«Se la Lmee dovesse ottenere un esito favorevole dalle urne, chi si aspetta una riduzione dei prezzi, chi spera che vengano valorizzate le energie alternative, oppure che venga abbandonata l’energia nucleare, si sbaglia di grosso». Per il consigliere nazionale Pierre-Yves Maillard (soc/VD), la legge sul mercato dell’energia elettrica (Lmee) nasconde effetti perversi che sono già apparsi, in tutta la loro pericolosità, nei paesi europei in cui il mercato è già stato “liberato”.
Gli effetti del passaggio di regime
Con la Lmee, il settore dell’elettricità verrebbe gestito con il sistema dell’offerta e della domanda. Quali effetti produrrebbe?
Il passaggio all’economia di mercato si concluderà con una riduzione drastica delle “riserve”. Nel regime di monopolio le riserve permettono di rispondere ad eventuali aumenti imprevisti della domanda. Concretamente accade che le aziende pubbliche mantengono inattive un certo numero di turbine che vengono messe in moto quando la richiesta di corrente supera l’offerta. Nel sistema dell’offerta e della domanda, queste riserve, che si situano a circa 20% della capacità di produzione, sarebbero di troppo. Poiché gonfierebbero l’offerta. Ci sarebbe cioè una quantità di energia elettrica più elevata del bisogno reale della popolazione. Si sa come funziona il mercato. In questo caso l’elettricità perderebbe buona parte del suo valore perché ce ne sarebbe in quantità. E i prezzi crollerebbero.
Ma i gruppi privati, produttori e distributori, non puntano certo a far crollare i prezzi?
Appunto. Per evitare che le tariffe vadano in picchiata, non avranno altra scelta che sbarazzarsi delle “riserve”. Faranno in modo cioè che l’offerta e la domanda raggiungano un equilibrio. Senza riserve, però, non si capisce bene come faranno i gruppi privati a reagire, ad esempio, ad un black-out anche parziale. In caso di shock climatico o di crescita economica improvvisa, la corrente non sarebbe sufficiente. Dove andranno a prendere l’energia di sostituzione ? In nessun posto. In tal senso l’esempio della Spagna è parlante. Il gruppo iberico Endesa ha recentemente ricevuto una multa salatissima, circa diciotto milioni di euro, a causa di una panne di settore che ha tenuto al buio circa 220mila famiglie, in pieno inverno.
Attenzione all’evoluzione dei prezzi
In un primo momento dunque i prezzi scenderanno ma poi aumenteranno…
Esatto. Questo effetto si spiega perché, eliminando le riserve, la quantità di elettricità sarebbe appena sufficiente a coprire la domanda. Diventerebbe cioè preziosa, e quindi cara. In Germania, il mercato è libero. Durante il primo anno si è assistito ad un abbassamento dei prezzi, l’anno seguente si è invece registrato un aumento che varia dal 12% al 18%. Altri paesi hanno conosciuto la stessa sorte. Dal 1999 al 2001, i prezzi sono aumenti del 22% in Norvegia, del 14% in Svezia e dell’11% a Londra.
I sostenitori della Lmee affermano che la nuova legge procurerà vantaggi per l’ambiente.
Niente di più falso. Si otterrà piuttosto l’effetto contrario. Per ottenere dei profitti i gruppi privati tenteranno di convincere i consumatori a … consumare. E’ logico. Se i produttori vogliono mantenere alti i proventi, i consumi devono aumentare. C’è da scommettere invece che i gruppi privati avvieranno campagne pubblicitarie esortando i consumatori a usare l’energia elettrica. Nei paesi in cui il mercato è aperto si osserva giustamente un balzo dei consumi. Come in Norvegia, in cui aumentano ogni anni del 6%. Se un tale scenario dovesse verificarsi in Svizzera il paese entrerebbe in conflitto con la politica energetica avviata da anni dalla Confederazione e che punta a combattere gli sprechi.
In futuro i consumatori avranno però la scelta tra diverse fonti di energia. Potranno scegliere la meno cara, e la meno inquinante.
Non ne sarei così sicuro. I gruppi privati punteranno tutto sull’energia elettrica. Non avranno nessun interesse a promuovere altre forme di approvvigionamento energetico. Perché complicarsi la vita cercando di vendere energia che la gente conosce poco e dovrebbe con ogni probabilità pagare di più ? L’energia elettrica arriva dappertutto, è ormai un bene comune, che tutti vogliono e richiedono. Perché cambiare?
L’esempio inquietante della Finlandia
Gli oppositori della Lmee temono che venga rilanciato il nucleare, come è accaduto in Finlandia. Per quale ragione?
L’esempio della Finlandia è esplicito. In questo paese la liberalizzazione è totale. Recentemente il governo ha inaugurato una nuova centrale nucleare. Come in tutti i paesi in cui il mercato è stato aperto l’elettricità è diventata in Finlandia un bene raro. Non ce n’è abbastanza, a causa della diminuzione degli approvvigionamenti per le ragioni che ho descritto. Ecco perché si è fatto ricorso al nucleare. Anche questo scenario potrebbe verificarsi in Svizzera. Di fronte alla penuria di elettricità saremo costretti a sollecitare tutte le fonti di produzione, tra cui l’energia nucleare. E non è finita qui. I gruppi privati che investirebbero nella promozione di questa energia dovranno pur avere un ritorno finanziario. Come ? Aumentando i prezzi.
Con la nuova legge si potrà salvaguardare la garanzia del servizio pubblico?
Io credo che per i gruppi privati sarà impossibile mantenere i prezzi a un livello ragionevole, ottenere profitti e nello stesso tempo approvvigionare tutte le regioni del paese. Ad un dato momento si dovrà rinunciare a qualcosa. Oggi siamo ancora in regime di monopolio pubblico. I prezzi sono contenuti, meno cari che in alcuni paesi vicini, l’elettricità raggiunge tutte le zone della Svizzera, anche le più recondite, e le aziende pubbliche non vanno poi così male.
Il dito puntato sulle bugie degli altri
I promotori della Legge sul mercato dell’energia elettrica (Lmee) affermano che in caso di voto negativo, la liberalizzazione si farà comunque, ma in modo “selvaggio”. Ma che cosa pensa il consigliere nazionale socialista Pierre-Yves Maillard (cfr intervista qui accanto), contrario fin da subito ad ogni forma di privatizzazione del settore energetico? Ecco la sua analisi:
Si tratta di un argomento da bugiardi. Con le leggi in vigore nei cantoni è semplicemente impossibile scardinare il mercato, fare entrare di forza i gruppi privati. Per farlo ci vuole giustamente una legge come la Lmee. Si pensi al braccio di ferro che impegna attualmente l’azienda Migros contro le Imprese elettriche di Friburgo. Il gigante della distribuzione ha tentato di aggirare il monopolio tramite la società privata Watt. La commissione federale della concorrenza non si è ancora pronunciata. Se dovesse dare ragione alla Migros, l’azienda friburghese potrebbe deporre un ricorso presso il Tribunale federale. Immaginiamo che questo venisse respinto e che il tribunale desse ragione alla Migros. L’azienda pubblica friburghese potrebbe a quel punto imporre dei prezzi proibitivi per far passare l’elettricità attraverso la rete. Migros e Watt farebbero a loro volta ricorso, intentando un’altra procedura. Il tutto rischierebbe di concludersi dopo otto o dieci anni. Alla fine però il Tribunale federale dovrà tener conto della volontà del popolo che resta il legislatore supremo.
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