Scintille estive

«Striscia la polemica in casa socialista», «Pesenti? Che ipocrisia, compagni», «I socialisti si dividono aspettando le elezioni». Così titolavano alcuni giornali ticinesi riprendendo l’intervento di Werner Carobbio nell’ultimo numero di area. In quello scritto Carobbio commentava il nostro dossier dedicato ad alleanze e divisioni della sinistra ticinese. Un intervento che è stato da più parti interpretato come un siluro scagliato contro la Consigliera di Stato Patrizia Pesenti. Chiediamo alla presidente del Ps Anna Biscossa se sia inevitabile per il suo partito fare politica fra le polemiche: «no, non è per nulla inevitabile. Il Ps è però un partito un po’ particolare. Se in altri partiti spesso si sta insieme anche per interessi economici o per un tornaconto personale, nel Ps ci si ritrova perché i suoi militanti e i suoi simpatizzanti condividono alcune idee di fondo. Ma proprio perché siamo un partito di idee» prosegue Biscossa «è necessario che nel Ps ognuno possa esprimersi liberamente. Questo comporta come corollario la responsabilità individuale per le proprie azioni: quindi, per essere chiari, Werner Carobbio è responsabile per quanto ha scritto su area. Un intervento in cui, per altro, alcuni passaggi – certamente non “esplosivi” come taluni hanno voluto far credere – fanno nascere parecchi interrogativi per lo meno sulla loro formulazione, se non sulla loro opportunità e utilità». Unità di intenti nel Ps ticinese Insomma, per Biscossa è in malafede chi vuole vedere nell’intervento di Werner Carobbio su area i segni di una spaccatura nel Ps? «Nei fatti, nella concretezza dell’agire politico, oggi nel Ps c’è una grande unità d’intenti, non solo sulle questioni generali, ma anche nei particolari. Lo si vedrà quando uscirà il Documento elettorale che stiamo preparando con la partecipazione attiva, tra gli altri, sia della Consigliera di Stato, sia dello stesso Carobbio: non ci sono differenze sostanziali di posizione politica fra la Consigliera di Stato, il gruppo parlamentare e il partito. Per questo» aggiunge la presidente del Ps «mi dà un gran fastidio tutta questa vicenda: anche in questa occasione, come molte altre volte in passato, stiamo prestando il fianco a quelli che tradizionalmente prendono le scintille nel Ps per farne un incendio. L’intervento di Carobbio era incentrato sull’opportunità o meno di ampie congiunzioni e sulla necessità di basare le congiunzioni su dei contenuti. Nulla di sconvolgente dunque, perché nel Ps vi è unanime consenso su quest’ultimo aspetto; e lo avevo ribadito proprio nell’intervista ad area di due settimane fa. Una sottolineatura utile quindi, quella di Carobbio, ma che poteva limitarsi a questo aspetto o che, per lo meno, avrebbe dovuto chiarire meglio se i riferimenti all’ipocrisia e al deficit di discussione si riferivano al Ps o, al contrario, all’insieme del fronte dei possibili alleati». Fatto sta, signora Biscossa, che due passaggi dell’intervento di Werner Carobbio sono stati letti come un siluro indirizzato alla consigliera di Stato socialista Patrizia Pesenti: «sono dichiarazioni che invitavano ad un maggior confronto interno, in particolare con la Consigliera di Stato, su temi per lui centrali e che a suo giudizio non sono ancora abbastanza ben definiti. Io ho un’opinione diversa: ritengo infatti che nel PS ci siano state tutte le necessarie opportunità di discussione e di confronto e che il risultato sia oggi l’esistenza al suo interno di un’ampia convergenza politica e di un’unità di progetto, anche con la Consigliera di Stato. Se però qualcuno ritiene che così non sia, ben venga il confronto interno, ma sulle idee». Anche perché, secondo Biscossa, il Ticino dai socialisti si aspetta ben altro: «compito del Ps è proporre un radicale cambiamento d’indirizzo e di quadro di riferimento politico nei confronti del tentativo neoliberista che perseguita il Ticino da ormai otto anni. È sull’attuazione e la costruzione di questo cambiamento che devono concentrarsi le energie del partito: non facciamoci prendere in trappola da quelli che hanno tutto l’interesse