Quasi 300 milioni fuori controllo

In Ticino crescono sensibilmente nel 2022 gli importi delle commesse aggiudicate su invito o incarico diretto da parte di Cantone e Comuni

Il Cantone e i cinque Comuni ticinesi più importanti hanno distribuito lo scorso anno in mandati diretti o su invito la cifra record di 295 milioni di franchi. 170 milioni in mandati diretti o su invito affidati dall’autorità cantonale, 125 milioni da quelle delle città di Bellinzona, Chiasso, Locarno, Lugano e Mendrisio. È tanto o poco? Per dare un’idea, il piano di rientro cantonale da 150 milioni risulterà doloroso per molti servizi alla popolazione. Qui si parla del doppio.

Una cifra dunque importante quella dei mandati diretti cantonali e comunali che pare cozzare contro il principio del diritto degli acquisti pubblici svizzero. La professoressa Federica De Rossa (esperta in materia e oggi prima donna ticinese eletta giudice al Tribunale federale) aveva spiegato ad area i rischi insiti nei mandati diretti, il cui utilizzo dovrebbe essere eccezionale poiché vengono meno i principi di economicità e imparzialità.

 

Dei 170 milioni di soldi pubblici spesi in lavori o acquisti senza concorso pubblico del Cantone, le cifre più importanti riguardano gli architetti, ingegneri, imprese di costruzione e ramo informatico. Se sovente i mandati diretti a studi d’architettura e d’ingegneria (in parte anche edili) sono in realtà il passaggio successivo a concorsi pubblici precedenti, dalla cruda tabella sfugge il motivo per cui sarebbe stato più efficace e parsimonioso affidare dei mandati diretti per prestazioni abitudinarie invece di essere sottoposte alla concorrenza del concorso pubblico.


Rientrano in questo ambito le forniture destinate all’amministrazione cantonale, quali la carta per le fotocopie (375mila franchi), il combustibile per il riscaldamento (1,3 milioni a Ecsa e 438mila franchi a Pina Petroli) o ancora apparecchiature e licenze informatiche.

 

Per quel che concerne appalti a imprese di costruzioni o pavimentazione, si osserva una discreta distribuzione dei mandati a ditte importanti, capaci per mezzi e personale a disposizione, di rispondere a interventi puntuali. Interessante osservare invece come negli appalti comunali, il mandato diretto a questa tipologia d’impresa risponda a criteri territoriali. Ciò ha una sua logica; si tende a prediligere ditte che pagano le tasse nei comuni affidatari dei lavori. Ad esempio, se l’impresa luganese di pavimentazione Spalu riceve da Lugano 34 mandati diretti, a Mendrisio ne strappa solo due oppure zero a Chiasso.


Restiamo alle curiosità locali, aggiungendo quanto già scritto su La Domenica in relazione all’ex granconsigliere Plr Sebastiano Gaffuri. La sua impresa Legnami di Bruzella ha beneficiato di mandati per 300mila franchi dal Cantone e altrettanti la Gaffuri Piastrelle del padre. Seicentomila franchi ai quali si aggiungono quasi 240mila franchi per mandati da Chiasso (175mila) e Mendrisio (65mila).  


Restando sulle liste comunali, spicca la Città di Lugano che coi suoi 61,7 milioni di franchi dello scorso anno spesi in mandati diretti primeggia di gran lunga. Seguono a distanza Bellinzona con 29 milioni, Mendrisio (14), Chiasso (11) mentre chiude la classifica Locarno con soli 8,5 milioni.


Se non sorprende, date le dimensioni, una Lugano capolista, impressiona il divario con gli altri centri urbani ticinesi. Tanto più che la città luganese è passata nel giro di cinque anni dall’attribuzione di mandati diretti per una quarantina di milioni a superare i sessanta lo scorso anno. Una crescita del 150%. Anche il dato di Bellinzona sembra importante, ma va detto che è in linea con gli ultimi tre anni.


A Lugano i maggiori beneficiari di mandati diretti sono gli studi d’ingegneria o di architettura e le imprese attive nell’edilizia, pavimentazione compresa. Tra i grandi beneficiari spunta la compagnia assicurativa Helvetia che complessivamente ha ricevuto mandati per quasi 900mila franchi, dovuti soprattutto al rinnovo di una sola polizza da 755mila franchi.

 

La sola gestione transitoria dell’aeroporto luganese ha ricevuto una sessantina di mandati diretti per un totale superiore agli 11 milioni di franchi. Va detto che sei milioni sono stati versati a Skyguide e quasi 4 milioni sono andati alla Ecsa per il carburante. La famiglia Centonze è sicuramente tra i grandi beneficiari dei mandati diretti a Lugano, avendone ricevuti quasi una trentina per 4,6 milioni di franchi. Curiosità nei mandati per l'areoporto, i 45mila franchi per servizi di noleggio limousine o 20mila per catering "aviazione privata".


Tra gli oltre duemila mandati diretti o su invito luganesi, spuntano delle cifre di poco inferiori ai limiti di legge imposti per categoria. Ad esempio, nel caso di commesse edili d’impresario costruttore superiori ai 300.000 franchi, la legge impone la procedura a concorso pubblico. Non di rado si vedono mandati diretti giusto sotto la soglia. Spulciando, abbiamo trovato un caso di un’impresa a cui sono stati affidati “lavori edili e artigianali di altro genere” per 485mila franchi con un solo mandato, quando l’importo massimo legalmente consentito è di 150mila franchi. Misteri irrisolti (per ora) della politica luganese.

Pubblicato il

27.04.2023 13:55
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