|
L'autore ha scritto 54 articoli
|
|
|
|
|
povertà | 17.06.2022 |
|
|
Caccia ai miserabili! Vietato chiedere l’elemosina: un reato punibile pure con la detenzione. La storia della lotta alla mendicità in Svizzera è stantîa: seppur vecchia di secoli, continua imperterrita a perpetuarsi con Cantoni e Comuni – chi più, chi meno – che sfoggiano ordinanze per reprimere il fenomeno. Ora bisogna però fare i conti con una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che condanna le sanzioni sproporzionate che ledono la dignità umana di persone vulnerabili. E il Canton Vaud si trova ora a rivedere la sua legge sull’accattonaggio, perché... “fuorilegge”.
|
|
|
| 24.05.2022 |
|
|
Produttività, assenteismo, controlli e relazioni umane. Si dice – lo dicono i primi studi – che in concomitanza con l’home office siano diminuiti in maniera significativa i casi di malattia. Che cosa succede? Prima si faceva i furbi, fingendo di stare male per poltrire sul divano? E se fosse vero, invece, il contrario? Che da casa le persone tendono a produrre anche se non stanno bene? Sì, perché c’è chi mette in guardia: «Attenzione, è un passo indietro, svolgere l’attività professionale a domicilio per conto di terzi rischia di trasformarsi in lavoro a cottimo dove ciò che conta è solo quanto si produce». |
|
|
| 22.04.2022 |
|
|
Arrivati in Svizzera e accolti con grande partecipazione emotiva, ora gli ucraini entrano nella fase dell’integrazione. Per l’economista Sergio Rossi si profilano sfide importanti per riuscire ad assorbire i rifugiati nel mercato del lavoro, mentre Giangiorgio Gargantini richiama al rispetto dei contratti per evitare casi di concorrenza sleale e dumping. |
|
|
Economia | 14.04.2022 |
|
|
Buoni propositi per il futuro? Lugano butta le carte in tavola e dal mazzo esce la carta matta, che non si chiama più jolly, ma bitcoin. La Città punta in alto: vuole diventare la “capitale europea delle criptovalute”. Diventiamo moderni: che si paghino imposte e tasse con i soldi virtuali, mentre si parla di progetti di milioni e milioni di franchi per attrarre sul territorio start-up del settore. Giochi d’azzardo o giochi sensati? |
|
|
| 23.03.2022 |
|
|
Due anni fa la nostra quotidianità era appena stata stravolta con il primo lockdown e la pandemia è entrata materialmente in tanti edifici, ma a livello simbolico si è infilata in tutte le case del mondo. Il Covid ha portato a ripensare il nostro modo di abitare, che ora reclama nuovi significati, come indica un primo rapporto della Commissione federale dell’alloggio. «Abbiamo l’opportunità di cambiare in meglio il nostro modo di fare casa, contribuendo a cambiare il mondo: curando il locale, si difende il territorio, e si hanno risultati globali» ci spiega l’architetto locarnese Michele Arnaboldi, cattedra all’Accademia di Mendrisio, che già immagina pomodori e insalatine crescere su balconi e tetti. |
|
|
conflitto | 10.03.2022 |
|
|
Bomba sul tran tran, pardon, sul fronte occidentale. È guerra, una guerra che questa volta rimbomba, scheggiando anche il nostro quotidiano. Lo scorso 24 febbraio, e sembra già un secolo fa, con un messaggio preregistrato indirizzato alla nazione, ma soprattutto al mondo, Putin annunciava l’inizio di “un’operazione militare speciale”. Un’operazione militare talmente speciale che altro non è, che una sporca guerra per dirla a modo nostro. Una “classica guerra d’invasione che non vedevamo da tempo”, per usare invece le parole precise dello storico Sacha Zala. E la neutralità? Con il direttore del gruppo di ricerca dei Documenti diplomatici svizzeri (Dodis) e professore all’Università di Berna, abbiamo parlato anche di uno dei miti fondativi del paese, di profughi, politica d’accoglienza e… di Svizzera, insomma.
