Se pochi vogliono fare il muratore

Sono pochi i giovani che oggi scelgono di fare un apprendistato come muratore, una professione che secondo gli impresari è "ingiustamente demonizzata". Unia rende invece attenti alla crescente precarizzazione e alla mancanza di sicurezza nel settore.

Il ricorso a lavoratori interinali e al subappalto nell'edilizia è sempre più frequente, con le conseguenze che questo comporta in termini di condizioni di lavoro. Basti pensare che negli ultimi sei anni il numero di manovali è quasi raddoppiato, mentre quello dei lavoratori qualificati è rimasto più o meno stabile. Ciò implica uno schiacciamento delle qualifiche e quindi dei salari (e in Ticino gli operai qualificati e i capi muratori hanno già i salari minimi più bassi della Svizzera). In questo contesto, la sezione ticinese della Società svizzera impresari costruttori (Ssic) ha deciso di rilanciare la professione del muratore, dal loro punto di vista "ingiustamente demonizzata", e spingere i giovani a scegliere un apprendistato nel settore (v. articolo sotto).
Dario Cadenazzi, responsabile del settore edilizia per Unia Ticino, spiega che sono soprattutto i capi muratori a mancare attualmente: «in Ticino abbiamo circa 7'300 lavoratori nel settore dell'edilizia, di questi circa 1'400 sono operai non qualificati e solo 400 sono capi muratori». Questo "buco" è dovuto soprattutto alla partenza di molti capi che hanno beneficiato del prepensionamento, ma che non si è stati in grado di sostituire perché, secondo il sindacalista «in Ticino manca la cultura d'impresa. Alcune ditte non hanno pensato a formare al loro interno delle persone che avrebbero potuto prendere il posto dei capi in partenza e così sono rimaste senza».
Si può quindi in parte capire perché, proprio ora, la Ssic abbia lanciato una campagna per invogliare i giovani all'apprendistato di muratore, promettendo possibilità di carriera ai futuri apprendisti. Nella campagna della Ssic colpisce l'accento messo sulle possibilità di carriera, sul "lavoro sicuro", e su un "contesto economico affidabile e dal futuro promettente". Affermazioni che fanno rabbrividire chi, come Cadenazzi, si occupa di difendere i diritti dei lavoratori edili in un contesto di precarizzazione crescente, di mancanza di sicurezza e di scarsa tutela della sicurezza e della salute. Una situazione lavorativa che di certo non facilita le condizioni per un apprendistato di qualità.
«Quello del muratore può essere un bellissimo mestiere. – spiega il sindacalista - È un lavoro dignitoso e importante, ma che oggi è attaccato su più fronti: a partire dalla tutela della salute, passando per la sicurezza, i ritmi di lavoro sempre più pressanti, la precarizzazione, lo schiacciamento delle qualifiche e dei salari, per arrivare fino alla mancata applicazione del contratto collettivo». Nel 2010, infatti, i ritmi di lavoro sui cantieri sono aumentati, così come il ricorso a lavoratori interinali spesso non adeguatamente formati. Personale non formato che, dovendo lavorare di più e più velocemente, può non prestare la giusta attenzione alle norme di sicurezza e, come purtroppo la cronaca dimostra, questo può avere conseguenze irrimediabili.
«Fare il muratore non solo è logorante dal punto di vista fisico (ed è anche per questo che abbiamo ottenuto il diritto al prepensionamento nel settore), ma può anche essere pericoloso, soprattutto quando, come succede ora, si deve lavorare sotto pressione», prosegue Cadenazzi, che conclude «oggi ci troviamo di fronte a una situazione degenerata per quanto riguarda l'applicazione del contratto collettivo di lavoro dei muratori, che potenzialmente è invece un contratto mantello forte, al quale siamo arrivati grazie alle lotte sindacali portate avanti negli anni dagli operai». Le professioni dell'edilizia hanno infatti una lunga tradizione sindacale alle spalle, oltre che un'innegabile importanza storica per il Ticino e per la Svizzera.

Apprendisti motivati cercansi

È in corso una campagna pubblicitaria da parte degli impresari costruttori per attirare i giovani verso la professione del muratore. Perché?

Rivalutare e rilanciare la professione di muratore, questo è l'obiettivo della campagna lanciata dalla sezione ticinese della Società svizzera impresari costruttori (Ssic).

