Se i top manager sono considerati dei semidei allora quelli svizzeri sono divinità a tutti gli effetti. Perché sono più bravi degli altri? No, perché sono quelli che riescono ad ottenere gli stipendi più alti d’Europa. La classifica degli “enfant prodige” (vedi tabella sotto) mostra infatti che fra i primi dieci della classe sei portano la casacca rossocrociata. Come è possibile? L’abbiamo chiesto a Dominique Biedermann, direttore della fondazione d’investimento di fondi pensione Ethos. «Me ne frego di quello che pensano di noi, continueremo a dire la nostra alle assemblee degli azionisti. È una questione di trasparenza», ci ha detto Biedermann che recentemente si è opposto al doppio mandato di Peter Brabeck all’interno di Nestlé. Brabeck che è ora, ma solo per pochi voti, diventato sia direttore esecutivo che presidente del consiglio d’amministrazione della multinazionale. Ovvero: adesso Peter controlla…Brabeck. Dominique Biedermann, i top manager svizzeri sono i più pagati d’Europa. È stupito da questa notizia? Sì, decisamente. E questo perché non c’è nessuna ragione che possa giustificarlo, neppure nel confronto internazionale. Perché il manager di Ubs deve essere molto più pagato di quello della grande banca inglese Hsbc? Non ci sono motivi plausibili, lo ripeto. Come si spiega l’anomalia svizzera? Io vedo due ragioni principali. Prima di tutto perché da noi la trasparenza sugli alti stipendi è ancora un tabù. La legge impone che le imprese indichino unicamente il salario del consigliere d’amministrazione più pagato. Così possiamo sapere che Daniel Vasella è il più pagato di Novartis, ma non quanto prendono singolarmente gli altri amministratori. E credo proprio che sono cifre decisamente alte (in questi giorni al Consiglio degli Stati Cristoph Blocher si è battuto come un leone per togliere la già poca trasparenza sugli stipendi dei top manager, ndr). Ma secondo me non basta solo sapere quanto guadagnano, ma anche i meccanismi che portano a quel salario. Il salario di Vasella si è moltiplicato per cinque negli ultimi anni, per quale motivo? Come si giustifica questa gratifica? Chi decide il salario del top manager? Questa è la seconda ragione di cui le parlavo. Attualmente è lo stesso consiglio d’amministrazione che lo decide. Ma come? Brabeck decide da solo il suo stipendio? Non proprio, le cose sono più sottili. Solitamente quando viene deciso il salario di uno degli amministratori questo esce dalla sala. Ma crede davvero che per quelli rimasti ci siano degli incentivi ad abbassarsi lo stipendio a vicenda? Li chiamano comitati di remunerazione ma non esiste alcun meccanismo decisionale trasparente, non ci sono controlli esterni. Quando noi azionisti chiediamo spiegazioni queste non ci vengono fornite. Conosciamo solo l’ammontare globale e il salario più alto. È troppo poco evidentemente. Gli unici paesi che hanno un livello di trasparenza soddisfacente in questo senso sono l’Inghilterra e l’Olanda, dove ne succedono delle belle. In questi giorni ci sono 30 mila olandesi che si rifiutano di pagare le bollette della luce e del gas perché ne hanno abbastanza delle remunerazioni da sultano dei manager non di imprese private, ma di quelle statali. È ora anche in Svizzera di lavare i panni sporchi in piazza. Ethos gestisce 825 milioni di franchi per conto di diverse casse pensioni. Non potete fare pressione minacciando di ritirare i soldi che avete investito nelle imprese che ritenete poco trasparenti? No, non possiamo farlo. Siamo degli investitori istituzionali e siamo obbligati per legge ad investire i fondi pensionistici secondo precisi indici.

Pubblicato il 

29.04.05

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