|
|
|
| 24.02.2022 |
|
|
Teorie del complotto, fake news e razzismo sembrano essere di gran moda, oggi, nel 2022. Già, le bufale, mica una novità di Internet, ma un sistema di comunicazione creato un secolo fa da Mussolini... |
|
|
povertà | 07.02.2022 |
|
|
Pandemia che viene, povertà che cresce. Anzi no, tutto sembrerebbe andare abbastanza bene in Svizzera... Almeno guardando alle misure che ha preso il governo: più che combattere la miseria, Berna sembra intenzionata a voler prendere misure contro chi ha bisogno. Ne abbiamo parlato con il sociologo Jean-Pierre Tabin, dell’Alta scuola di lavoro sociale e della salute di Losanna. |
|
|
donne e lavoro | 24.11.2021 |
|
|
L’iniziativa per cure infermieristiche forti, che voteremo il 28 novembre, mette in luce le criticità del sistema sanitario svizzero con una carenza allarmante di personale. L’opinione pubblica se ne è accorta durante la pandemia, ma il problema persiste da tempo e per più motivi, tra cui condizioni di lavoro spesso insopportabili e non conciliabili con la vita privata. Il personale di cura – ci spiega lo specialista – paga il pedaggio di un retaggio storico che ha penalizzato e discriminato le professioni identificate al femminile. |
|
|
Covid e lavoro | 18.11.2021 |
|
|
La narrazione della pandemia per essere completa non può fare a meno delle voci di chi si è ritrovato da un giorno all’altro, bardato da capo a piedi, a combattere contro un virus sconosciuto. Paura, preoccupazione, orrore, frustrazione, isolamento, solitudine, sofferenza e un carico enorme di lavoro. Un carico emotivo e fisico pesante amplificato da una mancanza di personale nel settore sociosanitario, che ha prodotto un cumulo di stress causato da turni lunghi, scarsa possibilità di recuperare le forze e la serenità. E poi quei morti portati via nei sacchi... Uno studio della Supsi dà la voce ai curanti nelle case anziani ticinesi. |
|
|
| 27.10.2021 |
|
|
Dal secondario al terziario: si segnalano tentativi anche in questo settore di eludere il minimo salariale in Ticino. La succursale luganese di compagnia leader di assicurazioni avrebbe chiesto di far valere la territorialità del cantone dove ha sede la casa madre. Da Zurigo però i vertici negano: «Non siamo a conoscenza di una tale richiesta relativa al salario minimo: questa non è emersa nemmeno in colloqui personali con agenti generali». I mezzi per reagire esistono. Sergio Rossi, professore di macroeconomia ed economia monetaria all’Università di Friborgo li indica: «Agevolazioni fiscali per le imprese virtuose, introdurre regole e limiti, sanzionando in modo dissuasivo le ditte che non rispettano i vincoli di ordine socioeconomico». |
|
|
| 30.06.2021 |
|
|
Ci sono delle analogie fra quanto accaduto nella notte fra il 29 e il 30 maggio e la canzone “Addio Lugano bella”: la lotta politica per i propri ideali che si sconta ancora a caro prezzo e il tentativo di silenziare le voci dissidenti. Oggi come allora: nel 2021 come nel 1895 quando gli anarchici furono arrestati ed espulsi dal territorio cantonale. A ricordarcelo la canzone popolare di lotta scritta da Pietro Gori. |
|
|
| 15.06.2021 |
|
|
Lo schiaffo del risveglio, dopo una notte di raid delle ruspe, che ha abbattuto un'ala dell'ex Macello, brucia ancora forte. In attesa di sapere la verità di chi è il responsabile dei fatti avvenuti nella notte fra il 29 e il 30 maggio a Lugano per gli osservatori politici la (mal)celata voglia di repressione mina la credibilità delle istituzioni. |
|
|
| 04.06.2021 |
|
|
Fa quasi più paura della minaccia la legge che dovrebbe tutelarci. «Basta vedere la vaga definizione che si dà di “terrorismo”: una definizione che è ignota ai paesi democratici». Sono pesanti le parole di Paolo Bernasconi: l’ex magistrato ticinese è in prima linea nel combattere la nuova Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo, che è «un attentato alle libertà individuali e arriva a imporre misure ai minori a partire dai 12 anni senza che un giudice possa valutare il caso». |
|
|
Ombre del passato | 19.11.2020 |
|
|
Un’isola solitaria in mezzo all’Europa, la Svizzera. Non proprio. Senza porti sul mare, è riuscita a sbarcare ovunque e a partecipare, dietro alle quinte, a molte vicende della storia internazionale. E pur non avendo colonie, il nostro paese ha guadagnato anche dal modello commerciale, e criminale, legato alla tratta degli schiavi.Lo storico Hans Fässler spiega l’implicazione di imprenditori elvetici in questo traffico. |
|
|
Diritti & Società | 08.10.2020 |
|
|
Quando è stato decretato il lockdown si sono spente le luci rosse dei locali erotici: le prostitute, con il fermo dell’attività, hanno dovuto trovare un modo per stare a galla senza più entrate. Precarietà e clandestinità sono state il prezzo che le lavoratrici del sesso hanno dovuto pagare. Il coronavirus ha indebolito ancora di più questa fascia fragile della popolazione, nascosta nelle pieghe della società, e rafforzato forme di sfruttamento preesistenti.
