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Rom, una mano tesa nel caos |
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Il 1° gennaio 2007 la Romania è entrata a fare parte dell'Unione europea. Nello stesso anno arrivano i primi "nuovi turisti": una cinquantina di Rom romeni giungono a Ginevra sognando qualche istante – il visto turistico permette un soggiorno di tre mesi – di serenità. Nello stesso periodo, il contesto legale ginevrino cambia poiché i politici che hanno redatto la nuova versione del Codice penale hanno omesso di reinserirvi la legge che vieta l'accattonaggio. Ciò nonostante, la polizia non perde occasione per multare i Rom che scendono in strada con la mano tesa. Quando il problema viene a galla, scoppia la polemica: i soldi incassati dagli agenti devono essere restituiti e mendicare torna ad essere possibile. Ma la tregua è di corta durata: liberali e Udc riescono a far adottare dal parlamento una nuova legge che mette al bando la questua. Nonostante gli sforzi e il ricorso della neonata associazione in difesa dei Rom – Mesemrom – anche il Tribunale federale ritiene possibile vietare l'accattonaggio in quanto può nuocere all'ordine pubblico. L'anno dopo, i Rom tornano a Ginevra. Con il loro arrivo nella città riprende la polemica. Per capire meglio il contesto, area ha incontrato l'avvocato Dina Bazarbachi, fondatrice di Mesemrom.
Avvocato, perché Mesemrom si è opposta alle multe contro chi mendica? Una legge lo stabilisce... Per due ragioni: innanzitutto le multe non venivano emesse dal Servizio delle contravvenzioni, bensì dalla polizia che non ha la competenza per farlo in prima persona (la polizia può unicamente dare multe nel campo della circolazione stradale, ndr). Inoltre, sulla destinazione del denaro intascato non vi era nessun controllo. La seconda ragione è legata al fatto che non è possibile emettere multe in assenza di una base legale. Un'assenza, questa, che ha poi spinto anche il Consiglio di Stato ad annullare il regolamento. Purtroppo dopo questa abrogazione, liberali e Udc – all'epoca in piena campagna elettorale – hanno presentato e ottenuto una base legale nuova che mettesse definitivamente al bando l'accattonaggio. In vigore dal gennaio di quest'anno, la legge continue tuttavia un errore in quanto attribuisce alla polizia, a torto, la facoltà di dare multe... Oggi qual è la situazione? La situazione che oggi conosciamo è quella in cui i poliziotti continuano a multare i Rom che mendicano, incassano i soldi – quei pochi che i mendicanti riescono a recuperare – e li spediscono al Servizio contravvenzioni. E qui sorge un nuovo problema: affinché la procedura sia corretta, il Servizio contravvenzioni dovrebbe notificare la multa all'indirizzo del multato, nel caso dei Rom il domicilio è in Romania. Per recapitare la missiva si dovrebbe usare la via diplomatica, una via molto costosa, più della multa stessa… Per semplificare il lavoro, si è così preferito notificare le multe attraverso il Foglio ufficiale cantonale; ma questa è una procedura scorretta in quanto applicabile unicamente alle persone senza fissa dimora, cosa che i Rom non sono perché hanno un domicilio in Romania. Quante sono le multe già emesse? Nel corso di quest'ultimo anno sono state verbalizzate 2200 persone, lametà delle quali è stata multata: una situazione per noi scorretta, tanto che abbiamo già inoltrato oltre 300 ricorsi. Altro fatto per noi insostenibile sono le perquisizioni sui mendicanti che la polizia esegue sistematicamente per cercare di recuperare tutto quello che posseggono. Un gesto non accettabile in quanto oggi è possibile perquisire solo in caso di delitto. Ci sono Rom ai quali la polizia ha prelevato 90 centesimi a titolo di garanzia… Nessuno sta lavorando per correggere la situazione? I politici che hanno redatto la legge sono stati eletti proprio grazie alla loro proposta che ha tanto sedotto i ginevrini che non vedono di buon occhio la presenza dei Rom. Dopo le elezioni nessuno di loro è tornato a chinarsi sulla legge e sui problemi che incontra nella pratica. Gli unici cambiamenti sono purtroppo cattive notizie: negli scorsi giorni la procura generale ha deciso di formulare ordini di condanna penale ai Rom che praticano l'accattonaggio per infrazione alla legge federale sul soggiorno degli stranieri (la pena è il carcere, ndr) Una situazione che esce dal quadro legale in quanto i Rom hanno tutti i diritti di restare in Svizzera per un periodo di tre mesi, a seguito dell'accordo siglato tra la Svizzera e la Romania. E la vostra associazione? Stiamo lavorando almeno affinché la legge che punisce l'elemosina venga ritirata: per farlo aspettiamo la convocazione del tribunale per difendere l'inapplicabilità di questo testo in quanto contiene errori. Ma chi sono i Rom che arrivano a Ginevra? Sono tutti romeni? La maggior parte di loro è di nazionalità romena e proviene dalla cittadina di Aiud. Come nel 2007, anche quest'anno il gruppo conta tra le 30 e le 40 persone. Molti