Lo scopo della campagna promossa dalla sezione ticinese della Società svizzera impresari costruttori (Ssic) è di rivalutare la professione del muratore e di trovare nuovi apprendisti validi e motivati: «ci accorgiamo che quello del muratore è un mestiere spesso messo in cattiva luce, quando invece ha una serie di aspetti che andrebbero valorizzati», spiega ad area l'architetto Paolo Ortelli, direttore del Centro di formazione professionale (Cfp) di Gordola e tra i promotori della campagna.
Ogni anno, il Cfp sarebbe in grado di formare una decina di apprendisti in più di quelli che effettivamente forma e, secondo Ortelli, il mercato ticinese è perfettamente in grado di assorbire gli apprendisti che sono formati. Non si tratta solamente di reclutare un maggior numero di apprendisti: «la nostra non vuol essere una campagna che dice "venite da noi perché ci mancano 50 apprendisti" –prosegue Ortelli – Non cerchiamo la quantità, ma la qualità, ci servono apprendisti motivati, che possano crescere bene professionalmente per poi diventare i futuri capi». Sì, perché tenendo conto del prepensionamento, la Ssic calcola che tra cinque o sei anni il mercato  ticinese avrà un forte bisogno di capi muratori, e i capi muratori di domani sono i bravi muratori (o apprendisti muratori) di oggi.
Negli spot radiofonici e televisivi, la Ssic mette in risalto le possibilità di carriera offerte al giorno d'oggi agli apprendisti muratori, grazie anche alla maturità professionale che dà accesso a scuole universitarie professionali (come la Supsi), permettendo così di diventare anche architetti o ingegneri. «Vogliamo che i giovani, ma anche le loro famiglie, recepiscano il messaggio che questo lavoro, oltre ad essere interessante e bello, permette anche delle carriere interessanti per chi lo abbraccia al meglio, cioè per chi veramente si appassiona a questo mestiere. Oramai non siamo più nell'ottica della professione scelta a 16 o 17 anni e che si fa per tutta la vita, e constatiamo che il muratore è un buon punto di partenza per il mondo professionale in generale», continua Ortelli.
Almeno in teoria, oggi è possibile diventare ingegneri partendo da un apprendistato di muratore, forse però non è nemmeno così semplice e scontato: ci vogliono impegno e passione, come sottolineano d'altronde anche gli spot della Ssic. Nemmeno il direttore del Cfp lo nega: «Sono scelte che comportano sicuramente più difficoltà e più sacrificio rispetto ad altre vie, ma sono possibili. Inoltre, un ingegnere o un architetto che hanno fatto il muratore hanno il vantaggio di avere una conoscenza profonda del sistema: se devono pensare a quanto tempo ci mette un operaio a costruire un muro lo sanno davvero, perché l'hanno costruito quel muro. E questo è un atout impagabile nel mercato del lavoro».
Secondo la Ssic, quindi, il mestiere di muratore sarebbe ingiustamente demonizzato, trattandosi in realtà di un lavoro interessante e appagante, con reali possibilità di carriera per chi ci mette la giusta passione e il giusto impegno (resta da chiarire quali siano la giusta passione e il giusto impegno). Sta di fatto che, perlomeno fisicamente, quello del muratore è un lavoro pesante che non tutti sono in grado di svolgere. «L'aspetto della fisicità è un aspetto importante del mestiere – spiega Ortelli – Forse però dovremmo uscire dallo spauracchio del "lavoro duro" e pensare, come può fare uno sportivo, che queste soglie d'impegno fisico possono anche essere motivanti. Io dico sempre ai nostri apprendisti che fare il muratore non è una cosa facile, tutt'altro. Ci sono difficoltà non solo fisiche, ma anche d'impegno, soprattutto per gli apprendisti: il mondo del lavoro li confronta con un sacco di altre cose rispetto a quello della scuola, è una prova di maturità».
Di queste difficoltà non si parla negli spot, che mettono invece in risalto solo i vantaggi della professione e gli interessanti sbocchi possibili: «avevamo solo 30 secondi a disposizione e abbiamo dovuto scegliere quale aspetto valorizzare, non è stato facile. – spiega Ortelli, che conclude - Abbiamo scelto di dare la priorità all'aspetto del coinvolgimento e della carriera possibile, pensando che poi gli altri aspetti sarebbero stati eventualmente spiegati ed esposti in seguito. D'altronde la scelta di un mestiere non si ferma a uno spot. Abbiamo pensato che valesse la pena parlare di questi aspetti, soprattutto per sensibilizzare le famiglie al fatto che anche la carriera di muratore ha dei risvolti interessanti».


Pubblicato il

11.06.2010 03:00
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