|
|
|
Un affare per pochi | 26.05.2020 |
|
|
Siamo rintanati fra le mura domestiche come milioni di altre persone nel mondo per contenere il contagio. Finiamo l’olio di oliva: che cosa fare? Smanettiamo in rete e scopriamo il mondo dell’e-commerce: pochi clic e l’ordine è fatto. Gongoliamo quando troviamo il pacco davanti alla porta di casa. Peccato poi scoprire che i corrieri impiegati per soddisfare la nostra richiesta abbiano dovuto lavorare in condizioni estreme e senza le necessarie protezioni contro il coronavirus. Ecco perché serve una regolamentazione. |
|
|
Immigrazione & dintorni | 12.09.2018 |
|
|
Che il viaggio sarebbe stato duro, lo sapevi. Eppure, non si è mai pronti davvero alla carneficina del vivere. Supplizio crudele: prima, durante e, incredibilmente provante, anche dopo. Adesso. Sei sopravvissuto. Sei in Svizzera. Però ti hanno portato sottoterra. No, non sei morto. Toccati, sei vivo. Non le senti le cimici, che ti mangiano? “Basta! Ciò è indegno per queste persone, ma anche per il nostro paese: chiudete i bunker!”. Lo chiede il neonato collettivo R-Esistiamo, che in Ticino sta sollevando il problema delle fosse di cemento per i richiedenti l’asilo.
|
|
|
Ticino | 27.06.2018 |
|
|
Dai 12 anni in cella. Sì, proprio così. La galera per i minori in Ticino è già approvata sulla carta, manca ora che il Parlamento approvi il credito per la costruzione dell’istituto di pena. Dopo che lo scorso febbraio è stata consegnata al governo la petizione Vpod contro il progetto, si è costituito un gruppo che intende sensibilizzare i cittadini e i deputati che dovranno votare il messaggio. |
|
|
L'editoriale | 27.06.2018 |
|
|
Il calcio è l’arte di comprimere la storia universale in 90 minuti, scriveva George Bernard Shaw. E la partita di venerdì scorso – sì, quella che ha visto dei giocatori con la maglia svizzera mimare l’aquila albanese mentre esultavano per due gol contro la Serbia – racconta un pezzo di storia. Una storia dietro l’angolo che rievoca i fantasmi della guerra nell’ex Jugoslavia. Così il campo da gioco simbolicamente si trasforma in un campo di battaglia ancora vivo con i giocatori che tirano forte. Tirano per la Svizzera, dove le famiglie si sono rifugiate e di cui oggi sono legittimamente cittadini, ma anche con una sete di rivalsa per il Kosovo, la terra d’origine abbandonata a causa del sanguinoso conflitto degli anni ’90 del secolo scorso. |
|
|
La testimonianza | 30.05.2018 |
|
|
Delirio d’onnipotenza, controllo sistematico sui lavoratori trattati come oggetti di proprietà privata, orari di lavoro à la carte sulla base dei capricci dello stilista, telecamere puntate, contratti con clausole al limite della legalità, licenziamenti seriali. E poi le manie, gli scatti d’ira e quella notte crazy quando Philipp Plein ha portato il suo teami di Lugano a cena a Parigi con volo privato. Quasi 200 persone tenute tutta la notte in aeroporto e riaccompagnate al mattino dopo al lavoro ancora vestite da sera e senza che avessero chiuso occhio... |
|
|
Reinserimento professionale | 30.05.2018 |
|
|
”Il nostro Cantone è attivo nel ricollocamento professionale di assicurati Ai. Nel 2017 sono stati 942 i lavoratori che sono rimasti attivi o hanno trovato nuove mansioni” recita un comunicato stampa. «Risultato buono, ma per certi versi anche operazione di marketing per veicolare il messaggio ingannevole, che rientrare nel mercato del lavoro è possibile e facile, quando invece non è affatto così. È anche un modo per preparare il terreno e legittimare ulteriori inasprimenti» replica Bruno Cereghetti. |
|
|
L'approfondimento | 16.05.2018 |
|
|