di loro sono gli stessi che erano qui lo scorso anno: sono tornati perché conoscono il luogo, perché sanno come muoversi, perché conoscono la nostra associazione. La più parte di loro viene a Ginevra soltanto per mendicare: che ci sia una legge che lo vieta o meno, vengono qui perché sono costretti all'esilio o perché nel loro paese non hanno i mezzi per sopravvivere. Qui hanno più possibilità. E in estate lavorano nei campi così che praticamente nessuno di loro si mette più a mendicare nelle strade. Dove alloggiano? Fino allo scorso anno i servizi sociali rifiutavano i Rom e così la loro casa era la strada: all'epoca la polizia tollerava la loro presenza sotto i ponti, dove potevano riscaldarsi accendendo un fuoco. Ma dai ponti sono stati cacciati e una ronda serale della polizia impedisce a chiunque di ritornarci. Di conseguenza ora sono costretti a dormire nei parchi. Fortunatamente quest'anno, a seguito delle nostre pressioni, i servizi sociali accettano nei loro alloggi aperti durante il periodo invernale anche i Rom, ma per un massimo di dieci giorni. Poi si ritorna in strada, si ritorna alle sveglie all'alba perché fa freddo e perché la polizia arriva pronta a cacciarli. Poi si va nelle strade a mendicare. Questa è la giornata-tipo. Qualora si correggessero gli errori legali, i Rom se ne andranno? Difficilmente lo Stato spenderà tanti soldi per spedire in Romania tutte le multe. Senza dimenticare che fino ad oggi la polizia non ha mai preso nota dell'indirizzo di nessuno preferendo utilizzare la dicitura "senza domicilio fisso". La recentissima misura dell'ordinanza di condanna ammetto che potrebbe invece avere reale un effetto dissuasivo: quando abbiamo informato i Rom la scorsa settimana hanno tutti avuto paura e alcuni hanno cominciato a partire. Lo scorso anno il Tribunale federale giustificando la legittimità della legge contro l'accattonaggio aveva affermato che la mendicità può nuocere all'ordine pubblico. Dunque vi sono stati "disordini"? A parte mendicare, i Rom non commettono nessun delitto. Certo è che con la loro presenza con la mano tesa nelle strade, davanti ai negozi, in particolare nel periodo prenatalizio danno fastidio a molti. Essere messi faccia a faccia con la miseria disturba chiunque, anche i ginevrini. E i Rom sono la miseria che si presenta davanti ai nostri occhi: ecco perché sono tanto detestati. I contrari all'accattonaggio hanno criticato il fatto che a mendicare fossero anche dei bambini... La nostra associazione è stata molto chiara: far mendicare dei bambini è vietato e chiediamo a tutti di astenersi dal farlo. Così come abbiamo chiaramente chiesto di non fingersi malati o di essere portatori di handicap semplicemente per intascare più soldi. La maggior parte dei Rom che seguiamo ha accolto il nostro consiglio, tuttavia c'è sempre chi continua a far mendicare i propri figli perché ritiene che così facendo gli incassi saranno maggiori. A ognuno la libertà di fare la propria scelta; sta poi ad ognuno assumersi le proprie responsabilità. Si è anche parlato di un racket…. È un'accusa del tutto falsa, come lo prova per altro un rapporto molto dettagliato elaborato dalla Polizia ginevrina. L'accusa era stata lanciata in passato per rendere difficile la vita ai Rom: è più facile considerarli tutti dei criminali per ottenere divieti, sgomberi e rimpatri. In realtà chi arriva qui lo fa per scelta e per ottenere sufficiente denaro per sé e la propria famiglia, non per altri. Inoltre, viste le piccole somme che riescono a intascare i Rom facendo l'elemosina, è evidente che un racket basato su questi incassi è tutto fuorché redditizio… Quali le vostre prossime mosse? La nostra prossima mossa sarà portare avanti i ricorsi. Inoltre, tra qualche settimana ci recheremo in Romania per realizzare un progetto di ricostruzione dei bagni pubblici ad Aiud e garantire così ai Rom condizioni igieniche adeguate anche nel loro paese.
Una nazione, tante regole
In Svizzera non esiste una legislazione nazionale relativa alla pratica della questua. La competenza in questo ambito è affidata ai cantoni e alle città, che possono vietare la pratica. Di conseguenza nel nostro paese esistono situazioni molto diverse tra loro. Chiedere l'elemosina è illegale a Zurigo dal 1° gennaio dello scorso anno, con una multa di circa 50 franchi ai trasgressori. Losanna punisce unicamente chi obbliga un minorenne a mendicare, e applica la legge sugli stranieri secondo cui gli stranieri di passaggio – come lo sono i rom che possono soggiornare in Svizzera per un massimo di 3 mesi consecutivi – devono avere i mezzi necessari al proprio sostentamento, pena il rinvio. Friburgo, Bulle e Morat vietano la mendicità all'interno del loro regolamento di polizia. A Berna vige una certa tolleranza: gli agenti intervengono solo in caso di accattonaggio aggressivo. A Basilea i mendicati sono sorvegliati a vista e possono venire allontanati qualora siano troppo invadenti. |
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