La sinistra portoghese da quattro anni dimostra come si può garantire una maggioranza di governo: i socialisti e i partiti alla loro sinistra hanno stretto un patto, sulla base del quale i primi governano e gli altri assicurano che il programma sociale negoziato insieme venga anche effettivamente realizzato. I sindacati, dal canto loro, fanno pressione dal basso. Questo patto, che ha portato a quattro anni di riforme, è stato confermato nelle elezioni di ottobre, in cui la sinistra nel suo complesso ha aumentato i consensi e guadagnato seggi. In Spagna è successo l’esatto contrario: qui la sinistra ha dato uno spettacolo triste. In una situazione simile a quella del Portogallo, tra Psoe e Podemos c’è stato per mesi un continuo tira e molla sulle poltrone: i due leader Pedro Sánchez e Pablo Iglesias si sono comportati come cane e gatto. I sindacati esortavano i due partiti a trovare finalmente un’intesa e ad affrontare i problemi dei lavoratori e dei pensionati. Un’aspettativa condivisa anche dalla base elettorale. Ma invano. Nella speranza di guadagnare voti e seggi, il capo del governo e leader socialista Sánchez ha preferito indire nuove elezioni. Una «roulette russa» e un atto «totalmente irresponsabile», ha subito criticato con toni insolitamente duri il segretario generale del sindacato Comisiones Obreras Unai Sordo, temendo che molti elettori della sinistra, infastiditi dai giochetti politici, avrebbero disertato le urne. Cosa che puntualmente si è verificata. Nelle elezioni di novembre i socialisti e Podemos hanno infatti perso numerosi seggi in Parlamento. La loro «punizione», ha poi commentato Sordo. Il peggio è che a guadagnare da questa situazione è stata l’estrema destra di Vox. Perlomeno la destra non ha una maggioranza in Parlamento, il che offre alla sinistra una seconda possibilità. Comisiones Obreras torna a chiedere un patto per un’«Agenda sociale». Al posto di una «politica dei piccoli passetti», servono ora riforme incisive: nell’ambito della legislazione sul lavoro, delle pensioni e della riconversione ecologica. Ma guarda un po’: ciò che in precedenza non è stato possibile per mesi, Pedro Sánchez e Pablo Iglesias lo hanno realizzato in pochi giorni. È il “pre-accordo” per un governo progressista di coalizione tra socialisti e Podemos. Chissà, i due leader politici, imparando dai loro errori, sono forse diventati più saggi.
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