Dati e dati sulla disoccupazione, sull’occupazione, sulla sottoccupazione e sull’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani. Ebbene, l’Ufficio federale di statistica ci mostra ora un inedito 38% di apprendisti che in Ticino, con tanto di diploma, trascorre un periodo a “timbrare” prima di trovare un posto. Di più, in Svizzera il 15,7% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è a rischio povertà. Ma qual è la realtà che si nasconde dietro a questi numeri? |
|
|
Libertà di stampa | 03.05.2018 |
|
|
Venerdì 4 maggio, sarà resa nota la sentenza che dirà se per la giustizia ticinese i quattro giornalisti imputati nella vertenza promossa dalla Clinica Sant’Anna sono colpevoli di diffamazione e uno di essi pure – rullino i tamburi – di concorrenza sleale. Una vicenda che solleva questioni centrali: il ruolo dei media, la libertà di stampa accanto all’ombra dei poteri forti. Ne abbiamo parlato con Aldo Sofia, voce competente del giornalismo locale. |
|
|
Società | 26.10.2017 |
|
|
I miti elvetici, come ogni fatto idealizzato, portano con sé verità di fondo, che però rischiano di negare la realtà. “Ma in Svizzera stiamo tutti bene! È un paese ricco!”, quante volte abbiamo sentito queste affermazioni che ci facevano credere di vivere nel paese del bengodi. Eppure, non sembrerebbe essere precisamene così: uno studio sociale analizza il fenomeno della povertà che è in crescita nel nostro cantone: in uno spaccato che non emerge da statistiche incomplete e parziali. |
|
|
Lavoro e dignità | 12.10.2017 |
|
|
La sofferenza generata dal lavoro. Parliamo di coloro che lo cercano disperatamente; ma pure di chi un posto lo ha assieme a un cappio al collo per farlo produrre di più o di quelli che si ammazzano di fatica per tre soldi. Ma anche di coloro per i quali “se non ti sta bene, quella è la porta”: un refrain usato a mo’ di minaccia da capi e capetti. Non solo intimidazione, ma pure nuovo modus operandi per attuare licenziamenti brutali quando si è invitati ad andarsene subito. Accompagnati alla porta, ed è choc.
|
|
|
Lavoro e dignità | 28.09.2017 |
|
|
Lavoro gratuito. Sì, agli operai la direzione chiedeva dallo scorso 1° luglio trenta minuti al giorno del proprio tempo da mettere a disposizione senza essere remunerato per l’azienda. Dall’inizio dell’anno aveva invece abolito i giorni per il recupero degli straordinari. Con uno sciopero, coordinato e sostenuto da Unia, i dipendenti hanno ottenuto l’annullamento di queste misure e la promessa di un Ccl per la fine del 2017. |
|
|
Lavoro e dignità | 13.09.2017 |
|
|
Giovane, formazione scolastica conclusa, gli amici, un lavoro. Una vita soddisfacente? No, la sua vita non è neppure normale perché Giacomo ha le pezze al culo. Lavora, sì lavora, ma niente pizza al sabato sera, le vacanze scordate da tempo e ora, al verde, si è pure indebitato. No, non fa un uso improprio dei suoi soldi: semplicemente guadagna poco, troppo poco. «Ho un impiego e prendo meno di chi è in assistenza: la situazione mi sta creando scompensi di vario tipo». Come è possibile? Giacomo* fa l’agente di sicurezza da anni: «Sì, è vero c’è un Ccl, ma la direzione ha trovato il modo di aggirarlo, mettendo in ginocchio molti di noi».
|
|
|
Società | 31.08.2017 |
|
|
Appartamenti a costo reale, canoni equi lontani dalla speculazione immobiliare, rapporti di vicinato solidi, architettura sostenibile. Insomma, una migliore qualità di vita in una casa dove si è a metà strada fra essere proprietari e inquilini. Stiamo fantasticando? No, nel resto della Confederazione è un modo di vivere reso solido da una forte tradizione avviata più di 100 anni or sono. Ora c’è chi sta lavorando perché anche nella Svizzera italiana le cooperative d’abitazione diventino realtà.
