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Oggi una società democratica non può accontentarsi
solo di sopravvivere. Non possono solo sopravvivere la formazione e la cultura perché hanno bisogno di crescere liberamente e continuamente, senza lacci e laccetti a intrappolarle in una gabbia fatta solo dalle risorse disponibili.
Non può solo sopravvivere la salute e la continua crescita degli oneri per le casse malati e l’accresciuta fragilità delle prestazioni ce lo dimostrano quotidianamente.
Non può solo sopravvivere la socialità con i crescenti suoi bisogni, oltretutto sempre più differenziati e articolati nella società.
Non può solo sopravvivere un’economia ormai incapace di saper giocare, da parecchio tempo (o sarebbe meglio dire che non lo è mai stata!), su quel fantomatico tavolo del libero mercato
in grado (a dire dei liberisti) di autoregolarsi e portare ricchezza a tutti, soprattutto dopo esser corsi a batter cassa all’ente pubblico ogni volta che qualcosa è andato storto.
Non può sopravvivere una società che nega ancora oggi pari opportunità e gli stessi diritti a tutte e a tutti i suoi cittadini o che non è capace di difendere dalla violenza e dalla vessazione i
più fragili.
L’elenco potrebbe, anzi dovrebbe continuare a lungo!
Non è infatti la sola sopravvivenza quanto serve per poter guardare e costruire un futuro degno di questo nome. E non può che fare paura, molta paura questo crescente arrendersi, puntando
alla sola sopravvivenza, una sopravvivenza che sembra sempre più costruita anche ad arte per intrappolare le idee, i progetti, i cambiamenti.
Le risorse disponibili diventano così, ogni giorno di più, gabbie strettissime in cui la forza delle idee, il coraggio dei progetti, la genialità del pensiero e delle possibili soluzioni, i cambiamenti
necessari e possibili sono saldamente rinchiusi. Ci si accontenta e ci si accoda nel fare solo lo stretto necessario, senza rendersi conto
che così si perde davvero su tutti i fronti.
E la formazione è un ottimo esempio in tal senso. Solo mettendo infatti nelle mani delle cittadine e dei cittadini, grazie a una forte e
continua formazione, tutti gli strumenti necessari, costi quello che costi, per governare e progettare la propria vita sarà possibile permetter loro di guardare oltre il presente e gli stretti bisogni dell’oggi contribuendo in questo modo a costruire una società forte e libera domani.
Ritengo allora sia un errore grave della politica odierna accettare di veder rinchiudere le proprie idee e i propri progetti nella gabbia sempre più stretta delle risorse disponibili, come se potessimo accettare l’idea che il futuro dipenda davvero soprattutto dalle risorse disponibili.
Non è così ed è grave pensarlo. Mi rendo conto, intendiamoci, che rompere la gabbia della ristrettezza delle risorse, presunta o reale che sia, non è sempre facile e scontato. Ma farlo è davvero irrinunciabile!

 

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