Non da sindacalista o da lavoratore impegnato, ma da semplice osservatore “esterno” ci si può chiedere: perché il lavoro non è più forte e spesso perdente? (Per converso, c’è l’altra domanda: perché il capitale è invece sempre più forte e predatore?). Ci si pone la domanda forse per due ragioni. La prima è che si rileva una difficoltà crescente a far valere i diritti del lavoro (anzi, si tende a scardinarli). La seconda è che se i lavoratori si organizzassero meglio, acquisterebbero più forza. Più potere e forza si ottengono però unendosi. Capito su un saggio di un noto economista francese (Thierry Pech), saggio già intrigante nel titolo (traduco: Il sindacalismo alla prova del capitalismo separatore) che sembra porre analoghe domande. Le risposte fanno riflettere.
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