|
|
|
Asilo | 06.07.2017 |
|
|
In piscina voi non ci andate. La scorciatoia che costeggia il lago per arrivare in stazione non potete prenderla. I vostri figli a scuola con i nostri? Non se ne parla proprio. I casi accaduti a Bremgarten, Nottwil, Birmensdord ed Eigenthal hanno sollevato a più riprese la questione della legittimità delle restrizioni della libertà di movimento imposte ai richiedenti l’asilo. Diversi organi di sorveglianza internazionali hanno criticato per questi provvedimenti. |
|
|
Società | 22.06.2017 |
|
|
La parola d’ordine era “prendi e consuma, usa e getta”. Era uno stile di vita che, nella società dei consumi, definiva in particolare il ceto medio, che risplendeva nello spreco dove trovava la sua immagine. Stop! Retromarcia. La novità è che il fenomeno si è rovesciato e ora va di moda l’usato. È una rivoluzione copernicana: sprecare dà fastidio perché c’è più coscienza ambientale e poi si può pure risparmiare divertendosi. E così il settore esplode, annullando lo stigma che voleva il second hand legato alla povertà: oggi, sempre più persone, di ogni strato sociale, vendono e comprano sui siti online e nei negozi specializzati che nel frattempo hanno cambiato pelle come le lucertole.
|
|
|
Ticino | 07.06.2017 |
|
|
Lo straccio, grazie, dopo averlo raccolto, lavato e stirato, a titolo gratuito, lo sistemo io. Lara Robbiani Tognina, che negli ultimi tre anni ha raccolto quantità industriali di indumenti usati per i profughi, facendosi conoscere in ogni angolo del Ticino e anche in Italia, contesta il mandato diretto che il Consiglio di Stato ha attribuito senza concorso per la distribuzione dei vestiti. |
|
|
Ticino | 24.05.2017 |
|
|
Il logo “White power”, una svastica, una croce celtica e un numero in codice che significa “Heil Hitler” per fermare quel nero tamarro, perché tale è, che li “provocava” con le sue canzoni. E così i giustizieri della Lugano da bere, i salvatori della razza bianca si sono incappucciati e hanno infestato la città di volantini intimidatori. Quel concerto non si doveva svolgere, Bello Figo qui non aveva da mettere piede. E per farsi capire, a scanso di equivoci, hanno sfoderato la mitraglieria simbolica più violenta del Novecento, dietro cui ci sono milioni di morti ammazzati. |
|
|
Lugano | 24.05.2017 |
|
|
Svolta il Lac, inforca via Adamini, e fai cento metri: dopo il grande polo culturale di Lugano, che segue un percorso istituzionale, te ne ritrovi un altro a misura di giovane fatto di sperimentazioni, pochi mezzi, ma tanta creatività. Anche questa è cultura e la si produce allo Spazio Morel, là dove sorgeva una storica autoconcessionaria della città, che da trenta anni ha cessato la sua attività. |
|
|
Immigrazione e minori | 10.05.2017 |
|
|
Uno non riesce nemmeno a immaginarselo. Un minore che attraversa confini in condizioni estreme, nelle mani di aguzzini, macinando distanze da atlante in difficoltà impossibili da riprodurre a parole. Senza genitori. Solo come un cane, in mezzo a tanti altri disperati, così disgraziati che ognuno resta abbandonato a sé stesso. Shakir, 11 anni, è riuscito a superare e a sopportare il viaggio dall’Eritrea all’Europa. Dal barcone è sceso fino a giungere al foyer della Croce Rossa di Paradiso, da dove con altri due ragazzi è scappato lo scorso 22 febbraio. Ecco la sua storia, o quel frammento di storia che conosciamo. |
|
|
Migrazione | 12.04.2017 |
|
|
Sono definiti “minori non accompagnati” e nei documenti ufficiali vengono indicati con l’acronimo MNA. Sono bambini e adolescenti che, dopo averne viste di tutti i colori, sono giunti da soli in Ticino alla fine di un viaggio simile a una via crucis. Il travaglio sarà terminato? Una tesi di laurea della Supsi del 2015 evidenzia «un’impreparazione a livello istituzionale nell’accogliere minori non accompagnati». Con la raccomandazione di «rafforzare le competenze interculturali degli educatori». Il fenomeno dei minorenni che emigrano soli è in continuo aumento in Europa e tocca pure la Svizzera, Canton Ticino compreso. |
