cattolico. Salvategli la pelle, sapete tutti che ai presidenti cattolici può capitare di fare una brutta fine.
Pubblicato il
15.10.04
Edizione cartacea
Anno VII numero 42
Rubrica
L’occhio destro
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