Diritti

Nel momento in cui, con l’avanzare della campagna elettorale per le recenti elezioni federali, la questione “immigrazione” si è rivelata particolarmente centrale e drammatizzata (“Chiasso come Lampedusa”, “situazione fuori controllo”, “serve l’intervento dell’esercito”), un gruppo di cittadine e di cittadini di Chiasso ha deciso di sondare la fondatezza della narrazione che si stava imponendo con veemenza. Una decina di volontari e volontarie ha affettuato un'indagine di campo per esplorare la percezione della realtà chiassese sulla base di una serie di domande. Un’inchiesta sociologica, di terreno, i cui risultati sono stati presentati lo scorso 12 dicembre nella sala del Consiglio comunale di Chiasso, dai ricercatori della SUPSI Spartaco Greppi e Christian Marazzi.

 

Una contro narrazione

 

Cosa è emerso dallo studio? Gli aspetti principali sono due. Il primo è che non vi è nessun disagio diffuso e profondo. Non è possibile ad esempio affermare  che l’esistenza dei Centri federali d’asilo sono un problema per la popolazione. Semmai, i problemi sono per chi risiede in questi centri. Il secondo aspetto emerso dalla ricerca è quello che secondo una parte significativa degli intervistati la situazione può essere migliorata attraverso misure di tipo integrativo, focalizzate ad esempio ad incentivare la possibilità per i richiedenti l’asilo di svolgere lavori di pubblica utilità.  

 

Insomma, da questa indagine – svolta su un campione di 90 persone scelte a caso – esce una sorta di contronarrazione: « Se la narrazione politicamente mediatizzata fosse del tutto veritiera, anche un “campione” costruito in maniera del tutto casuale dovrebbe riflettere l’esistenza di un disagio diffuso e profondo. Ma così non è» ha dichiarato Spartaco Greppi.

 

Mendrisiotto Regione Aperta

 

La presentazione dei risultati ha introdotto la costituzione dell’associazione Mendrisiotto Regione Aperta, nata a partire da un movimento spontaneo sorto quest’estate per contrastare la narrazione dominante sulla migrazione nella regione: «In questi mesi siamo stati risucchiati in uno stato di emergenza cronico dove si faceva fatica a distinguere gli allarmi veri da quelli falsi, minacce reali e paranoie, resoconti della realtà e propaganda ideologica. Nel vuoto assordante lasciato dalle istituzioni e dai partiti, rumoreggiavano unicamente gli imprenditori politici della paura e dell’estrema destra» ha spiegato Willy Lubrini che, con Gianna Riva, è stato eletto coordinatore dell’associazione. L’assemblea composta da una sessantina di persone ha dibattuto sullo scopo della neocostituita associazione, dimostrando la presenza nel Mendrisiotto di tante persone intenzionate ad impegnarsi per favorire una migliore convivenza e interazione tra la comunità locale e i richiedenti l’asilo.

 

Gli eventi in tal senso stanno aumentando. Alcuni volontari hanno ad esmepio organizzato un pranzo all’oratorio di Balerna alla quale hanno partecipato alcuni ospiti minorenni del centro Pasture. Il FC Chiasso, così come già in precedenza il FC Rancate, si è detto interessata ad integrare dei giovani negli allenamenti delle loro squadre. Alcune iniziative sono previste nell’ambito della Scuola e sono previste delle attività nell’ambito di Chiasso Letteraria. Si attendo inoltre alcune riposte da parte delle autorità comunali per potere utilizzare palestre e cinema. Dal canto suo, gli organizzatori della manifestazione Bike&Wine hanno annunciato di volere versare 1.500 franchi all’associazione.

 

Fabbrica di ospitalità

 

Il 14 e il 15 dicembre a Chiasso, davanti al Cinema Teatro, l’Academia di architettura di Mendrisio e l’associazione Fabbrica di ospitalità terranno l’evento conclusivo di un progetto di ricerca sul tema dell’ospitalità e dell’accoglienza dei richiedenti l’asilo in Ticino.

 

Un progetto svolto nell’ambito del corso di architettura, condotto dai professori invitati Vanessa Lacaille e Mounir Ayoub, insieme agli architetti Ginevra Masiello e Tania Perret, che mira ad immaginare e costruire possibili alternative alle condizioni di accoglienza esistenti. Il tutto è stato svolto in un ottica partecipativa, come ci spiega la stessa Ginevra Masiello: «Gli studenti hanno lavorato a stretto contatto con i migranti arrivati in Svizzera negli ultimi tempi, per cercare di capire la realtà in cui vivono. Dove si fermano? Per quanto tempo? Quali sono le condizioni di accoglienza? Chi le stabilisce? Come percepiscono gli spazi delle città che li accolgono? Come immaginano la «città dell’ospitalità?».

 

La due giorni a Chiasso prevede una costruzione collaborativa, alcuni laboratori e una discussione sul tema dell’ospitalità. Obiettivo: sensibilizzare la popolazione sul tema della migrazione.

Pubblicato il 

13.12.23
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