Tra le comunità italiane nel mondo in molti si pongono la domanda (retorica) se "non si stava meglio quando si stava peggio". Ci si domanda a cosa sia servito aver lottato per decenni da parte degli emigrati per ottenere, con la legge sul voto all'estero, un impianto istituzionale di rappresentanza democraticamente eletto che si avvale dei Comites, Intercomites, Cgie e, soprattutto, dei diciotto parlamentari della Circoscrizione Estero, se poi il risultato è quello che, oggi, è sotto gli occhi di tutti e cioè un vero e proprio disastro per gli italiani all'estero. Alcuni esempi. Esclusione dai benefici dell'esenzione dell'Ici sulla casa da loro posseduta in Italia. Per gli emigrati anziani in stato di indigenza è stato azzerato, con la Finanziaria 2009, il fondo grazie al quale nel 2008 avevano potuto ottenere l'Assegno di solidarietà e, se optassero per un rimpatrio, si vedrebbero comunque negare l'Assegno sociale poiché raramente potrebbero far valere il requisito dei dieci anni di residenza in Italia, introdotto dall'attuale governo. Un taglio del 37 per cento al finanziamento dei corsi di lingua e cultura italiana frequentati da circa 700 mila ragazzi in tutto il mondo, per cui un terzo dei corsi si stanno già chiudendo. Un altro taglio ha colpito le spese di gestione della rete consolare, con una ricaduta negativa sui servizi (già penosi) erogati agli utenti, ovvero alle comunità italiane all'estero. Come se tutto ciò non bastasse, il governo continua a non convocare la Conferenza Stato-Regioni/Province autonome-Cgie prevista dalla legge: un fatto gravissimo. Come pure un fatto gravissimo, che lede un principio democratico, è stato quello del rinvio al 31 dicembre 2010 del rinnovo dei Comites (in scadenza quest'anno) per recuperare 7 milioni di euro. Che dire, infine, del taglio al finanziamento dello stesso Cgie che, di conseguenza, per il 2009, dovrà ridurre la sua attività, peraltro prevista dalla stessa legge che lo ha istituito. Tuttavia, la domanda retorica "se non si stava meglio quando si stava peggio" è soprattutto legata all'immagine d'inefficienza degli eletti nella Circoscrizione Estero di saper rappresentare in Parlamento (dove si fanno le leggi) gli interessi dei loro elettori. Un'accusa, implicita nella domanda, rivolta a quei parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, che fanno parte della maggioranza di centrodestra che sostiene il governo Berlusconi, i quali non sembrano dimostrare particolare interesse ai problemi degli emigrati e degli italiani all'estero arrivando, addirittura, a snobbare i lavori del Comitato per gli italiani all'estero della Camera dei Deputati. Tanto da meritarsi, perfino, un richiamo dello stesso presidente, l'onorevole Zacchera. Probabilmente questi parlamentari non si rendono conto che, se fallisce la politica dello Stato rivolta agli italiani all'estero, nel fallimento saranno trascinati pure loro, anche se gratificati comunque dalla pensione di parlamentare che non è certamente poco, anzi! |