|
|
L'intervista | 30.03.2017 |
|
|
“Poi mi dirai se il nome, quel Giusto, è azzeccato”, ci dice un collega quando gli raccontiamo che stiamo per andare a incontrare don Giusto Della Valle. Il prete di Rebbio che ha aperto la sua parrocchia ai migranti, diventando un punto di riferimento per quei disperati, perché tali sono, che arrivano a Como senza un oggi, con uno ieri drammatico e con un domani che chissà. «Ah, mi stavate cercando e perché?» esordisce, ributtando la palla al centro quando una volontaria della sua parrocchia ci presenta. Confessiamo che immaginavamo di trovarci di fronte a un sacerdote rubicondo che, vestito di nero nella sua camicia col colletto rigido, ci avrebbe accolto con un sorriso bonario. Sbagliavamo, niente di tutto ciò che il nostro immaginario più scontato potesse fantasticare. |
|
|
L'editoriale | 16.03.2017 |
|
|
«Il procuratore pubblico Antonio Perugini mette in stato d’accusa dinanzi alla Pretura penale del Canton Ticino Alaimo Lillo, D’Agostino Libero, Pianca Stefano e Guenzi Patrizia ritenuti colpevoli». Il primo, il direttore responsabile del Caffè, ritenuto colpevole di ripetuta diffamazione e di infrazione alla Lf contro la concorrenza sleale; mentre vicedirettore, caporedattore e redattrice del domenicale sono condannati “unicamente” per il secondo capo d’imputazione. Il proclama non è stato affidato all’ultimo degli sbandieratori, ma i quattro decreti d’accusa sono stati diffusi a mezzo stampa direttamente da Fulvio Pelli, presidente della Clinica Sant’Anna, la quale ha sporto querela contro i giornalisti. Una sorta di trofeo da esibire con tanto di commento: “Finalmente”. E che serva da monito a tutta la categoria, aggiungiamo noi, cari giornalisti. Perché ora lo dice il magistrato – accogliendo velocissimamente la denuncia di ex politici che ora siedono nel CdA della clinica – quanta verità è concessa pubblicare ai giornalisti. Aspettiamo, a questo punto, la posologia di quanti articoli sia possibile scrivere su un argomento, ma soprattutto il processo. Che farà luce su che cosa significhi, o non significhi, la libertà di stampa in Ticino.
|
|
|
Sicurezza privata | 16.03.2017 |
|
|
Mettiti la divisa. No, dai la stella da sceriffo no, non è Carnevale. Però con poco puoi creare una società, metterti in uniforme e girare per le strade a fare il vigilante e “garantire” la sicurezza. Rambo, no Argo. E i bravi, come don Rodrigo, puoi pagarli tre soldi e una cicca. A chi è assicurata la nostra sicurezza? Per favore, che qualcuno chiami la polizia: non ci sono soldi per potenziarla? D’accordo. Diamine, allora che intervenga lo Stato. No, neppure quello, che ha messo la firma su contratti capestro legittimando il dumping a ditte ambigue. E qualcuno prende pure le botte. Allora che la società civile si interroghi sui tagli nel settore pubblico per dirottare le risorse ai privati. E sugli interessi di chi ci amministra.
|
|
|
Parità | 22.02.2017 |
|
|
Qualcuno è allergico alla mimosa, pure fra le donne c’è chi ritiene fastidioso quel ramoscello giallo che l’8 marzo viene fatto sventolare quasi fosse un prosieguo di San Valentino. In realtà dietro al simulacro floreale, che così banalizzato può risultare stucchevole, c’è un compleanno collettivo per ricordare che le donne hanno dei diritti: i doveri sono loro infatti sottolineati ogni benedetto giorno. |
|
|
Precariato | 22.02.2017 |
|
|
Abbiamo conosciuto Lara nel 2015 per il suo impegno di attivista a favore dei migranti. Oggi, febbraio 2017, siamo di nuovo a Milano, ma questa volta per ascoltare la sua storia. La giovane donna italiana non riesce a trovare un lavoro stabile ed è finita in un dormitorio. Storie di nuova povertà...
