Credo si possa essere soddisfatti del risultato ottenuto dal Ps. Certo non è quanto si sperava, ma, nello sconquasso generale, aver avanzato, anche se di poco più dell'1 per cento in Consiglio di Stato e dell'1,5 per cento in Gran Consiglio, aumentando così di due seggi la nostra rappresentanza nel legislativo, è un dato rassicurante e di cui essere più che felici.
Il quadro politico generale che esce dalle urne però non mi piace affatto: il nuovo Gran Consiglio è complessivamente e decisamente più a destra rispetto alla passata legislatura.
È cresciuto il numero degli esponenti "liberali" nel gruppo Plrt; non è stata rieletta la metà della rappresentanza cristiano sociale in quello Ppd; la Lega é più forte di quattro seggi a fronte della perdita di un solo rappresentante Udc.
Complessivamente il fronte borghese e di destra ha perso tre seggi ma ha anche perso diversi esponenti "sensibili" ai temi sociali, del lavoro e della solidarietà.
Sul fronte della sinistra, al nostro importante passo avanti (più due seggi), vi è stata, da un lato, la malaugurata perdita del seggio da parte del Pdl (conquistato 4 anni fa a nostre spese grazie alla congiunzione) e dall'altro il raddoppio della rappresentanza dei Verdi.
Questi gli equilibri in campo. Equilibri che possono essere letti come un miglioramento rispetto a quattro anni fa, con la presenza in parlamento di quattro blocchi più o meno equivalenti dal profilo quantitativo, ma anche come un peggioramento delle prospettive politiche generali.
La prima lettura, che ho sentita da fonte autorevole, è a mio parere eccessivamente ottimistica, perché sembra sottovalutare il fatto che sui temi importanti (fiscalità, lavoro, finanze pubbliche, socialità, ambiente, formazione, ecc) è raro che in parlamento si faccia  politica "di partito", gli uni contro gli altri. Più spesso sono le alleanze trasversali a contare, a divenire maggioranza. Per questo, temo, non ci sia da aspettarsi molto di buono da questo parlamento! Sono infatti molte le possibili alleanze (a geometria variabile, ma tutte saldamente a destra) che si possono immaginare sui diversi temi. Con chi, infatti, noi socialisti potremmo costruire alleanze "progressiste"? Su quali temi? E, in quel caso, con quali concessioni e a che prezzo?
Inoltre, non sono pochi i regolamenti di conti a cui probabilmente saremo chiamati ad assistere, in particolare tra l'area "liberale" ben presente in Gran Consiglio e i due radicali (o quasi!) che siedono in Consiglio di Stato. Analogo discorso, anche se con toni e accenti più pacati, potrebbe essere intavolato nel gruppo Ppd, per una dichiarata voglia di "indipendenza" di giudizio e di posizionamento da parte dei rappresentanti più di destra nei confronti di Luigi Pedrazzini. E in tal senso, l'abbandono di Bacchetta-Cattori rappresenta un ulteriore probabile spostamento a destra del Ppd e quindi del quadro politico generale. Del resto, i nomi che cominciano a circolare come suoi possibili successori non fanno che confermare questa ipotesi!
Né si può dimenticare il ruolo giocato dalla Lega in passato quale "randello" e humus dell'area liberale e che potrebbe riproporsi, con sostegni e scambi incrociati, anche in questo quadriennio.
Insomma è una lettura in chiaro e scuro quella sull'esito di queste elezioni in parlamento, una lettura di cui oggi non è facile vedere gli sviluppi, ma che comunque consiglia di muoversi con grande, grandissima cautela.

Pubblicato il 

06.04.07

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