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Processo Eternit bis

Schmidheiny a processo a Napoli per omicidio volontario

di

Claudio Carrer

Il miliardario svizzero ed ultimo padrone in vita dell’Eternit Stephan Schmidheiny è stato rinviato a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare (gup) di Napoli con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale in relazione alla morte di sei operai che lavoravano nello stabilimento di Bagnoli e due loro famigliari, tutti uccisi dal cancro provocato dall’esposizione all’amianto. Il dibattimento inizierà il 12 aprile davanti alla seconda sezione della Corte di Assise del capoluogo partenopeo.
Il processo nasce dal frazionamento in quattro tronconi (a seconda della competenza territoriale) del procedimento avviato dalla magistratura torinese per il decesso di 258 persone tra ex lavoratori e cittadini che hanno lavorato o vissuto nei pressi dei quattro stabilimenti controllati dalla multinazionale svizzera del cemento amianto tra la metà degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta.

 

Proprio da Torino è attesa in tempi brevi (prima dell’estate) una prima sentenza per il decesso di due persone nella località piemontese di Cavagnolo, per cui il Pubblico ministero ha chiesto 7 anni (il massimo della pena prevista) per omicidio colposo.


Un terzo processo per i morti causati dalla tristemente nota Eternit di Casale Monferrato invece sarà celebrato a Vercelli e un quarto, relativo ai danni provocati dallo stabilimento di Rubiera, a Reggio Emilia.


Per Mister Eternit il 2019 sarà insomma un anno ricco di impegni sul fronte giudiziario.

Pubblicato

Mercoledì 30 Gennaio 2019

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Eternit bis
20.12.2018

di 

Claudio Carrer

Stephan Schmidheiny va condannato a 7 anni di carcere per omicidio colposo aggravato. È la richiesta formulata dal pubblico ministero di Torino Gianfranco Colace nell’ambito del cosiddetto processo “Eternit bis” che si sta celebrando davanti al tribunale del capoluogo piemontese e che dovrebbe giungere a sentenza nel giro di qualche mese. Un processocui sono tra l’altro emerse nuove prove a carico dell’imputato.

L'editoriale
20.12.2018

di 

Claudio Carrer

Mentre in Italia è imputato in ben quattro processi per reati gravissimi (commessi quando era alla testa della multinazionale elvetica del cemento-amianto Eternit) che hanno causato e stanno tuttora causando la morte di migliaia di persone, in Svizzera Stephan Schmidheiny continua a beneficiare di un’incessante opera di disinformazione e di stravolgimento della realtà orchestrata dai suoi fedelissimi, con la complicità di quasi tutti gli organi d’informazione.
L’onorificenza attribuitagli da una fondazione che si definisce promotrice di «giustizia, libertà e responsabilità» di cui riferiamo nell'articolo correlato è solo l’ultima dimostrazione di come questo paese faccia fatica a riconoscere le evidenti responsabilità di questo imprenditore senza scrupoli e della sua famiglia, che per cent’anni ha fatto affari con l’amianto e, nel nome del profitto, mandato a morte lavoratori e cittadini in ogni angolo del mondo.

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