Reti, pesci o pescatori?

Pesce o pescatore? Davanti alle reti dell’informazione oggi puoi scegliere. O resti una dei miliardi di sardine che si fanno pescare ogni giorno dalle reti industriali dei pescherecci-officina, oppure ti fai pescatore d’informazione: con la tua piroga ad alta tecnologia, vai a cercarti dentici e branzini nelle acque migliori. Oggi, se hai fortuna, appartieni al decimo dell’umanità che può scegliere. Puoi decidere di restare preda nelle reti di informazione in mano alle società per azioni (spesso cattive azioni), alle società a responsabilità limitata (molto limitata), alle scatole cinesi con sede alle Bahamas e soldi in Svizzera, agli “uomini d’onore” con seggio in Parlamento, ai propagandisti di carta igienica, dentifrici e cibi per gatti, con contorno di governi al loro servizio. Oppure ti cerchi l’informazione là dove il capo della General Electric, della Fininvest, della Enron, della P2 o della Parmalat, contano tanto quanto conti tu: in Internet. Lì loro hanno il loro sito, tu puoi avere il tuo, loro hanno il loro indirizzo mail, tu puoi avere il tuo. Lì puoi confrontare i siti di Monsanto (www.monsanto.com) e di Greenpeace (www.greenpeace.org), il sito di Amnesty International (www.amnesty.org) e quello sulla School of Americas dell’esercito statunitense, che ha formato migliaia di torturatori e golpisti (http://www.soaw.org), il sito della commissione antimafia e quello di Dell’Utri. Il costo è lo stesso. A differenza delle reti televisive, dove il coltello del tempo ce l’hanno loro per il manico, nella Rete il manico del coltello lo tieni tu. Vuoi conoscere vantaggi e rischi degli organismi geneticamente modificati? Puoi guardare sia i siti delle multinazionali sia quelli degli scienziati indipendenti. In quale sito restare un minuto o un’ora lo decidi tu. E’ il contrario di quello che succede con le reti televisive, dove il tempo ce l’hanno in mano loro. Così come hanno in mano lo spazio. Se per esempio le multinazionali del transgenico e il Corriere della sera organizzano insieme un convegno sugli OGM e dedicano editoriali e un sacco di spazio alle posizioni a favore degli OGM (il cliente paga e ha sempre ragione!) sacrificando quelle più prudenti, tu non puoi allungare il giornale che hai comprato e hai un bel cercarci informazioni e commenti che lì non ci sono. Tuttalpiù puoi tornare in edicola e comprarti un altro giornale, meno condizionato dalle aziende. Con i giornali, se vuoi cambiare contenuti devi anche cambiare il mezzo d’informazione. Con internet no. Con lo stesso mezzo e senza costi aggiuntivi, accedi a qualunque contenuto desideri. Un sito non ti soddisfa, tace o mente? Puoi controllare in un altro. Hai a disposizione decine, centinaia o migliaia di fonti in qualunque parte del globo. Trovi notizie magari scritte un minuto prima che tu le legga. Non potevo starmene alla finestra! Sta avvenendo la più grande e più veloce rivoluzione nella storia della nostra specie. Per alfabetizzare metà degli umani ci abbiamo messo cinquemila anni. Per connettere potenzialmente tra loro in tempo reale un decimo degli umani ci abbiamo messo vent’anni. Fra altri venti probabilmente un terzo degli umani saranno collegati tra loro senza mediatori. Di Murdoch e di Mastrolindo ci si ricorderà allora come oggi di Mussolini e di Ceausescu. Così da gennaio il mio spettacolo “beppegrillo.it” parla della Rete ogni sera nei palazzetti di cinquanta città italiane e usando la Rete migliaia di miei spettatori mandano con me ogni sera e-mail al Presidente della Repubblica. Ho aperto anche il mio Blog su Internet, un sito dove chiunque può dire la sua e leggere quello che ci metto io giorno per giorno e trovare le cose migliori che ho fatto in questi anni (http://www.beppegrillo.it/). La rivoluzione di Internet è entusiasmante, ma non dobbiamo montarci la testa. Non sarà facile. Fra alcuni anni la Rete sarà più accessibile e più attraente di quanto sia oggi la televisione. Ma per adesso è il contrario: l’accesso alla televisione è facile e apparentemente gratuito, quello alla Rete è macchinoso e costoso, specialmente in Italia. La televisione si usa dal divano, la Rete dalla sedia; la televisione ti viene a cercare, la Rete devi andare a cercarla. Ma c’è di peggio. Da millenni c’è un abisso di potere tra chi sa leggere e scrivere e chi no. Per molti decenni ci sarà un abisso ancora maggiore tra chi potrà usare la Rete e chi resterà fuori, cioè la grande maggioranza dell’umanità, compresa un’abbondante minoranza di poveri nei Paesi ricchi. Per non parlare dei due abissi che separeranno gli analfabeti dagli internauti. La Rete può quindi diventare il più potente strumento di disuguaglianza nella storia dell’umanità. L'ha capito bene il Vaticano che ci ha fatto diversi documenti, da anni. Se fossimo davvero in una democrazia, invece di farci passare dai cinquanta ai cinquecento canali televisivi in prevalenza commerciali, le Nazioni Unite, la Banca Mondiale e gli stati del mondo dovrebbero favorire la chiusura di almeno metà dei canali televisivi. Con le risorse di cervelli, energia elettrica, materiali e soldi così risparmiati, si potrebbero dotare entro dieci anni tutti gli scolari del globo e almeno metà dell’umanità adulta di un computer a basso prezzo e di una connessione gratuita alla Rete. Gratuita? Sì, gratuita, come in Svezia. E come gratuita è la cittadinanza su questo pianeta. Tratto dallo spettacolo “beppegrillo.it”

Pubblicato il

04.03.2005 15:00
Beppe Grillo