Peggio di così non poteva andare: dopo il 10 dicembre ci ritroviamo con un Consiglio federale più maschilista, più vecchio e molto più spostato a destra. È stato il trionfo della più spietata destra economica, trasversale a tutti i partiti borghesi, imperante nell’Udc e nel suo ormai umiliato servo muto Plr, ma ormai ben presente anche nel Ppd, partito nel quale non pochi ma decisivi franchi tiratori hanno fatto le scarpe a Ruth Metzler. È quella stessa destra abituata al guadagno immediato in borsa, e chi se ne frega se viene ottenuto a suon di licenziamenti o a spese dell’ambiente. È una destra che mercoledì ha voluto non solo vincere, ma stravincere, imponendo con la sua logica del guadagno immediato a breve termine sia Blocher che Merz, due politici che, per la loro età, hanno pochi anni di carriera politica in Consiglio federale di fronte a sé. Arraffiamo oggi quel che c’è da arraffare, il futuro della Svizzera può attendere. Fa specie che a fare le spese di questa logica da predoni siano in primo luogo e di nuovo le donne: l’Assemblea federale quando si tratta di eleggere il governo ha qualche problema di troppo con le candidature femminili, il patriarcato è duro a morire. In questo caso poi con la non rielezione di Metzler la perdita dal punto di vista simbolico è doppia: perché l’appenzellese era la prima e unica donna in governo che avesse un’età per diventare madre e, almeno nel modo di apparire in pubblico, era l’unico membro dell’esecutivo capace di porsi in reale sintonia con le generazioni più giovani. Molte sue prese di posizione, ad esempio in materia d’asilo, erano certamente criticabili, ma un fatto è sicuro: ora abbiamo un governo di soli nonni e con un’unica donna nei suoi ranghi. Il passo indietro è grave e doloroso soprattutto per le donne giovani di questo Paese che sono spesso madri e lavoratrici. A preoccupare di più oggi è però la totale mancanza di senso della misura e dell’equilibrio dell’Assemblea federale. Abbiamo un Parlamento accecato ideologicamente, che non si accontenta di vincere imponendo un personaggio come Christoph Blocher, giunto ai vertici dello Stato insultando e denigrando pesantemente stranieri, lavoratori e invalidi e seminando l’odio fra le classi sociali. No, questo Parlamento ha voluto imporre pure Hans Rudolf Merz, uno dei più spregiudicati corsari della nostra economia. In passato l’elezione di Blocher sarebbe stata corretta con quella di Cristine Beerli, donna e su posizioni più moderate, in nome di una concordanza che non era solo numerica spartizione della torta ma reale capacità di mediazione. Oggi no, oggi la destra va tranquilla allo scontro politico e sociale. La sinistra è pronta a raccogliere la sfida?

Pubblicato il 

12.12.03

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