Spagna, passa la stretta sul lavoro precario

In Spagna, 10 anni fa, i lavoratori ultraquarantenni avevano un posto di lavoro fisso e godevano della protezione contro il licenziamento. I più giovani invece si barcamenavano tra un impiego temporaneo e l’altro. Le critiche a questa spaccatura del mercato del lavoro erano corali.

 

La risposta neoliberista dell’allora primo ministro conservatore Manuel Rajoy è stata semplice: nel 2012 ha tagliato la protezione contro il licenziamento e ha istituito contratti di lavoro ancora più flessibili. In questo modo ha reso più facile il licenziamento delle persone più anziane e un loro impiego a tempo determinato. Rajoy ha anche indebolito la contrattazione collettiva, consentendo così ai padroni di negoziare a livello aziendale salari più bassi di quelli del contratto di categoria e, in una situazione di vuoto contrattuale, di peggiorare le condizioni di lavoro.


Oggi, il mercato del lavoro spagnolo è il più precario dell’Unione europea: un quarto di tutti i contratti di lavoro sono a tempo determinato; e tra i nuovi più della metà! Particolarmente precaria è la situazione nell’edilizia: i lavoratori perdono il posto ogni volta che si conclude una costruzione.


Quando la coalizione di sinistra tra Psoe e Podemos è arrivata al governo ha promesso di combattere la precarietà. La ministra del lavoro Yolanda Díaz nel 2021 ha negoziato un pacchetto di compromesso con il padronato e i sindacati Comisiones Obreras e Unione generale dei lavoratori (Ugt), con cui si definisce che un contratto di lavoro è di regola a tempo indeterminato. In futuro i lavoratori edili verranno assunti in modo permanente. I contratti a termine continueranno a esistere solo per i lavori stagionali e nell’ambito del rimpiazzo di personale. E gli stage sono limitati e regolamentati. I contratti collettivi riacquisiscono forza: le loro disposizioni cardine continuano a valere anche in caso di vuoto contrattuale e i salari previsti dai contratti settoriali hanno la precedenza sugli accordi aziendali. I datori di lavoro dal canto loro beneficeranno dell’introduzione dell’assicurazione statale per il lavoro ridotto.


I partiti di governo Psoe e Podemos hanno approvato questa riforma del lavoro. Ma in parlamento, lo scorso 3 febbraio, si è sfiorato il naufragio. Il partito conservatore era contrario perché continua a difendere con orgoglio la legge neoliberale del 2012. L’estrema destra di Vox ha votato no perché contraria a un rafforzamento dei sindacati. Alcuni partiti autonomisti volevano fare un dispetto alla popolare Yolanda Díaz. «Un deplorevole spettacolo di tattica politica!», si è indignato Unai Sordo, Segretario generale delle Comisiones Obreras. Ma alla fine, grazie a una risicata maggioranza di fortuna (175 sì contro 174 no, perché un deputato conservatore ha votato per errore a favore del testo), la nuova legge è passata. «Una vittoria per i precari», esulta Unai Sordo.

Pubblicato il

17.02.2022 10:18
Roland Erne