I socialisti, di recente, hanno ricevuto due lettere dal Partito socialista svizzero (Pss) con l’invito a versare una somma per rafforzare il partito così che possa sostenere le campagne sulle prossime votazioni federali. L’ultima, firmata dalla consigliera agli Stati Christiane Brunner, porta il titolo “Meglio si conoscono i bilaterali II, più convinto il sì”. L’ex presidente del Pss ricorda il dibattito parlamentare durante la sessione di dicembre e giunge alla seguente conclusione: l’opposizione contro l’apertura all’Europa diminuisce più si approfondisce l’esame dei trattati. Malgrado ciò Christiane Brunner prevede una difficile battaglia poiché l’Udc con il suo alleato, l’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente, e la Lega faranno di tutto per fomentare le emozioni contro Schengen. Quale esempio di una raccapricciante campagna ricorda le ripugnanti inserzioni di esponenti dell’Udc contro la naturalizzazione agevolata. L’ex presidente dei socialisti svizzeri chiede quindi un contributo per poter informare correttamente le cittadine e i cittadini smascherando così le menzogne che verranno divulgate. Sono d’accordo, è importante disporre di mezzi sufficienti per poter diffondere i propri messaggi anche tramite inserzioni e manifesti. E il convincente discorso della consigliera federale Micheline Calmy-Rey sui bilaterali, allegato alla lettera del Pss, è senz’altro utile. Tuttavia non capisco perché Brunner non faccia cenno nella sua lettera all’accordo sull’estensione della libera circolazione delle persone ai nuovi Stati membri dell’Ue, accettato pure dal parlamento. Quest’accordo, di fatto, fa parte del pacchetto dei bilaterali II, anche se, giuridicamente, ne è separato. Coerentemente il Pss parla sempre dei bilaterali II e dell’estensione della libera circolazione nel giornale per i suoi membri come nei comunicati. L’ex presidente voleva schivare l’argomento poiché qualche gruppo sindacale poteva lanciare il referendum? L’accordo sulla libera circolazione sarà allora un banco di prova dell’unità della sinistra e della sua disponibilità all’apertura, controllata da misure anti-dumping, all’Europa. Fuori luogo, però, era il tono trionfalistico della lettera di metà novembre, firmata dal presidente dei socialisti svizzeri, Hans-Jürg Fehr. La seconda frase, in neretto, diceva «Abbiamo raggiunto tutto». Il presidente si compiaceva dei risultati nelle votazioni federali su Avanti, pacchetto fiscale, diritto di locazione, Avs e assicurazione maternità. E continuava: «senza il tuo sostegno questi trionfi non sarebbero stati possibili…». Ma questi successi non hanno portato a dei miglioramenti, tranne che l’assicurazione maternità. Essi hanno unicamente sbarrato la strada a delle aberrazioni. Solo dopo l’introduzione pomposa Fehr ha ammesso che non si è fatto abbastanza in favore della naturalizzazione agevolata e che la sconfitta faceva male. Un linguaggio più pacato favorirebbe l’intesa e la fiducia dei membri nella direzione. L’entusiasmo è essenziale per realizzare dei progetti, non per abbellire la non entusiasmante realtà.

Pubblicato il 

14.01.05

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