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Prezzi alti, è l'ora di agire |
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In Svizzera i prezzi sono generalmente troppo alti, rispetto a paesi con stili di vita paragonabili. Non si tratta di una novità, ma mai come ora la questione è stata messa in evidenza.
I mass media stanno dedicando parecchio spazio alle voci di denuncia che si sono moltiplicate in questi ultimi mesi, e questa è di per se una buona notizia. Politici, economisti, imprenditori e sindacalisti, tutti sono concordi nell’affermare che da noi si paga fino al 30 per cento di più anche per generi di prima necessità, e il dibattito pubblico è decisamente aperto.
Bene, dico io, immaginandomi che un dibattito pubblico debba in qualche modo servire ad esporre tesi e raccogliere idee per la risoluzione del problema. Invece, almeno per ora, ci si limita a denunciare lo status quo e in qualche modo a giustificarlo. In sostanza le parti in causa dichiarano il loro assenso circa la diagnosi, ma non si sentono responsabili per quanto riguarda la ricerca della cura. Ci sono elementi che stridono, in questa discussione, come l’immediata richiesta di diminuzione dei salari da parte di certe cerchie del padronato, non appena i prezzi dovessero calare, oppure l’accanimento con il quale gli importatori difendono i propri privilegi, salvo poi dichiararsi pubblicamente concordi ad una diminuzione generalizzata dei prezzi.
Di fatto esercizi di stile che non danno nessun contributo pratico al mutamento in meglio della situazione, e contro i quali si leva una sola voce, chiara e forte, ma purtroppo svuotata di potere… Si tratta di Mister Prezzi, al secolo Rudolf Strahm, un moderno Don Chisciotte che ha calcolato in dieci miliardi all’anno il potenziale di risparmio a livello nazionale, solo sui beni di importazione.
Resta da capire quando, chi il potere lo detiene veramente, deciderà di far beneficiare tutti, di questa immensa possibilità di migliorare la propria situazione economica. Speriamo presto… |
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