Corto Maltese, il marinaio giramondo creato da Hugo Pratt nel 1967, è un eroe di carta o un personaggio veramente esistito? La domanda, che potrebbe sembrare oziosa all’apparenza, ha invece una sua ragion d’essere perché, a porsela, sono stati in molti, e non solo fra gli appassionati di fumetti. A nessuno verrebbe in mente di pensare che i vari Superman, Batman, Tex, Zagor, Mandrake, tanto per fare alcuni nomi, siano personaggi reali, talmente chiara appare la loro matrice fantastica. Ma per Corto Maltese il gioco intrigante operato da Pratt attorno alla sua creatura è stato condotto con un’abilità tale da indurre numerosissimi lettori a porsi la domanda di cui sopra. Corto Maltese nasce a La Valetta, sull’isola di Malta, il 10 luglio 1887. La madre risulta essere una gitana andalusa, la Niña de Gibraltar, donna bellissima che fece da musa ispiratrice al pittore Jean Auguste Dominique Ingres. Il padre uno sconosciuto marinaio della Cornovaglia. Dunque, tanto per chiarire, Corto Maltese è il frutto di una relazione extraconiugale e se si riconduce il fatto all’epoca in questione, la fine dell’800, non è davvero cosa da poco. Già da ragazzo egli è stato quindi costretto a combattere i pregiudizi del tempo. Nel corso della sua vita avventurosa, Corto ha conosciuto così tante persone da risultare impossibile citarle tutte in questa sede, ma alcuni nomi vanno assolutamente riferiti come gli scrittori Jack London, Gabriele D’Annunzio, Hermann Hesse, uomini politici come Giuseppe Stalin o Enver Bey, miti eroici quali Manfred Von Richthofen, asso dell’aviazione tedesca della prima guerra meglio noto come il “Barone Rosso”. Proprio queste conoscenze dirette, nonché i rigorosi riferimenti storici legati ad avvenimenti dell’epoca (le avventure del Maltese iniziano nell’anno 1913 e si concludono all’incirca nel 1935), hanno contribuito ad alimentare molti dubbi e altrettante perplessità sull’origine del personaggio. Si aggiunga a tutto ciò la decisione da parte di Hugo Pratt di far tenere al suo eroe, in certe occasioni, una specie di diario scritto in prima persona e tendente a far sembrare estremamente veritiero il tutto. In realtà Corto Maltese è personaggio di fantasia ma con una caratterizzazione talmente perfetta, sia grafica che interiore, da giustificare in pieno i molti dubbi sorti su di lui. Al di là di un romanticismo di fondo che pervade tutte le sue 29 avventure, la personalità di Corto esprime doti di lealtà, coraggio, abnegazione e altruismo che lo rendono personaggio-icona di un tempo che molti considerano ormai scomparso. Ma a contraddire ciò, c’è un lato della sua personalità che tende a proporlo invece come eroe moderno e attualissimo. Ed è la sua sete di giustizia (che esula talvolta dal rispetto di leggi ingiuste o irrispettate), lo schierarsi in difesa dei deboli e delle minoranze, l’anelito ad una libertà di comportamento e di pensiero troppo spesso avversata dai padroni e dai potenti. Corto ha combattuto fianco a fianco ai dervisci somali, ai ribelli irlandesi, ai partigiani mongoli, ai cangaçeiros brasiliani, identificandosi con loro e con le loro lotte. Proprio insieme a questi ultimi si dipana una delle sue più belle avventure, Samba con Tiro Fisso. L’azione si svolge nella zona desertica del Sertão brasiliano, dove un piccolo gruppo di ribelli tenta di opporsi alle pressioni dei grandi latifondisti della regione. Tiro Fisso è un giovane ribelle orfano del suo capo, chiamato il Redentore, un uomo illuminato che sapeva come parlare alla gente. Occorre creare un mito affinché la ribellione faccia presa sulle masse. Questa, almeno, è l’idea di Corto Maltese, che entra in perfetta sintonia con le aspirazioni del gruppuscolo. Anche Tiro Fisso morirà ma i cangaçeiros hanno appreso la lezione e un altro giovanissimo capo è pronto a prenderne il posto e a perpetuarne la lotta. «Come ti chiami, ragazzo?» gli chiede Corto Maltese. «Corisco de São Jorge», gli risponde l’interessato, mentre il Maltese, pur rivolgendosi all’amico Steiner, riflette su di un suo convincimento personale: «Quel ragazzo diventerà un capo. Sta scritto sul suo viso!» Questa avventura si rivela un vero e proprio corso di rivoluzione, anche per i molti altri spunti in essa contenuta. Va detto poi, per dovere di cronaca, che sia Tiro Fisso che Corisco de São Jorge sono personaggi storici veramente esistiti. È chiaro che l’afflato della grande avventura è il filo conduttore dell’intera serie del personaggio, ma sia che l’azione si dipani fra i paesaggi incantati dei Mari del Sud, o fra gli infuocati deserti africani, o nelle brumose brughiere d’Irlanda, Corto Maltese ha sempre modo di esprimere in maniera chiara e decisa i propri ideali interiori con prese di posizione nelle quali emerge uno spirito libero e ribelle, con venature rivoluzionarie spesso espresse con il sorriso sulle labbra ma cariche d’ironia e sarcasmo che quasi sempre riescono a mandare in bestia gli avversari di turno. Forse, a ben guardare, anche così si possono fare le rivoluzioni!

Pubblicato il 

03.10.03

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