Quando il Corriere del Ticino ti inventa un assassinio

Dopo aver letto questo titolo forse qualcuno penserà che sia mia intenzione commentare stavolta la trama di un qualche libro giallo, magari lanciato nelle pagine letterarie del Corriere del Ticino (CdT).
Purtroppo si tratta di qualcosa di molto meno piacevole, anche perché mette in dubbio l'onestà intellettuale di questa testata.
Ricordo però dapprima i fatti. Il 22 luglio scorso in un incidente della circolazione a Cuba morirono il "dissidente" Oswaldo Payà ed il suo collaboratore Harold Cepero. Al volante era Angel Carromero, un giovane del Partito Popolare Spagnolo e nell'auto viaggiava anche un politico svedese. Ne avevo già parlato due volte fa in questa rubrica, criticando il radiogiornale della Rsi, che preso dal suo solito livore anti-cubano, ne aveva approfittato per parlare di «incidente perlomeno misterioso». Anche la Rsi aveva sottaciuto il fatto che in Spagna a questo Carromero, nonostante il suo ruolo di giovane rampante del partito al potere, era stata ritirata la patente di guida dopo che aveva collezionato ben 55 infrazioni stradali. In occasione del processo tenutosi a Cuba 8 settimane fa, il CdT ha fatto però di peggio. In prima pagina ha sparato il titolo «Così il regime castrista ha ucciso mio fratello», dedicando poi due intere pagine interne ad una lunga intervista al fratello di Oswaldo Payà, invitato a Roma dal presidente dell'Internazionale Democristiana Pier Ferdinando Casini per commemorare il fratello deceduto. Dalla stessa intervista apprendiamo che l'invitato ha ben presto rotto i ponti con Casini, il quale aveva probabilmente capito con chi aveva a che fare. Un minimo d'onestà intellettuale avrebbe dovuto permettere al CdT "di fare la tara" su queste dichiarazioni: invece gli si danno due pagine per dirne di tutti i colori, mettendo in risalto con grossi titoli e foto accattivanti il sospetto omicidio. Ora il processo, se ce ne fosse ancora stato bisogno, ha fatto piazza pulita di tutte queste congetture anti-cubane: lo svedese che viaggiava nell'auto (che era andato a Cuba per sostenere i dissidenti) ha affermato semplicemente che Carromero guidava ad una velocità folle su una strada sterrata, tanto da finire contro un albero dopo aver incozzato una buca profonda. Carromero si è beccato 7 anni di carcere: il governo spagnolo, che ha riconosciuto l'esattezza della ricostruzione dei fatti, spera ora nell'indulgenza delle autorità cubane. Nella stessa indulgenza deve sperarci il CdT: se io fossi l'ambasciatore cubano a Berna, metterei loro denuncia penale.

P.s.: Sono rientrato da Caracas, dopo aver partecipato all'entusiasmante manifestazione per la vittoria elettorale di Chavez: vedendo come il livore dei commenti del CdT nascondeva a malapena una loro grossa delusione, non me la sono presa più di tanto. Nella notte elettorale a Caracas ho attraversato alcuni quartieri dell'alta borghesia: un mortorio impressionante. Probabilmente anche a Lugano qualcuno ha riportato in cantina lo champagne già preparato per festeggiare quella vittoria dell'opposizione che sia i ricchi venezuelani che la borghesia internazionale davano come molto probabile.

Pubblicato il

09.11.2012 14:00
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