Il libero accesso alla rete ferroviaria nazionale è una realtà ormai consolidata. E l’arrivo delle compagnie ferroviarie estere sui binari di una rete fino a pochi anni fa appannaggio delle Ffs sta portando con sé fenomeni nuovi, come la pressione al ribasso sui salari e sulle condizioni di lavoro. Anche nel settore ferroviario il dumping comincia ad insinuarsi, incaricandosi tra l’altro di mettere a nudo i limiti di strumenti legali e contrattuali che hanno corso per decenni lungo i sicuri binari del monopolio Ffs e che ora si trovano a doversi confrontare con la realtà di un mercato (in particolare quello del traffico merci) vieppiù liberalizzato. Per questo il Sindacato del personale dei trasporti (Sev) è sul chi vive. Negli ultimi mesi ha aperto una vertenza con la Bls e il suo partner tedesco Railion riguardo l’impiego di macchinisti assunti a condizioni germaniche. Poi ha denunciato a Berna le violazioni della legge sulla durata del lavoro compiute dalla Tx Logistik, società tedesca con una sede a Basilea che da un anno spedisce i suoi treni merci “Hannibal” attraverso il Gottardo. Infine, sta allacciando contatti in vista dell’elaborazione di un contratto collettivo di lavoro per l’intero settore ferroviario. area ne ha parlato con Giorgio Tuti, vicepresidente del Sev. Giorgio Tuti, quanti casi di dumping avete documentato finora? Sin qui uno solo. L’Ufficio federale dei trasporti non si assume le sue responsabilità in materia di controlli. Attraverso i nostri iscritti noi però siamo a conoscenza della situazione. Mentre nell’edilizia il dumping è soprattutto di tipo salariale, nel settore ferroviario riguarda le condizioni di lavoro. È appunto il caso della Tx Logistik [si veda anche box sotto, ndr]. Ora stiamo verificando se esistono altre situazioni del genere. Per il momento non posso dire se esistono casi simili alla Railion [filiale merci della Deutsche Bahn, che detiene il 20 per cento delle azioni della Bls, ndr] o alla rail4chem [compagnia tedesca che in collaborazione con Ferrovie Nord Milano e la sua filiale merci ha inaugurato lo scorso 13 dicembre la tratta Rotterdam-Brescia, ndr]. Stiamo parlando con i nostri iscritti che lavorano per loro. Ed è un lavoro che cominciamo a fare in modo generale, dappertutto. La situazione è peggiorata con l’aumento del traffico merci a seguito del recente cambiamento di orario? No, non direi. Però ci stiamo rendendo conto che casi come quello della Tx potrebbero diventare più frequenti. Questa è la vera faccia della concorrenza nel mercato del traffico merci: ci sono imprese che cercano di trarne il massimo dei vantaggi. Lo scorso 1. settembre il Sev aveva minacciato di bloccare un treno Bls/Railion diretto ad Erstfeld per protestare contro l’impiego di macchinisti tedeschi con salari largamente inferiori a quelli vigenti in Svizzera. Cosa ne è di questa vertenza? A differenza della filiale svizzera della Tx – sottoposta quindi alle leggi svizzere – la Railion collabora con la Bls ma non ha una sede in Svizzera. L’art. 9.2 della Legge federale sulle ferrovie [sull’interpretazione del quale l’Ufficio federale dei trasporti si deve esprimere prossimamente, ndr] dice che tutte le imprese che hanno ottenuto l’autorizzazione di libero accesso alla rete devono rispettare le prescrizioni in materia di diritto del lavoro e garantire le condizioni di lavoro del settore. Noi sosteniamo che le condizioni da rispettare in questo senso sono quelle svizzere. La tesi contraria è che se un’impresa tedesca opera in Germania rispettando le condizioni di lavoro del settore, allora ciò vale anche per la Svizzera. Bisognerà vedere cosa decide l’Uft. Il vicepresidente del Sev François Gatabin ha detto recentemente che per ora il sindacato può accettare che macchinisti Railion con salari tedeschi conducano treni Bls in Svizzera se, quale contropartita, altrettanti macchinisti Bls con salari svizzeri possono condurre treni in Germania. Questo “scambio di prestazioni” non è rischioso? La questione è delicata. Il Sev punta comunque sull’interpretazione di legge sperando che l’Uft chiarisca che le “condizioni di lavoro del settore” sono quelle svizzere, non quelle germaniche. A dipendenza di ciò decideremo come agire. A che punto è l’elaborazione di un contratto collettivo di lavoro (Ccl) per l’intero settore frerroviario? Abbiamo un progetto. L’obiettivo a medio termine è quello di concludere un Ccl mantello per l’intero settore a livello nazionale, cercando di far sì che possa essere dichiarato di forza obbligatoria. L’idea è che ci siano poi dei contratti aziendali che vadano oltre questo contratto mantello. Però siamo solo agli inizi. Uno dei problemi è che le diverse imprese – o perlomeno le più grosse – non hanno ancora costituito un’associazione padronale. Ne stanno discutendo, così come stiamo facendo noi con le altre organizzazioni sindacali. box Già in novembre il Sev ha denunciato all’Ufficio federale dei trasporti (Uft) le violazioni della legge sulla durata del lavoro compiute dalla Tx Logistik GmbH Svizzera, una succursale della casa madre tedesca di cui Trenitalia detiene il 15 per cento delle azioni. Turni di 16, 18 o persino di 22 ore, quando la durata del lavoro in un turno può essere al massimo di 10 ore e il turno (lavoro più pause) al massimo di 12, eccezionalmente (ad esempio in caso di perturbazioni) di 15 ore. «Alla Tx Logistik queste non sono eccezioni, sono la regola! (...) Ed è ancora peggio che se si trattasse della retribuzione, perché se non si rispetta la legge sulla durata del lavoro ne va della sicurezza e della salute», ha detto recentemente Giorgio Tuti intervistato dal giornale del Sev “Lavoro&Trasporti” (n. 2, 27 gennaio 2005). A seguito della segnalazione del sindacato, l’Uft aveva chiesto alla società la documentazione relativa agli orari di lavoro. L’incarto è pervenuto negli scorsi giorni a Berna. I responsabili del dossier hanno cominciato ad esaminarlo, «ma per ora non possiamo ancora dire in quale direzione va la cosa», dice ad area il portavoce dell’Uft Gregor Saladin. Bisognerà attendere ancora qualche giorno anche per l’altro oggetto controverso all’esame dell’Uft: l’interpretazione dell’articolo 9.2 della Legge federale sulle ferrovie relativo alle “condizioni di lavoro del settore” (vedi articolo principale). Un comunicato stampa è previsto per la seconda metà di febbraio.

Pubblicato il 

04.02.05

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