Tutto inizia nel febbraio del 2007 quando Andrea Burani, pilota italiano basato a Montecarlo, apre un conto corrente alla Julius Baer di Lugano. Su questa relazione vengono versati importi complessivi per circa 17 milioni di euro, gran parte dei quali collocati su quattro polizze assicurative. Tra la fine del 2007 e la fine del 2008, però, il conto è stato quasi svuotato sulla base di ordini che portavano la firma dello stesso Burani. Firme che tuttavia si sono rivelate false. Quando Burani si accorse di queste operazioni, 15,5 milioni di euro erano già spariti. Una colpa grave? Prima sì, poi no
Andrea Burani, erede della famiglia proprietaria della casa di moda Mariella Burani Fashion Group – fallita in modo controverso nel 2010 – ha intentato una causa contro Julius Baer nel giugno 2015. L’uomo chiede la restituzione dei milioni persi, oltre agli interessi del 5%. Richiesta, questa, che la banca ha rifiutato categoricamente. Più di sette anni dopo, nel maggio 2022, il pretore Francesco Trezzini ha concluso che la banca non aveva verificato l’autenticità degli ordini che le erano stati inviati. A suo avviso, Julius Baer aveva commesso una “colpa grave” eseguendo le istruzioni falsificate. Il Pretore ha anche stabilito che Burani non era a conoscenza delle istruzioni falsificate e non le aveva ratificate. Julius Baer ha ricorso contro questa decisione. Nel febbraio del 2023, la Camera civile del Tribunale d’appello del Canton Ticino ha accolto il ricorso. Per i giudici ticinesi all’istituto bancario non può essere addebitata una colpa grave. Decisione da rivedere
Andrea Burani si rivolge a sua volta al Tribunale federale che, in una recente decisione, ha accolto il suo ricorso e rinviato la causa al Tribunale d’appello ticinese. I giudici di Losanna hanno stabilito che era stato violato il diritto di essere sentito di Burani, in particolare per il fatto che il Tribunale d’appello non ha esaminato, come chiesto dal pilota, le circostanze relative alla conclusione di un contratto a cui lo svuotamento del conto potrebbe essere strettamente connesso, “in particolare per il fatto ch’essa si fondava su un documento falsificato e che la banca opponente non aveva preso alcun contatto con il ricorrente”. Secondo le nostre ricerche, l’uomo all’origine della falsificazione è Francesco Acerbi, un broker italiano che lavorava da consulente esterno per Julius Baer. L’uomo è stato condannato in via definitiva a sei anni di carcere in Italia per furto aggravato: ha gestito il patrimonio di alcune ricche famiglie italiane alle quali aveva sottratto diversi milioni. Il broker è stato arrestato in Grecia nel giugno del 2023 mentre era a casa della moglie. Quest’ultima è stata in passato una dirigente di Burani designer holding, la casa madre della società di moda della famiglia Burani. Da notare infine che, con gli interessi, alla somma litigiosa occorre aggiungere ulteriori 12,7 milioni di euro. Contattati, l’avvocato di Andrea Burani, Filippo Ferrari, e di Julius Baer, Sascha Schlub, hanno preferito non commentare. |