Mettetevi una mano sul cuore e rispondete con sincerità: non vi è mai venuta la voglia di pasticciare un cartellone pubblicitario? O meglio, di sabotarne il messaggio? Quelli di tre metri per due o anche quelli più piccoli, che si trovano a livello del passante, o quelli che richiedono imprese più ardite, quasi da free-climber, sui muraglioni e sui palazzi?
A me sì, di continuo. Ma occorrono gli attrezzi giusti, spray e pennarelli con la punta molto grossa, insomma materiale da graffittari. E anche una buona dose di sangue freddo e capacità di darsela a gambe in men che non si dica. Così mi limito a immaginare la mia mano blasfema sulla pubblicità che ci dipinge tutti ridenti e coi denti bianchissimi; sulle facce dei politici, così raccomandabili.
Posso invece esprimere tutta la mia simpatia ai movimenti di disturbo che sono nati in diversi paesi proprio con lo scopo di fare da controcanto a tutte le frottole che ci rifila la pubblicità. Le donne francesi si sono armate di pennelli e hanno stravolto i cartelloni del métro di Parigi con la pubblicità della biancheria intima.
Immagini che, secondo loro, sono lesive dell’onore della donna, riducendola a oggetto di piacere. Ultimi fuochi di una battaglia che era stata delle femministe e che oggi da noi nessuno si fila più. Per non parlare dell’Italia, dove ci sarebbe un bel da fare, con quell’esercito di donne discinte e sguardi che ti promettono notti di fuoco che ci ritroviamo su cartelloni e giornali. E per cosa? Per fare la pubblicità ai frigoriferi, ai serramenti delle finestre, all’ultimo modello di umidificatore. Le francesi hanno riaperto il dibattito, agguerrite e impegnate, fermandosi a discutere con i passanti che criticavano il loro gesto.
Blasfemi e inverecondi sono gli inglesi, talmente bravi a manomettere alcuni cartelloni pubblicitari, che un piccolo editore ha pensato bene di farne delle cartoline. Al tempo della Thatcher, ad esempio, un’immagine della lady di ferro china verso un bambino, era stata trasformata in modo da sembrare che gli rubasse la merenda dal cestino. Un modo creativo di protestare contro i tagli alle mense scolastiche che la signora aveva promosso.
Un altro cartellone di grande formato che faceva la pubblicità ai materassi promettendo di migliorare la vita notturna era stato preso di mira da una sprayer che aveva aggiunto: “Iscriviti all’associazione delle lesbiche”. Una delle più improponibili, perché non politically correct, riguardava la pubblicità di un nuovo modello Fiat che recitava: “ideata dal computer, costruita dai robot”. Qualcuno ci ha messo vicino la foto di un’auto demolita con la scritta “e guidata dagli italiani”.
Guardate la pubblicità la prossima volta che andate per strada, e sbizzarritevi, magari solo con la fantasia! |