Prima i nostri a stipendi indecenti

Basta Dumping, un passo nella giusta direzione. Iniziativa Udc inutile e dannosa

Cosa cambierà per un'impiegata di commercio alla ricerca di un lavoro se dovesse passare l'iniziativa "Prima i nostri"? O per una venditrice, nel caso vinca il controprogetto? La risposta nelle righe che seguono, mentre di "Basta dumping", la seconda iniziativa sul lavoro in votazione il 25 settembre ne riferiamo nell'articolo correlato.

 

Vediamo dunque l'impatto di un'approvazione di "Prima i nostri" per chi cerca lavoro in un ramo specifico. Potremmo porne quattordici, ossia l’equivalente dei contratti normali di lavoro cantonali (Cnl). Il medesimo discorso può essere esteso alla maggioranza delle professioni non tutelate da seri Ccl. Per ora limitiamoci al ramo delle impiegate d’ufficio presso avvocati o fiduciari. Rendiamo attenti che avvocati o fiduciari che esercitano in Ticino, sono per l’80% svizzeri o residenti. Escluse dunque eventuali colpe di datori di lavoro stranieri «appena arrivati con concetti d’impresa basati unicamente sulla speculazione che non ci appartiene come svizzeri» così definiti da Piero Marchesi al Corriere del Ticino, presidente dell’Udc locale, promotore dell’iniziativa “Prima i nostri”.


Nei rami d’impiegati d’ufficio presso avvocati o fiduciari, sono stati decretati contratti normali di lavoro dall’autorità cantonale dopo aver verificato il dumping salariale provocato da datori in gran parte svizzeri. Lo stipendio minimo da Cnl per entrambi i settori è di 3.300 franchi lordi. Più o meno, 2.800 franchi netti. Supponiamo ora che passi l’iniziativa “Prima i nostri”. «Sul mercato del lavoro venga privilegiato a pari qualifiche professionali chi vive sul suo territorio per rapporto a chi proviene dall’estero», dice l’iniziativa.
Ora supponiamo che per un posto d’impiegata presso uno studio legale ticinese si siano candidate due persone, una residente in Svizzera e una all’estero. Le loro qualifiche professionali sono equivalenti. La residente in Ticino accetterà lo stipendio minimo obbligatorio oppure chiederà «una retribuzione che gli assicuri un tenore di vita dignitoso» come già oggi prevede la costituzione cantonale? Se accetterà i 2.800 franchi netti, dovrà ricorrere ai sussidi statali per poter sopravvivere, andando a infoltire le file dei 12.000 working poor ticinesi censiti dalla statistica federale. L’alternativa sarebbe chiedere una paga dignitosa al momento dell’assunzione. Al lettore lasciamo rispondere al non difficile quesito: l’avvocato svizzero chi delle due assumerà?


Proviamo ora a ipotizzare il medesimo scenario nel caso di vittoria alle urne del controprogetto. Questa volta il posto vacante è di venditrice. Sebbene l’entrata in vigore sia tutt’altro che scontata, supponiamo che il quadro di riferimento sia il Ccl della vendita promosso dal consigliere di Stato Christian Vitta. Salario minimo, 3.200 franchi lordi. 2.700 franchi netti.


Dovesse vincere il controprogetto, il testo costituzionale diventerebbe: «...ognuno possa sopperire ai suoi bisogni con un lavoro svolto in condizioni salariali, assicurative e lavorative corrispondenti a quelle vigenti nella professione e nel settore in Ticino, le quali gli consentano un tenore di vita dignitoso per vivere nel Cantone». La prima parte indica che devi accettare quel salario nella vendita perché corrispondente a quello vigente, la seconda che da residente sei escluso da quel lavoro perché quel salario non è dignitoso.   «Con questa paga, nessun residente sarà assunto nella vendita. E lo dico da frontaliere» fu il giudizio di un partecipante alle assemblee sindacali informative sul Ccl vendita.


Risulta piuttosto ininfluente l’articolo costituzionale del controprogetto che recita: «...sia promossa l’occupazione nel rispetto del principio di preferenza ai residenti». Un principio piuttosto vago, di cui non si capisce chi e come debba tradurlo in realtà. A meno che non sia quel governo che legifera salari che escludono i residenti. Gli effetti pratici dell’iniziativa e del controprogetto appaiono dunque piuttosto deboli, se non peggio.


«Illusori, inutili e dannosi» li definiscono i loro oppositori. Vediamo perché.


Il nodo centrale del lavoro cantonale dell’ultimo decennio e del prossimo futuro sono gli stipendi e le condizioni offerte. Non è una questione di competenze o preferenze. È il livello dello stipendio a far da discriminante. Se con la stessa paga ne assumo due, dumping e sostituzione sono garantiti.


Né l’iniziativa né il controprogetto affrontano il tema delle condizioni di lavoro. Gli oppositori sostengono che ai promotori non interessano. Udc, Lega, Plr e buona parte del Ppd infatti non sono noti per la difesa delle condizioni di lavoro. L’Udc ha appena annunciato di voler contrastare qualsiasi potenziamento delle misure di accompagnamento ai bilaterali. Perché dunque promuovere l’iniziativa e il relativo controprogetto? Perché tra i salariati, che rappresentano l’80% dei cittadini-elettori, la rabbia sociale è elevata. Si aspettano delle risposte.


L’iniziativa s’inserisce con quanto storicamente sostenuto da questi ambienti. Le paghe che si abbassano e gli orari che si allungano sono tutta colpa dei lavoratori, frontalieri beninteso. Il padronato, buono (quello svizzero, naturalmente), non ha responsabilità.


Una convinzione tanto radicata  in Ticino che si potrebbe definire “collegiale” nei partiti di governo. I socialisti non paiono immuni dal contagio. Dei cinque deputati socialisti in Gran Consiglio che si sono espressi, quattro hanno votato a favore del controprogetto (uno contrario, sei astenuti e due assenti). La base del partito li ha poi sconfessati, invitando a bocciarle entrambe. Una correzione che non cancella il segnale dell’ampiezza del contagio nel paese.


Divide et impera è il motto sempre in voga per chi comanda o ambisce a farlo. Invece di unire i salariati, falli litigare tra loro. Fagli credere che l’accesso alla ricchezza dipenda dalla razza, dall’etnia, dalla patria. Poco importa che il 2% dei più facoltosi in Svizzera detiene la stessa ricchezza del restante 98%, come documentato dall’Unione sindacale svizzera. Se riuscirai a fargli dimenticare tutto questo, facendoli litigare tra loro, otterrai due piccioni con una fava: potrai continuare a risparmiare sulla loro paga come padrone d’azienda e otterrai più voti come politico.

Pubblicato il

08.09.2016 10:29
Francesco Bonsaver