nel far apparire singole uscite come una spaccatura profonda nel Ps che non c’è nei fatti». Concludendo chiediamo ad Anna Biscossa quali lezioni si debbano trarre da questo episodio: «purtroppo in questa occasione ancora una volta abbiamo ingenuamente offerto l’occasione per una sfacciata strumentalizzazione. È un errore che non va più ripetuto! Gli scivoloni in queste trappole rischiano infatti di nuocere al nostro progetto politico. Approfittiamo semmai degli spazi che offre area per un confronto, anche franco ma sereno, sulle idee, se davvero si ritiene che vi siano nodi da sciogliere all’interno della sinistra». Per unca vera cultura del confronto Dalle colonne del Caffè Marina Carobbio, granconsigliera socialista, denunciava la mancanza in una parte della sinistra di una «vera cultura del confronto e della discussione». «Ci sono dei temi che oggi ci accomunano tutti», precisa Carobbio, «penso alla questione della fiscalità e dalla spesa pubblica dove c’è accordo all’interno del Ps». Ma quando si trattano dei temi centrali «la sinistra dovrebbe poterne discutere serenamente perché sono temi che caratterizzeranno le sue scelte politiche future». La disgregazione della sinistra in tanti piccoli partiti complica la discussione o l’arricchisce? «La presenza di più voci costituisce senza dubbio un arricchimento ma è chiaro che in sede elettorale questo può portare dei problemi», avverte Carobbio. Il paragone che viene subito alla mente è quello della Francia: «in quel caso la sconfitta è stata determinata soprattutto dalla mancanza di un chiaro e alternativo progetto politico comune». E il progetto politico lo si elabora confrontandosi. Si torna sempre a questo nodo centrale: il dibattito. «Dobbiamo confrontarci in maniera costruttiva, propositiva anche su temi difficili o scottanti per rafforzare le nostre posizioni, pur rispettando opinioni diverse», ribadisce Carobbio. Ma, come aggiunge subito dopo, «la dialettica è indispensabile all’interno della sinistra e perciò apprezzo il tentativo di area di rilanciare il dibattito». E cosa ne pensa Carobbio delle alleanze tra piccoli partiti dell’area di sinistra animate più da fini elettorali che da motivi ideologici. «Non escludo a priori delle alleanze, però dev’esserci un programma politico chiaro e condiviso, contro la politica del centro destra, sui temi politici centrali: traffico e trasporti, servizi pubblici, occupazione, sanità… Ma anche sulla questione morale dove non sempre – penso anche alla recente nomina alla presidenza del Gran Consiglio- siamo stati sostenuti da tutti all’interno della sinistra», spiega Carobbio. Ma se consideriamo le alleanze da un punto di vista squisitamente elettorale esse «non rafforzano necessariamente la sinistra, si veda l’esempio dell’Italia». Werner Carobbio precisa Il Paride che scatenò la bufera, ritorna sulla polemica scoppiata in casa socialista area C’è chi sta marciando su una differenza d’opinione oltre la differenza d’opinione stessa? Carobbio C’è stata un’estrapolazione delle mie parole dal loro contesto e un’esagerazione della loro portata. Si sono ingigantiti due aspetti del mio intervento che sono marginali. Da un lato stigmatizzavo chi in privato è molto critico verso Pesenti ma pubblicamente ne fa le lodi; d’altro lato dicevo che l’opposizione agli sgravi e ai tagli è utile, ma che non è ancora sufficiente. La prima annotazione ovviamente non è rivolta a Pesenti quanto a chi fuori dal Ps parla diversamente da come pensa; e la seconda non costituisce di per sé un giudizio negativo sull’operato di Pesenti, ma è un invito a chiarire meglio il suo ruolo in Consiglio di Stato. Il problema centrale che ponevo nel mio intervento è però quello dell’unità: ma su questo argomento nessuno reagisce. area Ritiene che il suo pensiero sia stato travisato? Carobbio Sì, ed è un peccato. Io pensavo di lanciare una discussione sul modo e sugli obiettivi dell’unità a sinistra: che mi va certamente bene, a condizione che se ne chiariscano tutti gli aspetti.

Pubblicato il

13.09.2002 03:30
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