Saremo tutti responsabili

Saremo tutti responsabili, la sera del 24 settembre, se la Svizzera avrà fatto un passo decisivo e irrimediabile, un passo che avrà elevato la tortura, la violazione della dignità umana, lo sfruttamento più cinico del prossimo e il razzismo a legittime norme di condotta del nostro stato. Quel giorno si voterà sulla revisione della Legge sull'asilo e sulla nuova Legge sugli stranieri. Sono leggi che, se approvate, permetteranno di incarcerare fino a due anni gli stranieri che non hanno il permesso di rimanere in Svizzera, senza che abbiano commesso alcun reato. Addirittura anche i minorenni (dai 12 anni in su) potranno essere incarcerati per un massimo di un anno. Sono leggi che butteranno sulla strada senza alcun aiuto i richiedenti l'asilo la cui domanda è stata respinta, anche le famiglie, le donne incinte, i malati, gli anziani e i bambini. Sono leggi che costringeranno numerosi stranieri provenienti da paesi non appartenenti all'Unione europea a svolgere illegalmente, dunque senza alcun diritto, quei lavori umili di cui la nostra economia ha bisogno. E potremmo continuare a lungo.
Se siamo arrivati fin qui, al punto cioè che il parlamento di uno stato civile come la Svizzera approva a larga maggioranza leggi così vergognose, lo dobbiamo in primo luogo all'Udc del consigliere federale Christoph Blocher, che da ormai un ventennio pratica una politica rivoltante in materia di stranieri. Una politica che è però stata assimilata da ampi settori degli altri partiti borghesi, dei media e della popolazione. Tanto che il termine "asilante", coniato dall'Udc zurighese con una connotazione spregiativa (colui che mendica l'asilo) è diventato un termine di uso corrente anche se non figura in nessun vocabolario. Vincere la battaglia del doppio No il 24 settembre sarà dunque molto difficile. Anche perché se è vero che un buon numero di esponenti della destra moderata si sta finalmente impegnando in questa campagna, è altrettanto vero che per troppi anni le associazioni umanitarie, la sinistra e i sindacati sono spesso rimasti soli a cercare di arginare il dilagare del razzismo di marca Udc.
Votare e far votare due volte No il prossimo 24 settembre è tuttavia necessario. Non solo perché in gioco c'è il destino personale di molti stranieri e richiedenti l'asilo. In gioco c'è la dignità umana. Che è una sola, indivisibile, non ha né passaporto né colore della pelle. Ed è l'ultima barriera prima di scivolare nella barbarie. In gioco c'è l'orgoglio di essere cittadini e abitanti di un paese civile. Ce ne dobbiamo ricordare tutti. Sia chi è nato e cresciuto in Svizzera e fra gli antenati ha certamente qualcuno che per fame ha dovuto migrare. Sia chi in Svizzera c'è arrivato, come i migranti di oggi, in cerca di un lavoro o di protezione e qui ha trovato una nuova patria. Se la sera del 24 settembre sarà Blocher a sorridere, a tutti noi non rimarrà che la vergogna.

Pubblicato il

25.08.2006 00:30
Gianfranco Helbling
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