Rinascita dei tram

Il ramo parallelo dell’industria tranviaria è in fermento. A Zurigo, nell’area della futura Glatttal-City, e a Ginevra sono aperti importanti cantieri in vista di una significativa estensione della rete tranviaria. Gli ordinativi negli ultimi anni sono stati importanti e la modernizzazione del parco veicoli prosegue. Il dilemma è anche in questo caso la scelta tra prodotti standard, realizzati in serie dai maggiori produttori europei, e veicoli speciali. Esemplare la vicenda dei tram Combino, che a Basilea e a Berna sono la spina dorsale dei trasporti pubblici. I moderni veicoli Siemens, al 100 per cento a pianale ribassato, sono molto apprezzati dagli utenti. Ma sono diventati una variabile incontrollabile in numerose città europee, dove ne circolano 475, e una palla al piede per la multinazionale. Il 12 marzo 2004 è stato il giorno del “grounding” a Basilea: i 28 tram Combino, acquistati per 100 milioni nel 2001, sono rimasti nel deposito. Si era scoperto che, in caso di grave incidente, il tetto potrebbe anche crollare. Nel frattempo il Combino numero 328, il primo ad aver subito un programma provvisorio di rafforzamento e migliorie tecniche, circola di nuovo sulle rotaie basilesi. Ma i veicoli necessitano di un risanamento totale, per cui Siemens ha accantonato 400 milioni di euro. Un piano in tal senso è stato sottoscritto lo scorso 1° giugno da Siemens e Bvb. L’azienda dei trasporti pubblici riceve inoltre un indennizzo di 4 milioni. Le modifiche sostanziali verranno realizzate entro marzo 2007 nella fabbrica tedesca di Krefeld. I Combino dovranno garantire la qualità e il ciclo di vita pattuiti di 35 anni. È almeno l’auspicio di Reto Wagner, capo progetto alle Bvb. «È palese che l’industria tranviaria è insicura a causa delle disavventure del Combino. Dobbiamo trarre la nostra lezione. Sotto l’egida dell’Azienda dei trasporti di Basilea-Campagna, che deve rinnovare la sua flotta, allestiremo un concorso che include un catalogo di nuovi requisiti. Credo che le città svizzere possono ancora formulare delle esigenze tecniche, ma la concentrazione nell’industria tranviaria a livello mondiale è una realtà incontrovertibile e non si potrà tornare indietro». L’ultimo tram concepito in Svizzera potrebbe essere il Cobra zurighese. È stato sviluppato in base ai desideri tecnici e estetici imposti dall’azienda dei trasporti pubblici Vbz: una soluzione speciale orgogliosamente zurighese, tipica dei tempi fasti della politica d’acquisto delle aziende pubbliche. Gli interni sono stati disegnati con l’ausilio della Scuola delle Arti applicate. Nel 1996 il concorso per il Cobra era stato vinto dal consorzio svizzero allora dominante: Schindler/AdTranz/Sig. Dagli stabilimenti di Pratteln sono usciti i primi sei prototipi già in circolazione; un esercizio segnato agli inizi da un’interminabile serie di guasti e di inadeguatezze. Al termine di una problematica odissea industriale, la costruzione dei 68 veicoli supplementari è intanto passata sotto l’egida di Bombardier, unitamente a Alstom. Costo totale dei 74 Cobra: 250 milioni. Alfred Ruckstuhl, nonostante la lunghissima gestazione e i molti rinvii, resta ottimista: «Noi di Bombardier siamo fieri del Cobra. Credo possa avere delle chances sul mercato. Naturalmente abbiamo imparato dai problemi del Combino e corretto alcuni aspetti costruttivi». La consegna dell’ultimo tram della serie Cobra dovrebbe avvenire nel 2009. Il veicolo verrà montato nella fabbrica Bombardier di Villeneuve (Vaud), che conta 150 addetti. A Ginevra, dopo una fase di disaffezione, che aveva visto il sopravvento del trasporto su gomma e il sopravvivere nel 1969 di una sola linea di tram, negli anni novanta giunge la svolta. Si decidono investimenti successivi per centinaia di milioni in nuovi tracciati e materiale rotabile moderno, acquistati agli Ateliers mécaniques di Vevey, poi assorbiti da Bombardier. La multinazionale canadese ha appena venduto ai trasporti pubblici ginevrini Tpg ventuno Flexity Outlook di 42 metri, interamente a pianale ribassato. Alfred Ruckstuhl traccia un bilancio: «dobbiamo lottare. La concorrenza è fortissima sul mercato tranviario e altrove. I prezzi sono chiaramente diminuiti rispetto a qualche anno fa. Dobbiamo far fronte a questa tendenza. Proprio a Basilea avevamo perso a causa del prezzo». Siemens aveva vinto con un prezzo imbattibile, al fine di ottenere l’accesso al mercato elvetico. Ora, nonostante il Combino, il gruppo tedesco vuole restare in lizza. Il mercato tranviario svizzero si riduce a quattro città – Berna, Zurigo, Basilea e Ginevra – che per lo più hanno acquistato recentemente nuovi veicoli. Eppure anche Stadler vuole entrare in gioco. Peter Spuhler, che aveva addirittura proposto a Siemens una soluzione comune post-Combino, offre due famiglie di prodotti: «vogliamo incrementare le nostre competenze pure in questo settore».

Pubblicato il

17.06.2005 02:00
Sergio Agustoni