|
|
|
L'intervista | 25.01.2017 |
|
|
In più di duemila hanno scritto la parola libertà di stampa. Il direttore, il vicedirettore, il caporedattore e la giornalista del settimanale il caffè sono stati denunciati dalla clinica Sant’Anna e dal Gruppo Genolier, di cui la struttura fa parte, per le inchieste condotte dal giornale su un grave errore clinico avvenuto nel centro di Sorengo. Al settimanale accusato di diffamazione e concorrenza sleale non vengono contestati errori o imprecisioni, ma si rimprovera la pubblicazione stessa dell’inchiesta giornalistica. Il fatto di averne scritto troppo diffusamente. Se l’interesse pubblico dell’inchiesta è lampante, la vicenda solleva domande altrettanto essenziali sullo stato di salute della libertà di stampa nel nostro Cantone. Ne abbiamo parlato con Bruno Giussani, ticinese di fama internazionale, che ha firmato l’appello lanciato a sostegno del lavoro dei redattori del caffè. |
|
|
L'editoriale | 21.12.2016 |
|
|
Con tutto lo sforzo che si fa, diamine!, a tenere nascosta la rogna e uno che fa? Ti muore a ridosso di Natale nello scantinato di uno stabile popolare dove aveva cercato rifugio per la notte. Un bell’accidente! Non ha neppure un nome rumeno o pakistano, ma italiano che può indurre i cittadini a provare pathos per la tragedia umana. E questo non è funzionale al sistema che ti vuole numero e non persona. Si chiamava Ignazio Cirillo, d’accordo l’èra mìa un di nòss, veniva da Torre Annunziata, vicino a Napoli ed è morto sabato scorso da senzatetto nella periferia di Lugano. Eppure, colpa dei social, basta andare su Facebook per vedere che era una persona comune, occhi chiari, due figli, la passione per la musica. Un uomo che doveva aver avuto una casa, forse essere stato a sprazzi anche felice, sorridente e ben vestito davanti a una tastiera. Fa effetto pensare che potesse essere uno di noi e sia finito consumato nel rogo scoppiato probabilmente per la candela accesa in una cantina fredda e buia occupata illegalmente (si dice così). |
|
|
Ticino | 23.11.2016 |
|
|
In Ticino è nata una nuova professione: quella della badante. Con tanto di titolo, il famoso “pezzo di carta” e la settimana scorsa sono stati consegnati i primi 25 diplomi di “Collaboratrice familiare”. Un percorso formativo che, partito su spinta dal basso, è destinato a fare scuola in Svizzera. Una vittoria per questa categoria professionale che nonostante sia centrale nella presa a cura degli anziani, fino a poco tempo fa era relegata all’ombra della società e dei diritti del mondo del lavoro. |
|
|
Votazioni | 06.10.2016 |
|
|
In Ticino si votano iniziative che mettono al centro lo straniero, creando divisioni e minando il clima di convivenza. Non è un caso isolato: l’affermarsi di movimenti populisti è tendenza planetaria: dall’Europa che erge muri fra nazione e nazione, a quella parte degli Stati Uniti che pensa di potersi affidare ciecamente a un predicatore scellerato sul piano dei contenuti politici come Donald Trump. Il mondo si sta bevendo forse il cervello? |
|
|
Migranti | 22.09.2016 |
|
|
Usa, Stati Uniti. All’Onu sono lì a decidere, a chinarsi sull’emergenza rifugiati e migranti. Cartine geografiche alla mano e proclami. Intanto i minori in fuga che arrivano in Europa spariscono e a Como non si sente ciò che si dice a New York.
