Sempre più banca-posta

L'annuncio del direttore generale della Posta Ulrich Gygi sulla previsione di un utile record di oltre 900 milioni per il 2007 non ha scaldato – per il momento – troppo gli animi. Nell'intervista concessa al settimanale Sonntag il patron del gigante giallo si affrettava inoltre ad aggiungere che, in ogni caso, la ristrutturazione degli uffici postali non si sarebbe arrestata con il buon risultato d'esercizio. Nel corso del 2008 – ha fatto capire Gygi – il progetto Ymago farà sparire altri uffici postali tradizionali. Le "agenzie postali" – parecchio remunerative, soprattutto per la Posta – aumenteranno così dalle attuali 70 a 200.
Ed è proprio sul settore degli invii delle lettere che si sono finora concentrate le attenzioni e le critiche al gigante giallo, reo di guadagnare troppo nel settore "mail". Una critica fondata (si veda l'articolo a pagina 4), ma che potrebbe cadere quando nel 2011 la Posta perderà il monopolio anche sulle lettere sotto ai 100 grammi. Ma il vero pericolo per la Posta verrà da un'altra parte.
In questi ultimi anni l'azienda ha cambiato pelle più di quello che si crede. Lo mostrano le cifre di bilancio. Da un utile di 100 milioni nel 2000 la Posta è cresciuta fino agli 811 milioni del 2005 e agli 837 del 2006. Cifre davvero notevoli ottenute grazie soprattutto a due settori. Il primo appunto quello degli invii, che è anche il settore in cui il personale l'ha pagata e continua a pagarla più cara. Ma la gallina dalle uova d'oro per il gigante giallo è sempre più "Postfinance". La scomposizione del risultato d'esercizio per settori la dice lunga: ben 312 milioni degli 811 di utile del 2005 sono stati realizzati grazie alla "banca-posta", nel 2006 sono stati 245. Nel primo semestre del 2007 Postfinance ha contribuito per il 25 per cento ai risultati di metà anno. Dalla voce «altri ricavi d'esercizio» (83 milioni di franchi al 30 giugno 2007) si capisce inoltre che l'anno appena conclusosi è stato anche l'anno in cui la Posta ha cominciato a vendere gli uffici postali che ha fatto chiudere («beni immobiliari non più necessari dal punto di vista operativo», si legge nella relazione semestrale).
E alla luce di questi risultati il settore bancario, con le sue lobby politiche attive in Parlamento, comincia a mugugnare. La "banca-posta", che ha un enorme potenziale di crescita, comincia a far paura. Le stesse persone che negli ultimi anni hanno scalpitato per scorporare le regie federali cominciano ora a storcere il naso di fronte alla nuova realtà. La sola rete postale e la mole del traffico pagamenti gestito sono un indubbio vantaggio competitivo. C'è da scommettere che dietro le quinte c'è già chi lavora per tarpare le ali al nuovo e scomodo gigante. Forse un giorno ci troveremo paradossalmente nella situazione di dover difendere la "banca-posta" per poter difendere il suo ruolo di servizio pubblico.

Pubblicato il

11.01.2008 00:30
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