Sentenza smemorata e disonesta

Non sono un lettore dei cosiddetti “quotidiani gratuiti a formato ridotto”, ora presenti ovunque in Svizzera tedesca e romanda. Ma quando non sono in sede essi rimpiazzano la lettura tranquilla dei quotidiani in casa. Così, subito dopo la telefonata della redazione di area che mi richiama l’impegno assunto di scrivere regolarmente il mio pezzo, mi ritrovo a scegliere un tema adatto. Fortunatamente “20 minutes” mi ispira, poichè riporta la notizia di agenzia secondo cui un procuratore del Canton Soletta avrebbe confermato in una sua decisione che il provvedimento preso da un padrone di un dancing di non ammettere un kossovaro poichè appartenente ad un paese balcanico sarebbe del tutto legale, poichè esso non contraddirebbe esplicitamente al dettato della legge contro il razzismo. Sempre stando al dispaccio di agenzia la discriminazione basata su un “fattore geografico” (il cliente voleva entrare nella sala da ballo, ma proveniva da un paese che il padrone del locale considera indesiderato) non contraddice alle nostre leggi. Non so cosa sia passato nella testa del procuratore solettese, ma il fatto che egli si sia riferito solo alla legge svizzera contro la discriminazione razziale, dimenticando (almeno così sembra) altre referenze, lo rende particolarmente ottuso nella sua argomentazione. Quelle basate sulla razza, sulla appartenenza etnica o sulla religione non sono che esemplificazioni e concretizzazioni di una discriminazione fondamentale che può prendere molti volti a seconda delle circostanze. Si è dimenticato il procuratore di Soletta che la Svizzera ha ratificato le convenzioni del Consiglio d’Europa sui diritti umani fondamentali ed in cui ogni forma di discriminazione è bandita per principio? È vero che la nostra costituzione federale non è particolarmente generosa nell’elencare le singole forme che può prendere la discriminazione dei cittadini a partire da vari criteri. Ma anche se la “discriminazione geografica” non è citata expressis verbis, penso che un procuratore che rifletta minimamente su un episodio del genere avrebbe potuto arrivare a conclusioni del tutto diverse. Fortunatamente ci sono ancora varie possibilità di ricorso ed il malcapitato kossovaro ha già affermato di voler ricorrere alle istanze superiori. Gli auguriamo buona fortuna, non solo a suo vantaggio, ma anche nostro. Offesa è stata infatti non solo la sua dignità di essere umano ma anche quella di noi tutti, da lui rappresentata. Non ho l’abitudine di frequentare le balere, ma vorrei vedere il nostro procuratore confederato, magari in vacanza sulla costa dalmata, all’entrata di un locale da ballo di qualche località balneare dell’adriatico orientale, e respinto all’entrata perché proveniente da un paese “indesiderato”...

Pubblicato il

28.04.2006 12:30
Alberto Bondolfi