|
|
|
Il dibattito | 24.08.2016 |
|
|
Dimmi come ti vesti e ti dirò chi sei: uno di noi o uno di loro. Non si parla di altro. Come se la polveriera del mondo fosse pronta a incendiarsi al muoversi di un burqa. E la destra radicale – quella contraria all’aborto, all’educazione sessuale per intenderci – cavalca il Leitmotiv. Seminando il germe dell’incomprensione e dell’odio. Ma pure chi si considera progressista non può esimersi dal ragionare sul fenomeno. D’accordo: le suore portano il velo, in certi paesi meridionali si porta il lutto, ma l’imposizione del burqa e del chador in alcuni paesi musulmani è una novità. Un’involuzione per quanto riguarda i diritti fondamentali delle donne che non può lasciarci indifferenti. |
|
|
Il caso | 29.06.2016 |
|
|
Basta pezzenti! Per carità, chi è nel bisogno va aiutato, ma non foraggiamo le bande malavitose organizzate che si servirebbero di questi poveri disgraziati per ingrassare la propria filiera. È questa la relazione, accattoni e criminalità, su cui si fonda la campagna di “sensibilizzazione” lanciata da Municipio e Polizia comunale di Lugano affiancati nell’operazione da fra Martino Dotta e da un’antenna di Soccorso operaio. Per il sociologo Jean-Pierre Tabin i manifesti utilizzati per il battage veicolano i luoghi comuni sull’accattonaggio con lo scopo di criminalizzarlo, scoraggiando la popolazione a versare denaro, in modo di creare una sorta di monopolio statale. |
|
|
Parità | 09.06.2016 |
|
|
Quando nel 1976 la Commissione federale per le questioni femminili diventò operativa, le donne sposate necessitavano ancora del consenso del marito per esercitare un’attività lucrativa. Non esistevano statistiche sulla discriminazione salariale e le donne vittime di violenza domestica non godevano di alcuna protezione. Sembra Medioevo. Ma anche 30 anni dopo c’è ancora tanta ma tanta mancanza di uguaglianza, vale a dire ingiustizia, che fa male, indigna e offende tutte le donne (e forse anche gli uomini). E questo nonostante quest’anno si festeggi il ventesimo dell’introduzione dell’articolo che a parole sancisce l’uguaglianza e la parità salariale fra donne e uomini. Che dovrebbero avere gli stessi diritti. Per ora solo a parole, perché a Berna la revisione della legge è stata stralciata dal programma di legislatura 2016-2019. |
|
|
Ticino | 11.05.2016 |
|
|
La nuova pianificazione ospedaliera apre giuridicamente le porte all’Ente ospedaliero cantonale che potrà creare società anonime e assumere partecipazioni con il privato. Una mossa alquanto pericolosa per la popolazione che rischia di ritrovarsi con una sanità fondata su logiche di mercato e non sulle cure eque a ogni cittadino. |
|
|
Socialità | 07.04.2016 |
|
|
Tutti a lavorare! Certo, e chi lo mette in discussione. Ma se uno, disgraziatamente, si ammala gravemente o è vittima di un infortunio con danni alla salute permanenti? Invalidi lavorerete secondo “modalità adeguate”. D’accordo, e quali sarebbero queste modalità adeguate? «Si tratta di finzioni giuridiche in quanto anche i paracarri sanno che non esistono più possibilità professionali per queste persone. Non posso che indignarmi di fronte a questa situazione che miete centinaia di vittime». A sollevare la questione è Bruno Cereghetti, esperto in materia, che va dritto al sodo: «Si tratta di uno scandalo sociale in Svizzera con una legge a senso unico, la quale dà credito a perizie dal sapore unilaterale, e con una giurisprudenza del Tribunale federale che conferma».
|
|
|
Elezioni | 17.03.2016 |
|
|
Tombola! Montepremi in palio 500 franchi gentilmente offerti dal municipale liberale Michele Bertini, in corsa per confermare il prossimo 10 aprile il suo seggio a Lugano. E se a Carnevale ogni scherzo vale, figuriamoci in campagna elettorale. Se Parigi valeva una messa, evidentemente Lugano ha i numeri per concedersi almeno un giro di tombola... Ma si può accettare?
|
|
|
Bufera Rsi | 17.02.2016 |
|
|
La bufera non accenna a fermarsi alla Rsi: dopo i 18 licenziamenti cruenti nelle modalità, emergono altre realtà sommerse. Come in un gioco di scatole cinesi se ne apre una e se ne trova una seconda e poi una terza. Incastrate l’una nell’altra. Sotto ai dipendenti cui è stato rescisso il contratto di lavoro, c’è un sottobosco di personale qualificato che, legato alla Rsi, lavora di fatto su chiamata. Un centinaio di professionisti che vive in condizioni di forte precariato. Sono gli esterni, di cui molti presenze fisse a Comano, suddivisi in due categorie: il personale a prestito e i service. Con buste paga già risicate ai limiti della sussistenza, per i primi il 2016 è partito con il botto: meno il 3,5% della remunerazione. Per i secondi anche peggio: una dozzina, fra cameramen e fonici, sono stati licenziati in maniera cautelativa dalle ditte che fanno da intermediarie fra loro e la Rsi, trattenendo sui loro compensi una media che varia dall’8 al 12%. |
|
|
|
|