Forse gli Stati Uniti attaccheranno l?Iraq. E forse una coalizione di alleati aiuter? l?esercito yankee nell?impresa. Quali saranno le ripercussioni di questa operazione sui mercati borsistici?
? la domanda che tutti si pongono, o perlomeno tutti coloro che si trovano momentaneamente impegolati con i mercati. Ed ? nel contempo una domanda alla quale tutti gli osservatori mediamente attenti saprebbero rispondere con facilit?, date le caratteristiche di ciclicit? e di ripetitivit? dei modelli borsistici. In sostanza, in caso di guerra, siamo in grado di prevedere con sufficiente precisione cosa succeder? in borsa, eppure continuiamo a chiederci proprio quello che gi? dovremmo sapere. Perché?
Personalmente non conosco l?esatto motivo di questo comportamento, ma presumo che l?imminenza della guerra (e l?incertezza dell?evento) inibiscano i nodi della razionalit? (ammesso che esistano) nell?essere umano, contribuendo all?instaurazione di di un clima di incertezza, che gi? di per se potrebbe essere un obbiettivo desiderabile per certe cerchie di interesse.
In sostanza, a parit? di condizioni, il dubbio che fra un mese potrebbe scoppiare o meno un conflitto, ? in grado di bloccare sul nascere o perlomeno di rallentare il rilancio di mercati che ormai da tempo sembrano trovarsi a un niente dalla ripresa. Apparentemente nessuno avrebbe interesse a compiere una mossa del genere, non fosse che la storia recente ? zeppa di eventi a prima vista incomprensibili, ma spiegabilissimi alla luce degli interessi di determinati gruppi di potere, vuoi economico, vuoi politico.
L?esperienza insegna che il singolo piccolo investitore nulla pu? contro questi giochi infinitamente pi? grandi di lui, e allora non resta che una cosa da fare: seguire la corrente cavalcando le onde, invece di farsi travolgere dalle stesse. In pratica si tratta di attrezzarsi in modo da poter agire per tempo, qualora il conflitto dovesse divampare, sfruttando gli insegnamenti della storia.
Sappiamo ad esempio che in momenti come questo l?industria dell?armamento trae grandi profitti dalle rinnovate commesse degli eserciti. Commesse che si tramuteranno in utili solo dopo qualche tempo, ma si sa, la borsa anticipa. Sappiamo che i consumatori tenderanno a posticipare tutte le spese ludiche, a scapito delle imprese del settore e a vantaggio della grande distribuzione (bisogna pur mangiare). E ancora sappiamo che il prezzo del petrolio salir?, con tutte le conseguenze del caso per le industrie petrolifere (che rideranno) e del trasporto aereo (che si strapperanno i capelli).
Insomma, abbiamo i mezzi per non farci travolgere, almeno in borsa. Per quanto riguarda invece la guerra, purtroppo la decisione non ? pi? nelle nostre mani.
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