Schmidheiny a processo a Napoli per omicidio volontario

Il miliardario svizzero ed ultimo padrone in vita dell’Eternit Stephan Schmidheiny è stato rinviato a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare (gup) di Napoli con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale in relazione alla morte di sei operai che lavoravano nello stabilimento di Bagnoli e due loro famigliari, tutti uccisi dal cancro provocato dall’esposizione all’amianto. Il dibattimento inizierà il 12 aprile davanti alla seconda sezione della Corte di Assise del capoluogo partenopeo.
Il processo nasce dal frazionamento in quattro tronconi (a seconda della competenza territoriale) del procedimento avviato dalla magistratura torinese per il decesso di 258 persone tra ex lavoratori e cittadini che hanno lavorato o vissuto nei pressi dei quattro stabilimenti controllati dalla multinazionale svizzera del cemento amianto tra la metà degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta.

 

Proprio da Torino è attesa in tempi brevi (prima dell’estate) una prima sentenza per il decesso di due persone nella località piemontese di Cavagnolo, per cui il Pubblico ministero ha chiesto 7 anni (il massimo della pena prevista) per omicidio colposo.


Un terzo processo per i morti causati dalla tristemente nota Eternit di Casale Monferrato invece sarà celebrato a Vercelli e un quarto, relativo ai danni provocati dallo stabilimento di Rubiera, a Reggio Emilia.


Per Mister Eternit il 2019 sarà insomma un anno ricco di impegni sul fronte giudiziario.

Pubblicato il

30.01.2019 20:00
Claudio Carrer